
Contenuto tratto dal numero di dicembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Il primo popolo a solcare il mare, oggi maestri dell’arte della diplomazia blu e dell’alta tecnologia marina. La nave scuola Amerigo Vespucci ha appena completato un giro del mondo, impiegando due anni e gettando l’ancora nei porti di 32 paesi. Ha ospitato più di un milione di visitatori, ammaliati dalla bellezza della nave, e ha registrato miliardi di visualizzazioni sui social media. Un ruolo importante per il soft power e, in generale, per l’immagine del Paese. Forbes Italia ha incontrato il capitano di vascello Nicasio Falica, comandante di nave della Amerigo Vespucci, per molti la più bella imbarcazione del mondo.
Cominciamo da questo giro del mondo in due anni.
Nel corso del recente periplo del mondo – il secondo nella storia della Amerigo Vespucci – l’unità ha toccato cinque continenti e 32 paesi, per un totale di 53 porti visitati in 23 mesi di navigazione. In ogni porto la nave è stata aperta alla popolazione e in diverse soste è stato allestito uno spazio dedicato al made in Italy e alla promozione dell’identità culturale, diplomatica, industriale e valoriale del Paese. Complessivamente, tra nave Vespucci e Villaggio Italia, sono stati ospitati durante il tour mondiale più di 1,2 milioni di visitatori. A tale dato si aggiungono quelli del successo digitale: 2,5 milioni di follower sui canali social ufficiali, 1,3 miliardi di visualizzazioni e oltre 38mila uscite sui media nazionali ed esteri.
Si può parlare di diplomazia navale. Su quali simboli e valori avete puntato?
La diplomazia navale, espressione marittima del dialogo internazionale e pilastro su cui poggiano valori e obiettivi della Marina Militare, è da sempre un compito istituzionale di nave Vespucci, affiancato da quello, altrettanto istituzionale e tradizionale, della formazione. La Amerigo Vespucci è un’ambasciata galleggiante, in grado di portare per i mari del mondo il sentimento di sentirsi italiani e i valori della nostra identità marittima. Lo fa da 94 anni, portando in ogni paese messaggi di rispetto, dialogo, lavoro di squadra, amore per il mare, disciplina, impegno e senso del dovere.
Amerigo Vespucci è una nave scuola. Chi forma e con quali obiettivi?
Nave Vespucci è nata come nave scuola, un assetto pensato per l’avviamento del personale della Marina all’arte marinaresca, alla navigazione e allo spirito dell’equipaggio. Generazioni di ufficiali hanno ricevuto il battesimo del mare qui a bordo ed è durante la campagna d’istruzione che gli allievi della 1ª Classe dell’Accademia imparano a essere un vero equipaggio, scegliendo un nome per il proprio corso e un vessillo che disegnano e cuciono di proprio pugno. Sulla Vespucci non si impara solo l’arte della navigazione e della vela, ma si coltivano valori quali responsabilità, spirito di sacrificio, lealtà e senso del dovere, oltre alla forza moltiplicatrice del lavoro di squadra. Il programma di addestramento a bordo è impegnativo e mette alla prova la determinazione degli allievi. Durante le lunghe giornate in mare, fanno attività fisica, affiancano l’equipaggio di bordo nelle manutenzioni ordinarie della nave, partecipano a lezioni e conferenze e, al termine della campagna, sostengono un esame finale che consente loro di acquisire crediti formativi universitari. Gli allievi mettono in campo gli studi di navigazione e meteorologia seguiti durante il primo anno in Accademia, manovrano le vele dalla coperta e sui pennoni e dopo il tramonto, quando sono lontani dalle luci della costa, conducono osservazioni astronomiche determinano la posizione della nave riconoscendo e misurando l’altezza delle stelle sull’orizzonte, proprio come i nostri antenati navigatori.
La Marina è anche alta tecnologia?
Sì, siamo all’avanguardia in molti settori e continuiamo a studiare per innovarci sempre più, senza dimenticare le nostre radici e l’arte di chi per primo ha solcato il mare. Sì innovazione, ma senza rinunciare alla tradizione.
La tradizione marinara del nostro Paese è economia, turismo, storia, cultura.
L’Italia è un Paese che guarda al mare come spazio di conoscenza, opportunità, sviluppo e dialogo internazionale. Il fatto che oltre ottomila chilometri dei confini nazionali siano rappresentati dalle coste e la posizione al centro del Mare Nostrum fanno dell’Italia un Paese marittimo e un protagonista nel panorama mediterraneo. L’economia, il benessere, l’innovazione e lo sviluppo sono legati al mare, che è una risorsa da rispettare, tutelare e proteggere. Al riguardo, la Marina Militare promuove la diffusione di una maggiore consapevolezza sul ruolo fondamentale che il mare riveste per la crescita, la prosperità e il progresso dell’Italia.
Quali sono i programmi di navigazione per il Vespucci per il 2026?
È prevista un’ulteriore traversata oceanica, che porterà il Vespucci sulla costa orientale degli Stati Uniti, in occasione del 250esimo anniversario dall’indipendenza americana. La Nave parteciperà alla Sail 250th, una parata di navi storiche a vela organizzata dagli Usa a cui prenderanno parte più di 30 paesi.
Un grande privilegio essere il nuovo comandante.
Come nave Vespucci, sono nato a Castellammare di Stabia e sono stato adottato dalla città di La Spezia, sede di assegnazione della nave, dove vivo dal 2002. Ho trascorso infanzia e adolescenza in provincia di Torino, dove ho conseguito la maturità scientifica prima di intraprendere la carriera in Marina, nel 1997, coronando il mio unico grande desiderio: diventare ufficiale della Marina Militare del Corpo dello stato maggiore. Così, al termine della formazione – e del battesimo del mare, da allievo, a bordo di nave Vespucci – i primi imbarchi sulle unità della Marina. A livello di incarichi operativi, ho assunto il primo comando navale nel 2011, sul cacciamine Alghero. Sono seguite esperienze professionali di grande valore: a terra nel campo delle risorse umane e della formazione, con l’incarico alla Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, e quello operativo in mare, al comando del pattugliatore d’altura Comandante Borsini. Poi la designazione di comandante del Vespucci, la nave scuola più bella del mondo. Scherzando, mi piace dire che sono un ripetente: è il mio quarto imbarco a bordo di questo veliero. Ma forse, più che un ripetente, sono semplicemente fedele al suo motto: ‘Non chi comincia ma quel che persevera’.



