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11 dicembre 2025

Perché rigenerare le case è fondamentale per risolvere la crisi abitativa (e quella climatica)

Le metropoli vivono una costante espansione, accompagnata a un grave problema di accesso all’abitare
Perché rigenerare le case è fondamentale per risolvere la crisi abitativa (e quella climatica)

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Di Lorenzo Lipparini, relazioni istituzionali – EnergieSprong Italia

Italia ed Europa vivono da anni una crisi demografica sempre più evidente, cui si sottraggono i soli grandi centri urbani. A fronte di una decrescita generalizzata della popolazione, le metropoli vivono, al contrario, una costante espansione, accompagnata a un problema di accesso all’abitare che riguarda sia i cittadini meno abbienti, sia il ceto medio. Le case non bastano e dove sono presenti abitazioni di proprietà si pone il tema di come conservarne il valore, di fronte all’inevitabile obsolescenza e alla necessaria transizione ambientale.

Una questione europea

Il tema è ben noto al legislatore, anche a livello comunitario: per cercare di dare risposte, il Parlamento europeo ha istituito una Commissione speciale sulla crisi degli alloggi nell’Unione europea, presieduta dall’italiana Irene Tinagli, e ha raccolto un gruppo di esperti che hanno formulato raccomandazioni molto precise. C’è bisogno di incrementare l’offerta di alloggi, e non solo attraverso la nuova costruzione, ma anche con il recupero del nostro abbondante patrimonio costruito, che va reso più efficiente, messo in sicurezza, rigenerato e rimesso sul mercato. Parliamo, solo in Italia, di decine di milioni di case. Ma come rendere accessibile la transizione senza creare disuguaglianze? 

Per affrontare un numero così grande di interventi nel poco tempo a disposizione c’è bisogno di investimenti che, se diretti sull’aggiornamento del settore delle costruzioni, possono avere un effetto moltiplicatore, con benefici sulla compressione dei costi e la riduzione dei tempi di intervento, a tutto vantaggio degli utenti finali. È necessario industrializzare il comparto, recuperando efficienza e puntando a un prêt-à-porter delle costruzioni in grado di velocizzare i cantieri fino al 40% e abbassare i costi fino al 30%, in modo coerente agli obiettivi climatici, e mettendo al sicuro gli investimenti nel mattone delle famiglie: gli edifici non riqualificati perdono valore più rapidamente, creando un divario crescente tra chi vive in case efficienti e chi resta in immobili che costano e consumano troppo e valgono sempre di meno.

Gli interventi di rigenerazione

Questi temi sono stati al centro dei Renovation Days organizzati da Edera dal 26 al 28 novembre a Base Milano, dove, davanti a oltre 700 registrati italiani e internazionali, è emerso che intervenire in modo profondo e sistematico sul patrimonio costruito è possibile. I modelli europei mostrano che la riqualificazione industrializzata consente di rigenerare interi quartieri in tempi certi e brevi, con qualità costanti, costi sostenibili e soluzioni innovative e scalabili.

A livello europeo sono state rigenerate già oltre 50mila abitazioni con soluzioni industrializzate di riqualificazione, e si assiste ora a un mercato più stabile, con patrimoni abitativi più sicuri, efficienti e meno esposti al rischio energetico. Anche in Italia l’andamento delle riqualificazioni offsite sta seguendo un andamento incrementale e si sono da poco superate le mille abitazioni.

Il caso Milano

A supportare questa transizione c’è un lavoro portato avanti grazie alla ricerca applicata europea e alla lungimiranza di realtà filantropiche, come Fondazione Cariplo, che ha consentito a Edera di lavorare per la messa a punto di un modello replicabile di riqualificazione industrializzata per il comparto residenziale pubblico, applicato al patrimonio del Comune di Milano. I Renovation Days sono stati il palcoscenico per presentare i primi risultati concreti di questo lavoro: 58 aziende si sono raccolte in cordate concorrenti per proporre 16 soluzioni innovative per riqualificare le case popolari milanesi e italiane nella Call for Solutions Next Gen Erp. 

Le analisi del portafoglio Erp milanese, elaborate da Edera, hanno evidenziato che più del 30% delle circa 28mila abitazioni di edilizia residenziale pubblica comunali è costituito da tre tipologie edilizie ricorrenti e che il 53% di questi ha un alto potenziale di riqualificazione energetica industrializzata. Pertanto, in un’ottica di risparmio di risorse, affrontare la riqualificazione di tali edifici in modo aggregato, trovando la migliore soluzione per replicarla in modo scalabile, si presenta la via più efficace e conveniente da seguire.

Una trasformazione obbligata

Questo approccio si sta dimostrando vincente ed è alimentato e reso concorrenziale dal crescente numero di gestori di immobili pronti ad applicarlo. I comuni di Roma, Napoli, Brindisi e Vicenza hanno già avviato un progetto EnergieSprong sul proprio patrimonio pubblico. 

In anni di superbonus il privato più organizzato ha saputo beneficiare di condizioni irripetibili per riqualificare appena il 3% degli edifici. Per completare l’opera, in un contesto di incentivi sempre più esigui, la strada dell’innovazione industriale è oggi obbligata anche per quel mercato, il cui contributo sarà fondamentale per affrontare l’emergenza abitativa. Democratizzando la riqualificazione.

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