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Food & drink

Gli chef come i calciatori: quali sono i trasferimenti più importanti nel mercato italiano

articolo di Camilla Rocca

Gli chef sono come i calciatori: negli ultimi anni quelli bravi sono contesi e il parallelismo si alimenta se si pensa che spesso, per migliorare la propria carriera e soprattutto in gioventù, sia importante spostarsi. Alcuni chef, come vere celebrities, possono vantare un “valore di mercato” tale da accrescere il prestigio di un ristorante, esattamente come l’acquisto di un calciatore di alto livello può cambiare le fortune di una squadra di calcio.

Come i calciatori devono continuamente dimostrare le loro capacità sul campo, gli chef devono mantenere standard elevati e innovarsi costantemente per rimanere rilevanti in un settore competitivo e sotto lo sguardo attento della Michelin.

La pressione per esibirsi ad alti livelli è una costante per entrambi, con i critici pronti a giudicare le loro performance. Infine hanno un certo seguito mediatico e un pubblico di fan che li ammira. Le loro mosse, sia che si tratti di un nuovo progetto, di una nuova apertura o di un trasferimento, vengono seguite con interesse, proprio come accade con le trattative di mercato dei calciatori.

Questo capita soprattutto da quando la cultura delle star si è spostata sulla cucina: gli chef appaiono in programmi televisivi, scrivono libri, partecipano a eventi internazionali, diventando icone pop. Questa esposizione mediatica li ha trasformati in personaggi pubblici che influenzano mode e tendenze.

Gli ultimi mesi hanno portato una serie di cambiamenti significativi nel panorama culinario italiano e internazionale, con alcuni tra i più rinomati chef che hanno deciso di intraprendere nuove avventure, spostandosi da location iconiche a nuovi e stimolanti progetti.  Ecco un’analisi delle più recenti transizioni di chef:

Massimiliano Sena: dal Four Seasons di Ginevra al Château de Courcelles, Relais & Châteaux francese

Massimiliano Sena, per anni chef executive nelle cucine del Four Seasons di Ginevra, ha scelto di affrontare una nuova sfida in Francia, al Château de Courcelles, parte del circuito Relais & Châteaux. Dopo qualche mese “sabbatico”, in cui lo abbiamo visto cucinare alla manifestazione internazionale Dinner Incredible in Arabia Saudita, è tornato in cucina.

Situato nella Champagne, questo storico castello offre a Sena l’opportunità di esprimersi liberamente, fondendo la tradizione italiana con le influenze francesi, in un contesto che promette di esaltare ancor di più la sua creatività.

Salvatore Bianco: da Il Comandante di Napoli a Roma all’Hotel Eden

Salvatore Bianco, dopo aver preso la guida del ristorante Il Comandante a Napoli tornando alla sua terra d’origine, è approdato a Roma all’Hotel Eden, l’albergo romano cinque stelle lusso di Dorchester Collection, con l’obiettivo, neanche a parlarne, di prendere la stella Michelin già nella prossima edizione della Guida.

Sostituisce così, dopo 13 anni di proficua collaborazione, lo chef Fabio Ciervo. Era già partito da Roma, come sous chef all’Osteria dell’Orso.

Raffaele Amitrano: da Mammà a Capri a Mammà a Torino

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Lo chef Raffaele Amitrano

Rimane in famiglia lo chef Raffaele Amitrano, che sotto la consulenza del celebre Gennaro Esposito ha fatto il salto da una delle isole più iconiche del Mediterraneo, Capri, al cuore del Piemonte.

Il nuovo Mammà di Torino, che prenderà il posto del ristorante dei fratelli Costardi, rappresenta una scommessa interessante per Amitrano, che dovrà adattare la sua cucina mediterranea alle esigenze torinesi, pur mantenendo l’anima e la filosofia che hanno reso celebre il ristorante caprese.

Luigi Lionetti: da Le Monzù di Capri al Vero di Ca’ di Dio Vretreats a Venezia

Anche Luigi Lionetti ha lasciato Capri, dove ha guidato per anni lo stellato Le Monzù, per approdare a Vero, il ristorante di Ca’ di Dio a Venezia.

