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16 ottobre 2025

Come DiliTrust porta l’innovazione nelle direzioni legali con l’intelligenza artificiale

“Il tema non è più se adottarla, ma come farlo bene”, spiega il country manager Italia Fabrizio Gallotti
Come DiliTrust porta l’innovazione nelle direzioni legali con l’intelligenza artificiale

Elisa Serafini
Scritto da:
Elisa Serafini

Articolo tratto dal numero di ottobre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Nell’ultimo decennio il digitale ha trasformato intere unità aziendali. Un’area è stata però spesso esclusa: quella delle direzioni legali. Una rivoluzione è in corso oggi, grazie alle innovazioni del legaltech. Forbes Italia ha intervistato Fabrizio Gallotti, country Manager Italia di DiliTrust, realtà internazionale specializzata in soluzioni legaltech. DiliTrust sviluppa piattaforme per la gestione della governance, dei contratti e dei processi legali per rendere più efficienti e sicure le attività delle direzioni affari legali e societari.

Qual è lo stato di maturità del legaltech all’interno delle direzioni legali italiane?

In Italia prevalgono le pmi, spesso prive di direzione legale interna, mentre nei grandi gruppi e nei settori regolamentati la maturità è più alta e i progetti legaltech sono già avviati. Oggi il tema non è più se adottare, ma come farlo bene: l’IA ha reso evidente che e-mail e cartelle condivise non bastano per gestire processi critici. Servono piattaforme dedicate, veri crm del legale.

Quanto sono pronti i team ad affrontare questa trasformazione?

All’estero esistono già ruoli di legal operation, in Italia sono ancora rari. Cresce la necessità di competenze tecnologiche: il general counsel dovrà svilupparle per rafforzare il proprio ruolo di business partner, anche sul piano dei budget. La sfida principale resta il change management, cioè guidare persone e processi nell’adozione.

Quanto incide un’implementazione legaltech in azienda?

Nel legale, dove circolano dati sensibili come quelli del cda, continuare a usare l’e-mail è inefficiente e rischioso. Le aziende che investono in legaltech puntano a ridurre costi, aumentare compliance e produttività, valorizzando la funzione legale. Studi dimostrano che l’adozione di soluzioni clm (contract lifecycle management) genera, in media, un Roi del 324,5%.

Quale ruolo sta avendo l’IA nel contesto clm?

Oggi l’IA accelera la revisione, individua clausole rischiose, standardizza il redlining, genera sintesi e rende interrogabile il repository contrattuale. Ma funziona davvero quando si parte da basi solide. In questo quadro l’IA privata è preferibile a quella generica pubblica per tutela dei dati e auditabilità.

Quale impatto avranno queste implementazioni nel ruolo del general counsel?

Con una piattaforma unica per contratti, governance e processi, il general counsel gestisce rischi e performance, siede al tavolo delle decisioni numeri alla mano e guida l’adozione dell’IA. È così che la funzione legale passa da centro di costo a partner strategico, contribuendo direttamente alla crescita e alla cultura aziendale.

 

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