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Design

“Questa stanza non ha più pareti”: l’opera con la tecnologia di Iris Ceramica Group alla Fondazione Officine Saffi

Questa stanza non ha più pareti è il nome dell’opera d’arte site-specific disegnata da Francesco Simeti, con la tecnologia di Iris Ceramica Group, che arriva nella nuova sede milanese di Fondazione Officine Saffi. 

L’opera, realizzata per l’area bar della fondazione, prende in prestito una nota strofa musicale della storia della canzone italiana per esprimere una doppia metafora. Le grandi lastre in ceramica, sulle quali è stata realizzata l’opera di Simeti, sono decorate con la tecnologia di stampa Design Your Slabs di Iris Ceramica Group e consentono di personalizzare lo spazio in continuità con una precisione millimetrica.

“Il processo ceramico è interessantissimo perché offre delle variabili spesso incontrollabili, però sempre magiche. La ceramica presenta una varietà quasi infinita di finiture e ha tantissime anime“, racconta Simeti. Soggetti animali e vegetali, nel loro habitat terrestre come in quello marino, creano un mondo poetico e concreto al tempo stesso.

Si tratta di elementi ricavati dalla storia dell’iconografia decorativa della ceramica che risalgono all’epoca etrusca come all’età moderna, provengono dalla Turchia, dalla Grecia, dall’Italia, da vasi, piatti, terracotte e antiche formelle in ceramica.

La natura al centro dell’opera di Simeti

Il progetto ha richiesto oltre sei mesi di ricerca storica e geografica. Unasfida per l’artista di origini siciliane residente a New York, che ha saputo creare un collage in perfetto equilibro tra vuoto e pieno, bilanciando gli spazi bianchi con le decorazioni.

La natura, tema che da sempre ispira Simeti – che in molte sue opere mette a confronto l’ambiente naturale con il mondo artificiale umano – è qui rappresentata da terra, mare e cielo come un mondo perfetto, in totale armonia, mentre l’uomo non trova raffigurazione di sé eppure è presente.

La presenza dell’uomo infatti è reale, essendo lui a vivere lo spazio della stanza, ma per questa volta partecipa come soggetto parte dell’ambiente naturale che gli è stato disegnato tutto intorno. “Questo spazio è una sorta di storia della ceramica. Tutte le decorazioni vengono da vasi o piatti o formati storici di varie epoche e differenti culture o geografie. Il materiale ceramico e la tecnologia mi hanno concesso di mantenere anche i difetti delle immagini originali”, prosegue Simeti.

La stampa di Iris Ceramica Group

La stampa sulle lastre ceramiche ha permesso di riprodurre fedelmente ogni soggetto del collage, compresi i suoi ‘difetti’ – che in realtà difetti non sono – come ad esempio gli smalti craquelé, i piccoli dettagli mancanti (perché come in archeologia, alcuni reperti risultano danneggiati a causa dello scorrere del tempo), i segni delle fughe dovute alla posa delle superfici originali, le forme tondeggianti ricavate dai decori dei piatti.

I colori sono sia sfumati sia pieni e, per i soggetti più leggiadri, come uccellini e farfalle – in un’involontaria o forse inconscia selezione – sono addirittura di un oro riflettente.

Un’opera in continua evoluzione

Il progetto non termina qui, ma si evolverà in tridimensione. Come parte della programmazione della Fondazione Officine Saffi, Simeti curerà infatti una serie di laboratori aperti alla partecipazione di diversi gruppi e comunità, tornando a quello che più gli piace fare con la ceramica ovvero “sporcarsi le mani”.

Nuovi elementi solidi e fluidi ispirati alla natura prenderanno così la forma di elementi architettonici che completeranno nel corso del tempo l’opera site-specific.

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