Questa mossa rappresenta un cambio di scenario notevole, con lo chef che si troverà a operare in una città ricca di storia e tradizione gastronomica come Venezia, portando con sé la sua esperienza e il suo tocco mediterraneo in una cucina che promette di incantare sia i veneziani che i visitatori internazionali. E che chiaramente punta alla stella.

Giuseppe Biuso: dal Cappero a San Patrignano

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L’executive chef Giuseppe Biuso

Giuseppe Biuso ha deciso di lasciare la splendida isola di Vulcano nelle Eolie e il ristorante Il Cappero, 1 stella Michelin, per intraprendere una nuova avventura al ristorante di San Patrignano, vicino a Rimini.

Questa scelta, carica di significati, porta Biuso in un contesto dove la cucina è parte integrante di un progetto sociale di ampio respiro, offrendo allo chef l’opportunità di mettere la sua arte culinaria al servizio di una causa nobile, in un ambiente stimolante e profondamente umano.

Riccardo Cannella: da Oro del Belmond a Ciccio Sultano a Ragusa Ibla

Riccardo Cannella, dopo la repentina dipartita al ristorante Oro del Belmond Hotel Cipriani a Venezia, ha deciso di unire le forze con un’ icona della cucina siciliana, Ciccio Sultano, a Ragusa Ibla.

Questa nuova collaborazione promette di arricchire ulteriormente la già stellata cucina di Sultano, con Cannella come sous chef che porterà il suo tocco creativo e la sua esperienza maturata in uno degli hotel più prestigiosi al mondo.

Alain Ducasse a Napoli: Alessandro Lucassino da Parigi al Vesuvio

La leggendaria figura di Alain Ducasse ha recentemente fatto il suo ingresso nella scena gastronomica napoletana, portando con sé l’esperienza e l’eccellenza della sua cucina. A supportarlo in questa nuova avventura ci sarà Alessandro Lucassino, che ha lasciato Parigi per unirsi al progetto napoletano.

Lucassino, forte della sua esperienza nella capitale francese, contribuirà a creare un dialogo tra la tradizione culinaria napoletana e quella francese (potremo dire con un dejavù angioino).

Il ritorno di un talento a Bergamo: il sous chef del Mirazur torna “Da Romano”

Luca Adobati, il giovane sous chef di Mauro Colagreco torna a Bergamo, nel ristorante di famiglia Da Romano al Belvedere di Nese, che cambierà volto: dai banchetti per cui è diventato famoso negli anni a ristorante gourmet e (forse) già in odor di stella.

Adobati è cresciuto nelle cucine del Noma a Copenaghen, quindi da Alléno, e dalla famiglia Cerea a Brusaporto e a St Moritz al fianco di Paolo Rota, prima di arrivare a Mentone da Colagreco.

Chef Abbatista: da Albereta all’apertura di “Abba”

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Lo chef Fabio Abbatista

Lo chef Fabio Abbatista lascia il ristorante de L’Albereta e si butta nella sua esperienza imprenditoriale: il ristorante Abba nel Certosa District di Milano. Questo progetto personale segna un punto di svolta nella carriera dello chef, che si fonde con quello di rigenerazione urbana vicino a via Tortona.

E così dopo le esperienze a Le Gavroche a Londra con Alain Ducasse e poi all’ombra di Gualtiero Marchesi, Abbattista spicca il volo.

Giacomo Monzali: da Parigi e il Paese Basco a “Rea” di Sirmione

Giacomo Monzali, chef dal percorso internazionale, è oggi alla guida del nuovo ristorante gourmet Rea a Sirmione, sul lago di Garda. Prima di questa avventura, Monzali ha affinato le sue abilità in alcune delle cucine più rinomate d’Europa: da La Machine à Coudes a Parigi, al ristorante stellato Amelia nei Paesi Baschi, passando per il Restaurant Studio Quilarne a Cracovia e lavorando con Felice Lo Basso da Unico Milano.

Questo bagaglio di esperienze gli permette ora di portare una cucina ricercata e innovativa sulle sponde del Lago di Garda, facendo di “Rea” un nuovo punto di riferimento per gli amanti della gastronomia.

 

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