
Il 28 ottobre 2025, nella cornice contemporanea del Duomo Space di Milano, si è svolta la seconda edizione del Forbes AI Summit, un evento esclusivo firmato Forbes Italia dedicato a esplorare il presente e il futuro dell’intelligenza artificiale. La location, nel cuore pulsante della città, si è confermata come il luogo ideale per un confronto tra aziende, esperti e innovatori, grazie alla sua vocazione per eventi di alto profilo e al carattere tecnologico e avanguardista che rispecchia la filosofia dell’incontro.
Moderato dal managing editor di Forbes Italia, Daniel Settembre, il summit ha riunito leader d’impresa, accademici e pionieri del settore tecnologico in tre panel che hanno esplorato le sfide e le opportunità dell’AI nei suoi diversi ambiti: competitività del sistema Paese, etica e governance, e futuro del lavoro.
Come ha ricordato Settembre aprendo la serata, “l’intelligenza artificiale non è una semplice tecnologia, ma una rivoluzione economica, sociale e culturale. È una trasformazione che riguarda da vicino anche l’Italia, un Paese fatto di distretti e PMI che possono trarre enormi benefici da una visione condivisa tra pubblico e privato”.
Il primo panel, intitolato “AI per la competitività del sistema Italia”, ha affrontato il tema di come l’intelligenza artificiale stia già trasformando le imprese, la pubblica amministrazione e le filiere strategiche del Paese.
Protagonisti del confronto: Massimiliano De Carolis, ceo di Sirti Digital Solutions; Alessandro Barbesta, head of sales B2B and education di Acer Italia; Stefano Novaresi, ceo di Knapp Italia; e Fabrizio Fontana, pre-sales manager di Deda.
De Carolis ha evidenziato il ruolo dell’intelligenza artificiale come strumento per ottimizzare infrastrutture digitali e fisiche, sottolineando come “il software e l’AI siano l’unico modo per rendere le infrastrutture più efficienti e compatibili con i tempi brevi della transizione economica. La softwareizzazione delle reti è la chiave per aggiornare il sistema Italia con un nuovo ‘sistema operativo’”.
Barbesta ha posto l’accento sulla necessità di rendere l’intelligenza artificiale accessibile e utile per il tessuto economico nazionale: “La PMI italiana deve investire in AI non per fare di più, ma per farlo meglio. È uno strumento per liberare tempo, innovare e rendere il lavoro più umano”.
Acer, ha ricordato, sta investendo fortemente in tre aree: sanità, education e manifattura, promuovendo programmi che avvicinano scuole e imprese alla cultura dell’AI.
Dal punto di vista logistico, Novaresi ha raccontato come Knapp Italia utilizzi l’intelligenza artificiale per ottimizzare i processi della supply chain di grandi gruppi internazionali. “La logistica – ha spiegato – è un settore dove l’AI ha già un impatto tangibile: consente di simulare colli di bottiglia, prevedere ritardi e ottimizzare l’allocazione delle risorse. È una tecnologia che porta la visibilità end-to-end nelle catene globali del valore”.
Fontana, rappresentando Deda, ha portato l’esperienza italiana nell’AI applicata ai processi decisionali aziendali: “L’intelligenza artificiale è più utile quando supporta, e non sostituisce, l’essere umano. In settori come energia, retail e manifattura, permette di pianificare in modo più accurato, integrando dati interni ed esterni per ottimizzare costi e investimenti”.
Nel secondo giro di confronto, il tema si è spostato sulla necessità di una collaborazione pubblico-privato e sulla sfida europea rispetto a Stati Uniti e Cina. De Carolis ha sottolineato come “oggi l’Europa rischi di rimanere indietro: investe meno, regola di più. L’Italia deve accelerare, puntando su infrastrutture e data center per costruire la propria autonomia digitale”.
Il panel si è chiuso con una riflessione condivisa: l’AI può diventare il motore della crescita italiana solo se accompagnata da una cultura del rischio, formazione continua e un cambio di mentalità imprenditoriale.
Il secondo panel ha affrontato un tema cruciale: come garantire che l’intelligenza artificiale si sviluppi in modo sicuro, trasparente e centrato sull’uomo.
