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4 dicembre 2025

La leadership del Gruppo San Donato nella sanità italiana con Marco Centenari

Con 63 sedi e tre Irccs, il Gruppo San Donato è la prima azienda in Italia in campo ospedaliero.
La leadership del Gruppo San Donato nella sanità italiana con Marco Centenari

Fulvio di Giuseppe
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Fulvio di Giuseppe

Contenuto tratto dal numero di novembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Con 63 sedi e tre Irccs, il Gruppo San Donato è la prima azienda in Italia in campo ospedaliero. “Forniamo un servizio pubblico a tutti gli effetti”, dice l’amministratore delegato, Marco Centenari.

Fondato nel 1957, il Gruppo San Donato (Gsd) è oggi fra i primi gruppi ospedalieri europei e il primo in Italia. Ha 63 sedi, di cui tre Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), e cura oltre cinque milioni di pazienti all’anno. Questi numeri si traducono in una capillare presenza in tutte le principali province lombarde, alle quali si aggiunge Bologna. A giugno la carica di amministratore delegato è stata affidata a Marco Centenari, ingegnere chimico con un mba alla Bocconi, che ha maturato esperienze in ambito industriale e finanziario prima di intraprendere il percorso nel settore sanitario. Da oltre 20 anni è manager nel Gruppo San Donato.

Qual è il vostro posizionamento, oggi, all’interno del sistema sanitario italiano?
Il Gruppo San Donato occupa una posizione di assoluta leadership nella sanità italiana. Oggi gestiamo una rete di oltre 60 strutture tra ospedali di ricerca e universitari, policlinici e poliambulatori, con una capacità di oltre settemila posti letto. Questo ci rende un partner fondamentale del Sistema sanitario nazionale, perché forniamo a tutti gli effetti un servizio pubblico.

Negli ultimi anni avete avviato un percorso di internazionalizzazione, con investimenti e partnership all’estero. Quali sono le direttrici principali?
Abbiamo consolidato la nostra posizione in Europa, con l’acquisizione, in Polonia, prima del gruppo American Heart of Poland e poi di Scanmed. Vogliamo anche esportare competenze, modelli organizzativi e cultura clinica e lo stiamo facendo in Medio Oriente e in Nord Africa. In Iraq, ad esempio, il governo locale ci ha affidato la gestione di due ospedali universitari e stiamo chiudendo accordi anche in Albania, Arabia Saudita, Egitto, Siria e Libia.

Innovazione tecnologica, IA e ricerca. Qual è la vostra strategia in questo campo?
Siamo gli unici in Italia a disporre di tre Irccs: l’Ospedale San Raffaele, il Policlinico San Donato e l’Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, che rappresentano il cuore della nostra attività scientifica, insieme all’Università Vita-Salute San Raffaele. Solo al San Raffaele operano oltre 1.700 ricercatori, con più di 3.400 pubblicazioni scientifiche annue, 800 brevetti attivi e 100 laboratori high-tech. E con il nuovissimo AI-Hub, il Centro di intelligenza artificiale, medici e ricercatori possono fare esperienza concreta sui big data provenienti dal real-clinical world.

Come vede il futuro del sistema e quale contributo potete offrire?
Il futuro della sanità dipende dalla capacità di affrontare tre sfide cruciali: invecchiamento della popolazione, sostenibilità economica del sistema e riduzione delle disuguaglianze. Gsd intende essere protagonista: vogliamo dimostrare che è possibile coniugare eccellenza clinica con efficienza gestionale, ricerca di frontiera con sostenibilità sociale.