Articolo tratto dal numero di novembre 2024 di Forbes Small Giants. Abbonati!
articolo di Mirko Crocoli e Giulia Piscina
Sorelle nello spirito e nello stile: è così che nasce tutto tra la conduttrice Cristina Parodi (Cri) e l’esperta in comunicazione Daniela Palazzi (Da), il duo creativo fondatore di Crida, brand con cui hanno dato vita alla donna che hanno sempre immaginato: classica e chic, che si fa notare per la sua eleganza.
Insieme, le due amiche di sempre hanno trasformato la loro coraggiosa scommessa tutta al femminile – nata in pieno periodo Covid, peraltro – in concreta realtà d’impresa, che oggi entra a far parte della Camera Nazionale della Moda e che continua a raccontare la sua visione di fascino e tendenza che nei cinque anni di storia aziendale non è mai cambiata: italianità, autenticità e sostenibilità.
Sete naturali delle aziende comasche e toscane, cotoni fatti a Bergamo: Crida è 100% made in Italy nei materiali e nello stile. Dietro a ogni vestito un tessuto naturale che non danneggerà mai l’ambiente e che rimarrà integro dopo ogni lavaggio, ma non solo. Ogni capo – ci tengono a sottolineare le fondatrici – è un chiaro messaggio d’amore per il nostro Paese: è la firma inconfondibile di Crida, volta a sostenere la nostra economia e l’eccellenza manifatturiera.
Cristina conduttrice, giornalista affermata e volto di riferimento per la tv che poi, negli anni, diventa imprenditrice nel campo della moda. Da dove arriva l’idea? Quando nasce Crida?
Crida nasce dalla passione per la moda e dall’amicizia che mi lega a Daniela. È stato sempre il nostro sogno pensare di poter fare qualcosa insieme, ma eravamo entrambe impegnate su altri fronti. Le condizioni adatte si sono poi manifestate nel 2019, quando abbiamo fondato Crida. Abiti made in Italy, sostenibilità, l’eleganza: tuttavia non sapevamo ancora nulla d’impresa perché provenivamo da percorsi diversi, tendenti alla formazione creativa piuttosto che economica e di business.
Qual è il background di Daniela?
Ha una formazione artistica, ha sempre lavorato in un’agenzia di pubbliche relazioni. Comunque entrambe unite dalla grande passione per la moda e soprattutto per un certo tipo di stile. Una cosa del genere non l’avrei mai fatta se fossi stata da sola, se non avessi incontrato lei e le nostre strade non si fossero incrociate. Senza dubbio Crida non avrebbe mai preso vita.
Comunicazione, arte, pubbliche relazioni e passione per la moda: quando è decollato il progetto?
Ci siamo concentrate su preparazione, studio e scelta dei fornitori, sulle manifatture, sui tessuti. Fin quando non ci siamo sentite pronte con la nostra prima piccola collezione, che è arrivata sul mercato in showroom esattamente nel febbraio del 2020, quando il mondo si è fermato. È stato un inizio complicato: soltanto la volontà di credere nel nostro sogno ha fatto sì che tutto si realizzasse. La gente intorno a noi ci diceva di lasciar perdere. Abbiamo tenuto duro, con tutte le difficoltà del caso, soprattutto il primo anno. Ci siamo spalleggiate, abbiamo creduto in noi con coraggio, studiando, preparandoci e senza improvvisare. Un valore aggiunto sicuramente il fatto che Daniela ha sempre disegnato abiti.
Come è strutturato il brand oggi?
Dopo una partenza in due e con il supporto di una nostra collaboratrice nella sfera amministrativa (e altri che si sono aggiunti durante il cammino), oggi siamo entrate anche nel calendario della Camera Nazionale della Moda, e questo ci ha molto inorgoglito. Attualmente siamo all’interno della struttura istituzionale nella quale sono presenti i grandi brand della moda italiana. Abbiamo un ufficio, un’agenzia che ci segue la comunicazione e l’online, una logistica che gestisce la movimentazione degli abiti e una rete che ci permette di seguire le varie fasi della creazione: dalla produzione alla distribuzione, ma senza snaturarci. Rimanendo, di base, noi tre. È questo il nostro vero punto di forza.
Nonostante la vostra idea di donna sia abbastanza lontana dalle passerelle, la Fashion Week rimane comunque un punto di riferimento?
Diciamo che l’idea del nostro progetto è di non essere troppo legate alle tendenze più estreme della moda: ci piace uno stile che sia soprattutto indossabile negli anni. Il che vuol dire fare una cosa raffinata, che non stanchi. Come tutti, seguiamo e assorbiamo le varie energie e gli stimoli che provengono dal comparto, sia ciò che vediamo sulle passerelle – per noi sono dei fari – sia quello che captiamo in giro. Una città come New York, ad esempio, è fonte d’ispirazione inesauribile: infatti siamo presenti lì con la collezione da due anni. Manifatturiero italiano e legame con il territorio, ma sempre con uno sguardo vigile rivolto al resto del mondo.
Si può fare impresa al femminile in Italia?
Non è facile, lo dicono i numeri e le statistiche. Siamo un po’ il fanalino di coda dell’Europa: le imprese guidate dalle donne si attestano al 23% rispetto alle imprese maschili, qualche punto in meno rispetto alla media europea. Questo vuol dire che le donne in Italia fanno più fatica e per dei motivi anche comprensibili, dal momento che è complicato riuscire a dedicarsi ad un’impresa e alla famiglia allo stesso tempo.
C’è necessità di aiuto e supporto che purtroppo nel nostro paese lo Statoancora non fornisce alla donne. A mio avviso una donna sa fare impresa in maniera eccellente, caparbia nel saper reinvestire con pragmatismo, grazie anche a una sensibilità innata. Da startup guidata da due socie over 50, mi sento di riconoscere le oggettive difficoltà oggi di fare impresa per le donne, nonostante – va sottolineato – ci sono fior di realtà guidate da capitane d’azienda che sono dei fulgidi esempi di come la parità, anche nel settore business, è sempre più concreta.
Stile ed eleganza: qual è il concetto di Cristina?
Io penso che lo stile sia una virtù innata, mentre l’eleganza la si può assolutamente imparare con il tempo. Crida nasce con l’idea non di vestire una donna che voglia essere a tutti i costi appariscente, sexy e troppo eccentrica. Bensì di una donna che è sicura di sé, della sua eleganza, ma che ha bisogno anche di abiti che la facciano star bene tutto il giorno, dal mattino alla sera. Questa è l’idea che noi abbiamo dell’eleganza e dello stile, perché nasce da ciò che ci è sempre piaciuto indossare e che riusciamo a trasmettere alle altre donne.
Progetti a medio e lungo termine?
Proseguire l’internazionalizzazione, soprattutto negli Stati Uniti. Lì crediamo che i nostri abiti possano essere apprezzati, lo riteniamo un buon mercato.
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