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9 dicembre 2025
Dal primo ufficio a Montmartre al ruolo globale nella comunicazione: il gruppo ripercorre la sua storia con una produzione che unisce archivi storici e intelligenza artificiale
Publicis Groupe, uno dei principali player globali della pubblicità, celebra i suoi cento anni con uno sguardo rivolto al futuro, tra storia, innovazione e nuove tecnologie. Per il centenario, il gruppo ha scelto di valorizzare la propria eredità con una produzione cinematografica che unisce creatività e intelligenza artificiale.
Com’è nata Publicis Groupe
La narrazione parte dal 1926, quando il ventenne Marcel Bleustein-Blanchet apre il suo primo ufficio a Montmartre, a Parigi. Nonostante il padre lo scoraggi definendo la pubblicità “aria e vento”, decide di andare avanti. Quella che nasce come una piccola agenzia diventerà un gruppo internazionale della comunicazione e del marketing. Negli anni Trenta, Publicis è tra i pionieri della pubblicità radiofonica con Radio Cité, che oltre a introdurre nuove forme di comunicazione commerciale, contribuisce a lanciare artisti come Édith Piaf e Charles Trenet.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Bleustein-Blanchet entra nella Resistenza e, dopo aver servito al fianco del generale De Gaulle e nell’ottava Armata statunitense, rientra a Parigi per far crescere la sua agenzia. Negli anni successivi, Publicis continua a espandersi e nel 1959 inaugura il Drugstore degli Champs-Élysées, che diventa un punto di riferimento della vita parigina, frequentato anche da figure note come Brigitte Bardot e Alain Delon.
Gli anni Sessanta e Settanta rappresentano una fase di forte sviluppo creativo, con campagne iconiche – come quelle di DIM – che entrano nell’immaginario dell’epoca. In questi anni entra in azienda anche un giovane Maurice Lévy, destinato a diventare il successore del fondatore. Il 1972 è segnato da un incendio che distrugge gli uffici del gruppo, ma anche dall’avvio di una nuova fase di ricostruzione guidata da Lévy, che porterà Publicis verso la trasformazione digitale e a importanti acquisizioni internazionali, da Leo Burnett a Saatchi & Saatchi, fino a Digitas e Sapient.
Tra gli anni Novanta e i Duemila, il Gruppo consolida il proprio ruolo globale, rafforzandosi nell’ambito della comunicazione e affermandosi come uno dei principali attori della trasformazione digitale del settore.
L’Intelligenza Artificiale al servizio della creatività
A 100 anni dalla sua fondazione, Publicis non solo celebra il suo passato, ma guarda anche al futuro. E per farlo, ha scelto un film che unisce la magia della tecnologia e l’ingegno umano.
Arthur Sadoun, presidente e ceo di Publicis Groupe, ha dichiarato: “Il 2026 sarà un anno speciale per noi, poiché chiuderemo il nostro primo secolo. Un secolo che ha visto il Gruppo risorgere dalle ceneri per tre volte – talvolta letteralmente – e reinventarsi molte altre. È questo spirito di resilienza che ci ha contraddistinti per 100 anni e che si riflette nei nostri Wishes: un Leone non si arrende mai.”
Il film “A Lion Never Gives Up”, realizzato da Publicis Conseil, l’agenzia creata dallo stesso Bleustein-Blanchet, è per un quarto composto da riprese live action con attori reali, mentre il resto è stato creato grazie all’AI, utilizzando una vasta gamma di foto, filmati e documenti storici degli archivi del Gruppo. Con 4.500 immagini e 150 inquadrature individuali, gli artisti e gli archivisti AI hanno gestito e catalogato un enorme volume di asset visivi, sia reali che generati dall’intelligenza artificiale.
Il montaggio del film è stato un processo completamente reinventato: ogni inquadratura poteva essere rigenerata da zero, offrendo una libertà creativa senza precedenti. Come dice Sadoun, “Il futuro dell’AI sono le nostre persone”.
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