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11 dicembre 2025
Competenze digitali, modelli organizzativi agili e Ai come leva strategica per un Ssn più equo ed efficiente
di Alice Iadecola
Il 10 dicembre si è tenuto a Roma, presso il Ministero della Salute, un confronto sul futuro della sanità digitale italiana, la cui ricerca è stata commissionata dal Forum Nazionale della Salute Digitale. Un’analisi nata dalla collaborazione con il Ministero della Salute, Agenas e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale. L’evento ha riunito istituzioni, professionisti sanitari ed esperti di digitalizzazione.
Ad aprire la giornata è stato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha tracciato la cornice politica entro cui si muove il processo: “La trasformazione digitale è una delle sfide più importanti sui cui siamo impegnati. Come noto, il ministero della Salute è fortemente impegnato su questo fronte, con riforme e investimenti legati al Pnrr, per costruire un sistema più sostenibile e garantire un accesso sempre più equo ai servizi sanitari. Sappiamo bene quanto le nuove tecnologie possano aiutarci ad aprire nuove prospettive e migliorare i servizi, oltre che ottimizzare le strategie di cura. Colgo questa occasione per ribadire che il ruolo fondamentale resta quello svolto dai nostri professionisti, che dentro questo processo di modernizzazione devono vedere valorizzato il proprio impegno e amplificata la portata delle proprie attività. È quindi dall’organizzazione del lavoro, oltre che naturalmente dalla formazione, che si deve partire”.
La formazione digitale come priorità
I dati presentati durante l’appuntamento raccontano che il personale sanitario mostra un interesse crescente verso le tecnologie digitali. Tuttavia, per molti queste restano aree sono ancora poco familiari. Su 1.144 professionisti coinvolti — 26% medici di medicina generale e 74% specialisti — una quota rilevante non si ritiene adeguatamente informata sulle innovazioni digitali (46% dei MMG e 40% degli specialisti). Inoltre, l’Intelligenza artificiale, pur centrale nel dibattito pubblico, risulta lo strumento meno utilizzato. Un tema evidenziato da Giuseppe Petrella, presidente Irccs Crob, che ha sottolineato come l’AI rappresenti una delle sfide più rilevanti del percorso e che l’innovazione potrà realmente consolidarsi solo mettendo la formazione digitale come priorità.
Verso una cultura condivisa
Il tema della cultura, intesa come condizione abilitante della trasformazione digitale, è stato il fil rouge dell’incontro. “Ogni trasformazione organizzativa ha bisogno di un cambio culturale”, ha spiegato Americo Cicchetti, commissario straordinario Agenas.
Una visione condivisa dal sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, che ha sottolineato: “La trasformazione digitale della sanità richiede un forte equilibrio tra tecnologia e fattore umano. La sanità digitale rappresenta un nuovo Rinascimento, che si compie con il coinvolgimento di interlocutori autorevoli: dalle istituzioni nazionali a quelle territoriali. Una prospettiva sostenibile pretende infatti una partecipazione collettiva e consapevole”.
Infatti, nel corso della giornata, è emerso con particolare evidenza il peso delle resistenze culturali, uno degli ostacoli più incisivi nel rallentare l’adozione delle nuove tecnologie. A queste si aggiungono le già discusse difficoltà tecniche, le carenze di formazione, una governance non sempre allineata e i timori persistenti legati alla privacy.
Le priorità del 2026: modelli, governance e competenze
Alessandro Stecco, direttore del Centro Studi Telemedicina e Sanità Digitale Upotelemed, ha evidenziato le priorità per il 2026: modelli organizzativi agili, governance condivisa, percorsi formativi continui e competenze più avanzate in ambito cybersecurity. Un’evoluzione che, come ricordato da Francesco Saverio Mennini – capo Dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn – “deve rimanere saldamente ancorata alla centralità del paziente e a una formazione omogenea sul territorio nazionale”.
La formazione continua è fondamentale per l’innovazione digitale quanto la collaborazione tra tutti i soggetti interessati. Andrea Costa, consulente del Ministro della Salute, ha infatti richiamato l’importanza di un lavoro corale: “le grandi sfide si riescono a cogliere se si riesce a fare squadra”.
La prospettiva internazionale è stata affidata a Francesco Paolo Aureli, senior advisor dell’Oms nell’ambito della Global Initiative on Digital Health (Gidh), che ha illustrato come l’iniziativa supporti i Paesi nella definizione delle priorità, nell’allineamento delle risorse, nella costruzione di strumenti interoperabili e nel rafforzamento della governance e delle competenze.