Duemila miliardi di dollari: questa la stima di grandezza del Pif, Public investment fund, il fondo sovrano tra i più importanti al mondo, ma potrebbe essere molto di più. Quello che è certo è che agli Arabi il lusso piace, e molto. Lo testimonia la recente acquisizione, sempre da parte del Pif della metà delle azioni delle Roccoforte Hotels, Accor Hotels, Marriott International, Walt Disney, le crociere Royal Caribbean International, Mclaren e recentemente ha acquisito il tour di tennis professionistici, Atp Tour e il Wta Tour, per due miliardi di dollari.
Arabia Saudita
La svolta di questa nascente prosperità e questa tendenza all’investire nel bello direttamente in Arabia Saudita, è nata nel luglio 2014, quando il Consiglio dei ministri ha autorizzato il Pif a finanziare nuove iniziative all’interno e all’esterno del Regno, indipendentemente o in collaborazione con il settore pubblico e privato, senza il preventivo consenso del Consiglio.
Fino a quel momento si era seguita una politica di investimento prudente, ma la vera svolta sta avvenendo in questi anni, per la pianificazione del Saudi Vision 2030, di cui fa parte anche il prossimo Expo 2030 e che porterà a trasformare il Pif nel Fondo di investimento pubblico nel più grande fondo sovrano del mondo.
Il nuovo mercato
“Una enorme domanda per prodotti di alta qualità, sempre in crescita”, dichiara Vittorio Rocchi, amministratore delegato e socio di minoranza dell’azienda saudita Sitaf Saudi Company for Trade, attivo dal 2019 in Arabia Saudita, e tra i primi a importare prodotti di nicchia, soprattutto italiani, fino a diventarli diventare consolidati, come articoli di alta fascia, nel mercato.
“Negli ultimi anni si è assistito a una grande esplosione di prodotti freschi come latticini, burrata mozzarella, che finiscono settimanalmente e che importiamo dall’Italia. La richiesta di prodotti di lusso come caviale di alta qualità o il pesce crudo (finora sconosciuto in Arabia Saudita e importato soprattutto dal Giappone), dà la percezione di un mercato arabo in costante evoluzione ed estremamente curioso. Quest’anno chiuderemo il bilancio con 40 milioni di euro per 120 dipendenti: il nostro management è principalmente italiano diviso nelle due sedi a Ryadh e Jeddah. Per il futuro, data la forte richiesta di prodotti italiani da altri Paesi del Golfo, abbiamo aperto la neonata Sitaf Bahrain sempre controllata da Sitaf Saudi”.
Il primo caseificio saudita con tecnici italiani
E c’è invece chi ha pensato di costruire il primo caseificio saudita, con tecnici italiani. Emblematico il caso di Sana, caseificio ai margini della periferia meridionale di Riyadh. La proprietà dopo aver investito in settori diversi, soprattutto in quello dell’educazione, ha deciso di aprire in loco un caseificio per soddisfare la domanda sempre crescente di latticini.
Così Ibrahim Al Khalaf si è avvalso della consulenza di Antonio Ambrosio, che dopo aver aperto caseifici in Russia, Azerbajian e Australia è riuscito a trovare il giusto bilanciamento per creare mozzarelle e burrate in stile pugliese con latte di bufala saudita, dribblando le difficoltà dovute a un latte poco grasso e con poche proteine, nonché alle alte temperature esterne, lavorando 200 litri al giorno, con l’obiettivo di arrivare nei prossimi anni a una lavorazione a regime di 7000 litri. L’obiettivo? Quotarsi presto in borsa e sfruttare la ricchezza del latte saudita, primo produttore nei Paesi del Middle East e 20esimo al mondo.
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Diriyah, la città della terra
Un investimento da 63,2 miliardi di dollari, alla periferia settentrionale di Riyadh, Diriyah è uno dei cinque giga-progetti dell’Arabia Saudita sostenuti dal Pif, creando 178 mila posti di lavoro, con un’aspettativa di 50 milioni di visite all’anno. Uno dei più grandi e lussuosi disegni di sviluppo urbano al mondo, 14 kmq, che vedrà l’apertura di diversi hotel di lusso, alcuni per la prima volta in Middle East come per Orient Express, Capella Hotels and Resorts; Fauchon Hotel con sole 11 suites e un rooftop a 360 gradi sulla città; Armani Hotels, e il classico Caffè Armani, molto apprezzato dalla popolazione araba; Corinthia; Baccarat; Raffles; Rosewood.
Qurain Cultural District e Bujairi Terrace
Ha appena inaugurato la terrazza che diventerà uno dei luoghi più importanti per una cena di lusso nel regno saudita, la Bujari Terrace. Nel cuore del Qurain Cultural District, dove la cultura incontra la moderna vita urbana, il quartiere si amplierà con il Diriyah Art Futures, il primo hub di 12mila mq dedicato all’arte digitale nell’area del Golfo, disegnato dagli italiani Schiattarella Associati. “Volevamo dare l’impressione che l’architettura nascesse dalla terra” – spiegano gli architetti Amedeo, Andrea e Paola Schiattarella – Utilizzando l’arte najdi per costruire un linguaggio contemporaneo profondamente legato al luogo”.
Bah Samhan Hotel
Questo il primo hotel 5 stelle attivo, costruito nel cuore di Diriyah, dalla squisita architettura najdi, che richiama i motivi del “castello” originario della famiglia Al Saud, la dinastia saudita che è ancora oggi al governo del Paese, a 5 minuti a piedi dal nuovo hotel. “Il progetto prende il nome di Bashayer, società che gestisce il progetto e che significa letteralmente “buone notizie”, racconta Jerry Inzerillo, ceo di Diriyah Company Group, un progetto ambizioso che vuole unire 8 siti Unesco in Arabia Saudita all’insegna del lusso.
Dinner Incredible
“La sostenibilità del territorio e dei suoi prodotti di stagione è uno dei punti chiave per la nuova cucina gourmet improntata al lusso green” racconta Giorgio Diana, ideatore di Dinner Incredible. “Un incontro tra colleghi: per la seconda edizione a Riyadh hanno cucinato chef di nazionalità, religioni e culture diverse, un messaggio di condivisione, anche culinaria”. In primo piano l’ italiano Daniele Chiari, executive chef del Royal Protocol, che si prende cura di tutte le cerimonie che concernono la famiglia reale e la loro dieta. La terza edizione si terrà il prossimo anno con cene itineranti in tutta l’Arabia, presto disponibili su prenotazione.
Riyadh St Regis all’interno di Via Riyadh
L’ultima apertura del gruppo Marriott è in quello che è il centro commerciale più innovativo del quartiere diplomatico, il mastodontico via Riyadh. All’interno del nuovo St Regis Riyadh si trova la spa più grande di Riyadh, per oltre 1240 mq e la sontuosa suite presidenziale, per 245 mq. In cucina l’executive chef Yann Lohez, francese con tante esperienze stellate. Irrinunciabile la sosta al dining restaurant Jackie che sposa la nuova collaborazione con Ginori 1735, che firma con i piatti e le tovaglie. Ma la vera punta di diamante è lo Stella Sky Lounge, il ristorante con vista a 360 gradi su Via Riyadh.
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