L'impianto sarà in Germania e dovrebbe produrre materiale per 500mila batterie per veicoli elettrici all'anno
Vulcan Energy ha ottenuto un finanziamento da 2,56 miliardi di dollari per realizzare Lionheart, il più grande progetto europeo di produzione di litio, in Germania. L’impianto dovrebbe produrre materiale sufficiente per circa 500mila batterie per veicoli elettrici all’anno. Il pacchetto finanziario, sostenuto da istituzioni europee e agenzie pubbliche, arriva dopo due rinvii causati dal crollo del prezzo del litio, che ha rallentato molti progetti nel mondo. Con questi fondi, la società prevede di avviare i lavori già questa settimana. Per il primo decennio Vulcan punta a produrre 24mila tonnellate l’anno di idrossido di litio, quasi totalmente già contrattualizzate con gruppi come Stellantis, Umicore e Glencore.
Punti chiave
- Vulcan Energy ha chiuso un finanziamento da 2,56 miliardi di dollari che permette di avviare il progetto Lionheart.
- Il crollo dei prezzi del litio ha messo sotto pressione l’intero settore, causando ritardi globali e frenando sia gli investitori, sia le case automobilistiche.
- Il progetto tedesco punta a produrre 24mila tonnellate annue di idrossido di litio, quantità sufficiente per mezzo milione di batterie per auto elettriche.
- Oltre il 90% della produzione del primo decennio è già venduto a gruppi industriali europei, garantendo stabilità di ricavi nonostante la volatilità del mercato.
- La timeline del progetto si è allungata più volte: prima 2023, poi 2025. Oggi la produzione è attesa nel 2028, con l’avvio dei lavori fissato per questa settimana.
I tasselli del finanziamento
Vulcan Energy è un’azienda australiana specializzata nell’estrazione di litio geotermico a basse emissioni, una tecnologia che combina produzione di energia rinnovabile e recupero del metallo. È una delle realtà più innovative nel panorama delle materie prime critiche.
Il finanziamento da 2,56 miliardi è il tassello decisivo per sbloccare Lionheart. Il pacchetto è complesso e ha vari livelli: accanto alle sovvenzioni pubbliche e ai prestiti agevolati, sostenuti da agenzie governative europee e tedesche, partecipano la Banca europea per gli investimenti, cinque agenzie di credito all’esportazione e sette grandi banche commerciali. A questa struttura si aggiunge un aumento di capitale fino a 603 milioni di euro da parte degli investitori, mentre la parte restante del finanziamento arriva da linee di debito e garanzie pubbliche per sostenere un progetto considerato strategico per l’autonomia industriale europea.
Il mercato del litio
Il contesto in cui nasce il progetto è particolarmente complesso. Il prezzo del litio è crollato sotto i 10mila dollari a tonnellata, dai picchi di oltre 70mila del 2023, a causa di due fattori principali: l’aumento dell’offerta globale (in particolare dalla Cina e dall’Australia) e un rallentamento della domanda di veicoli elettrici rispetto alle attese di qualche anno fa. Questo squilibrio ha pesato sulla fiducia degli investitori e ha reso le case automobilistiche più caute nel sottoscrivere contratti di lungo periodo, contribuendo ai ritardi di molti progetti, incluso Lionheart.
Gli acquirenti
Sul fronte commerciale, Vulcan Energy ha comunque costruito un portafoglio di clienti robusto. Circa il 90% della produzione dei primi dieci anni è già coperto da contratti che prevedono una combinazione di prezzi fissi e bande minime/massime, assicurando prevedibilità dei ricavi anche in un mercato volatile. Tra i principali acquirenti figurano Stellantis, Umicore e Glencore, mentre un precedente accordo con Renault è stato sciolto per liberare volumi destinati ad altri compratori. In questo modo, Vulcan si colloca al centro del tentativo europeo di sviluppare una filiera del litio indipendente dalla Cina, puntando su un progetto che combina produzione locale, stabilità contrattuale e sostegno pubblico.
LEGGI ANCHE: La guerra del litio: dentro la sfida tra Europa e Cina per il petrolio del XXI secolo