
Nel cuore produttivo della Lombardia, tra distretti manifatturieri storici e nuove filiere tecnologiche, Forbes Italia ha scelto Varese come tappa del roadshow Small Giants, il format dedicato alle piccole e medie imprese. L’appuntamento del 26 novembre ha riunito imprenditori, manager e rappresentanti del territorio al Palace Grand Hotel, luogo simbolo del legame tra tradizione, visione e capacità di rinnovarsi.
Ad aprire i lavori, Mario Villani, amministratore delegato de I Palazzi Historic Experience Hotels, ha sottolineato: “Investire sul territorio significa anche preservare la storia e trasformarla in esperienza. Le imprese locali hanno il compito di innovare senza dimenticare le radici culturali che le rendono uniche”.
A seguire, l’intervento di Luca Donelli, vicepresidente di Confindustria Varese, ha restituito una fotografia nitida dell’economia locale: un sistema produttivo resiliente, ad alto tasso di export, ma oggi attraversato da tre fragilità chiave — digitalizzazione ancora incompleta, scarsità di competenze e necessità di investimenti continui. Per Donelli, la strada passa da politiche più incisive per formazione, attrazione dei talenti e sostegno agli investimenti nelle Pmi: “Le imprese devono poter contare su infrastrutture tecnologiche solide e su un capitale umano preparato: solo così potranno competere a livello internazionale.”
Il primo panel ha esplorato quanto l’innovazione rappresenti oggi una condizione imprescindibile per la competitività delle imprese varesine. Alessio Pozzi, senior key account di Asus Italia, ha evidenziato come l’integrazione dell’intelligenza artificiale e di tecnologie ibride stia accelerando anche nel mondo delle Pmi: “Le aziende chiedono soluzioni semplici, affidabili e immediatamente applicabili. La vera sfida è portare l’AI dal data center direttamente sul pc dell’utente, dove velocità e sicurezza sono cruciali”.
Per Sergio Contesi, deputy director di SBS Steel Belt Systems, l’innovazione è un percorso lungo decenni: dalla meccanica tradizionale alla digitalizzazione dei processi industriali. Oggi l’azienda investe in sensoristica, sistemi predittivi e automazione intelligente: “Non è solo una questione di tecnologia: è cambiare il mindset aziendale, imparare a leggere i dati e anticipare problemi prima che diventino criticità”.
Camilla Buttà, chief sustainability officer di Vector, ha raccontato un’azienda nata nel 1978 e cresciuta puntando sulla capacità di integrare tecnologia e logistica internazionale: “L’innovazione non si ferma alla tecnologia: parte dalla cultura aziendale, dall’educazione del personale a guardare criticamente i processi e a proporre miglioramenti concreti”.
Sul ruolo della leadership è intervenuta Marinella Sartori, ad di Wyser: “Servono leader capaci di leggere i cambiamenti, usare i dati e valorizzare il capitale umano. In molte Pmi italiane, il salto culturale precede quello tecnologico: la tecnologia senza una visione manageriale non porta risultati”.
Il secondo panel ha mostrato come la relazione tra impresa e territorio sia ancora un pilastro della competitività varesina. Giovanni Maria Gaiti, senior analyst di Patrigest – Gruppo Gabetti, ha evidenziato come la riqualificazione del patrimonio immobiliare stia diventando uno dei driver principali per la sostenibilità di lungo periodo: “Investire sugli immobili significa anche investire sulla comunità: creare spazi efficienti, sicuri e vivibili aumenta il valore del territorio e la qualità della vita delle persone che vi lavorano”.
Elena Carlino, corporate travel director di Gattinoni Business Travel, ha sottolineato il ruolo strategico della mobilità: “Un territorio cresce quando cresce la sua accessibilità: facilitare spostamenti, connessioni e trasferte aziendali significa dare ossigeno all’economia locale e favorire nuove opportunità di business”.
Sul fronte delle infrastrutture digitali, Alberto Rondelli, area manager di Vianova, ha descritto una domanda crescente di servizi cloud e cybersecurity anche da parte delle micro-imprese: “La continuità operativa non è più un optional. Anche un’interruzione minima può costare caro, per questo investiamo in soluzioni su misura che garantiscano sicurezza e affidabilità”.
Infine, Stefano Berutti, responsabile della Divisione Automotive di SPM, ha ricostruito i passaggi più significativi di una storia industriale iniziata nel 1954: “Dal territorio abbiamo tratto competenze, filiere e relazioni. Sono gli stessi elementi che ci permettono oggi di competere sui mercati globali e di innovare in maniera sostenibile”.
Le immagini della serata
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