A discuterne, Leonardo Forzoni, presidente e amministratore delegato di Canon Medical Systems Italia; Francesco Di Ciommo, ceo di Consulting Digital ESG; e Giovanni Pasquali, AI innovation manager di Yellow Tech e membro del comitato etico di AIFIA.
Forzoni ha illustrato l’approccio di Canon Medical al tema etico: “Nel nostro settore la sicurezza del paziente e la protezione dei dati sono fondamentali. L’AI deve migliorare la confidenza diagnostica senza mai sostituire il giudizio umano”. Canon, ha aggiunto, integra l’AI direttamente nei propri sistemi diagnostici, in modo “trasparente ma efficace, nel rispetto dei principi di conformità e responsabilità”.
Di Ciommo ha approfondito la prospettiva della governance etica: “La sostenibilità oggi passa anche attraverso la gestione responsabile dell’intelligenza artificiale. Le aziende devono dotarsi di framework chiari per integrare principi ESG e accountability nei processi di sviluppo tecnologico”. Ha poi ricordato come la governance dell’AI non riguardi solo gli sviluppatori, ma “i board e gli stakeholder che devono comprendere rischi e opportunità di questa rivoluzione”.
Pasquali ha posto l’accento sulla formazione etica come fondamento di un ecosistema digitale sicuro: “Senza consapevolezza, non c’è fiducia. È essenziale insegnare non solo a usare l’AI, ma a comprenderne le implicazioni. L’etica non deve restare teoria: serve tradurla in comportamenti e processi concreti”.
Nel secondo round di interventi, si è discusso su come costruire fiducia tra cittadini e tecnologie. Forzoni ha ribadito l’importanza della trasparenza nella comunicazione: “Non basta rispettare le norme, bisogna anche saperle spiegare. La fiducia nasce dal dialogo”.
Pasquali ha concluso sottolineando che “le aziende che integrano la responsabilità nel loro DNA oggi saranno le uniche ad avere un vantaggio competitivo domani”.
Il terzo e ultimo panel ha spostato il focus sul futuro del lavoro, esplorando l’impatto dell’AI sulle competenze, sulla formazione e sui nuovi modelli organizzativi.
Ne hanno discusso Sara Pellachin, head of enterprise solutions di Teads; Carlo Bertelli, founder e ceo di Wolico; ed Eugenio Azzinnari, fondatore di Cogit AI.
Bertelli, giovane imprenditore e voce riconosciuta nel mondo dell’innovazione, ha raccontato la sua esperienza: “Dopo anni nello sport-tech, ho capito che l’AI non serve a sostituire l’intuizione umana, ma a potenziarla. L’innovazione nasce dal punto d’incontro tra visione e tecnologia”.
Pellachin ha invece descritto l’impatto dell’automazione sul mondo dei media: “L’AI sta ridefinendo i ruoli e i processi creativi. Alcune mansioni scompaiono, ma ne nascono di nuove, ibride, che uniscono creatività e data analysis. La sfida è saper leggere i dati senza perdere l’emozione del messaggio”.
Azzinnari ha parlato della costruzione di una cultura aziendale adattiva: “L’AI evolve ogni giorno. Per questo serve un mindset in costante apprendimento. Nelle nostre aziende introduciamo routine di aggiornamento continuo per restare al passo con l’innovazione”.
Il panel ha messo in luce un punto comune: la tecnologia non sostituisce l’uomo, ma ne amplifica le capacità. Come ha sottolineato Pellachin, “l’AI non misura ancora l’impatto emotivo o creativo di una campagna, ma può aiutarci a comprenderlo meglio”.
A chiudere la serata, Daniel Settembre ha ringraziato gli speaker e i partner che hanno reso possibile l’evento, ricordando che “l’intelligenza artificiale è uno strumento potente, ma resta sempre un prodotto dell’intelligenza umana. Sta a noi decidere come usarla”.
Il Forbes AI Summit 2025 si è concluso con un networking dinner al Duomo Space, un momento di confronto e dialogo tra i protagonisti dell’innovazione, pensato per favorire sinergie e nuovi progetti tra imprese, istituzioni e startup.
L’evento, organizzato da Forbes Italia, ha confermato il proprio ruolo come piattaforma di riferimento per la cultura dell’innovazione e dell’AI in Italia, con il supporto dei partner che hanno contribuito alla sua realizzazione e alla diffusione dei contenuti.
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