Da non perdere |Good Stories
4 dicembre 2025

Loddj trionfa alla finale italiana del Tour Music Fest: chi è il miglior dj italiano del 2025

Emerge un artista milanese che unisce house, disco funk e French Touch, tra debutti di successo e una forte identità artistica
Loddj trionfa alla finale italiana del Tour Music Fest: chi è il miglior dj italiano del 2025

Enzo Argante
Scritto da:
Enzo Argante

Il 2025 segna un traguardo fondamentale nella carriera di Loddj: trionfa alla finale italiana del Tour Music Fest (Tmf) – The European Music Contest, raggiungendo le finali europee e detenendo il riconoscimento di miglior dj italiano. Vincere il Tmf significa imporsi nel più grande concorso musicale d’Europa.

Un trampolino internazionale che consacra il talento di Loddj nella nuova scena elettronica

Attivo da 17 anni, il festival è un punto di riferimento imprescindibile per la musica emergente, noto per essere un ecosistema formativo d’eccellenza (in partnership con la Berklee College of Music di Boston) e un trampolino di lancio che ha visto passare artisti poi divenuti star come Mahmood, Ermal Meta, Ariete e Federica Carta. La commissione artistica generale vede la partecipazione di figure di spicco della discografia internazionale, come la star americana Kara DioGuardi (ex giudice di American Idol e autrice per star come Pink) e professionisti italiani del calibro di Paola Folli. Il successo del dj e producer milanese assume dunque un valore ancora più rilevante se inquadrato in questi numeri: Loddj è emerso su oltre 28.000 artisti provenienti da 13 nazioni diverse, superando le rigide selezioni delle Live Audition europee.

Loddj

Nella cornice della Repubblica di San Marino, Loddj ha convinto una commissione tecnica di categoria d’eccezione, composta da figure di spicco del panorama clubbing e produttivo: Andrea Mazzantini (in arte Mazay), Massimo Pegoraro (Modvs), Luca Adami (Luca Doobie) e Gabriele Vesigna (Vesy). A spiegare le motivazioni del verdetto è stato proprio Mazay che, nell’intervista post-gara, ha definito Loddj un profilo ‘on focus’, termine utilizzato per descrivere un artista centrato e pronto per il salto professionale. La giuria è rimasta colpita da uno stile definito come ‘ben preciso e fresco’ e da un’identità artistica ‘molto decisa e molto chiara’, individuando in Loddj il produttore con la maggiore qualità e prontezza per proiettarsi nell’industria musicale attuale. Questa vittoria, unita al supporto di giganti internazionali come Jamie Jones, Albert Marzinotto e Mazay, conferma Loddj come una delle più solide promesse della scena elettronica italiana.

Dalle radici disco al successo internazionale: l’ascesa del giovane producer milanese

Simone Loddi (in arte Loddj) è un dj e producer classe 1999 di base a Milano. La sua identità sonora è una fusione ricercata di house music, disco funk e french touch. Il 2024 rappresenta l’anno della sua affermazione discografica: entra nel roster dell’etichetta Till:Am Records pubblicando due tracce in collaborazione con Albert Marzinotto, Just a Groove e What’s The House. Quest’ultima ottiene un riscontro di prestigio, conquistando il supporto internazionale di Jamie Jones, che la seleziona per il suo radioshow Hot Robot Radio, proiettando di fatto Loddj tra i profili più interessanti della nuova scena House.

Loddj

Le radici del suo percorso, tuttavia, si trovano nel suo singolo di debutto, Le Fil Rouge, che vede la partecipazione vocale di Manuela De Pretto: una vera e propria griffe sonora che ha stupito anche i giudici del Tour Music Fest. Questo brano ha definito fin da subito la sound signature di Loddj, portando con sé un messaggio profondo: concepita come un inno alla disco music, la traccia è un invito diretto ai clubbers a seguire il leggendario “filo rosso”. È una metafora che esorta a riscoprire l’autenticità, a essere se stessi per tutta la durata della notte e a lasciarsi trasportare dal flusso musicale senza distinzioni di genere, abbigliamento o estrazione sociale. Un manifesto che esprime la speranza di un ritorno agli spazi di intrattenimento intesi come luoghi di unione e non di divisione.

Dal digging ai filtri analogici: la matrice French Touch che alimenta il suo stile

L’approccio artistico di Loddj è visceralmente legato al formato fisico: è un appassionato collezionista di vinili e un avido ‘digger’. La sua ricerca è costante e orientata verso gemme nascoste, con una particolare predilezione per le release del 1999 (suo anno di nascita) e per dischi dimenticati, recuperati tra mercatini e negozi specializzati. È proprio da questa indagine musicale sui dischi house a cavallo tra fine anni ’90 e inizio 2000 che nasce la sua forte ispirazione francese. Loddj attinge a piene mani dall’estetica del French Touch, la corrente elettronica nata in Francia che ha dominato le classifiche globali rivoluzionando il genere. Nelle sue produzioni si ritrovano infatti gli elementi cardine di quello stile: il campionamento creativo di dischi disco funk e soul degli anni ’70 e ’80, l’uso incisivo di drum machine iconiche (come la Roland TR-909) e, soprattutto, l’utilizzo massiccio di effetti di modulazione e filtri (Phaser, Flanger, Low-pass). Una tecnica che Loddj reinterpreta in chiave moderna, mantenendo vivo quel calore analogico che ha fatto la storia del genere.