Articolo scritto da Scott Mendelson apparso su Forbes.com
L’aumento degli abbonamenti in streaming parzialmente causato dalla pandemia inaugurerà una nuova normalità o sarà almeno in parte un’interruzione temporanea dell’ecosistema dell’intrattenimento?
Le grandi novità di questo report Mpa sono le seguenti. In primis ci sono 1,1 miliardi di abbonamenti contabilizzati in tutto il mondo per uno o più servizi di streaming. In seconda istanza, i consumatori hanno speso 80 miliardi di dollari in contenuti streaming nel 2020. I consumatori hanno speso 12 miliardi al cinema nel 2020, nonostante l’industria abbia sostanzialmente chiuso (prima in Cina e poi nel resto del mondo) per gran parte dell’anno. Il botteghino è stato di 2,2 miliardi di dollari, in calo dell’81% rispetto al record di 11,4 miliardi di guadagni nazionali (americani, ndr) dello scorso anno, mentre i guadagni all’estero sono stati di 9,8 miliardi di dollari, in calo del 67% rispetto ai 30 miliardi dello scorso anno. Nel frattempo, gli abbonamenti in streaming sono aumentati del 26% rispetto allo scorso anno e le entrate (68,8 miliardi) sono aumentate del 23% dal 2019. Cosa significa tutto questo?
Considerando che la maggior parte dei cinema sono stati chiusi per la maggior parte dell’anno e che quasi nessun film importante è stato prodotto in tutto il mondo (salvo per alcuni casi in Cina e per Demon Slayer in Giappone), sono tuttavia scioccato che il box office sia sceso “soltanto” del 72%. Il calo per l’industria cinematografica è stato solo parzialmente compensato da un aumento del 31% delle entrate provenienti da streaming/VOD (video on demand). Nel complesso il business dell’intrattenimento (teatrale, mobile, domestico) è sceso solo del 18%.
Sono molte le persone che anziché vedere film nelle sale hanno speso i loro dollari per l’intrattenimento attraverso modalità casalinghe e online. Non è una sorpresa, ma cosa succederà quando sarà finito questo periodo? Sono stato piuttosto esplicito nell’avvertire case produttrici e aziende sul fatto di non trattare l’ecosistema che si è venuto a creare nel 2020 come una nuova normalità. Non sappiamo cosa succederà quando gran parte del mondo sarà vaccinato contro il Covid-19 e la gente potrà tornare liberamente e tranquillamente al cinema, al teatro e ai concerti dal vivo.
Sì, le persone che sono rimaste bloccate a casa nell’ultimo anno hanno comprensibilmente speso di più per i contenuti in streaming e Vod rispetto all’anno precedente, quando erano in grado di uscire di casa in sicurezza e avevano un reddito più spendibile. È possibile che le scelte di intrattenimento fatte durante una pandemia diventino normali, o almeno che i nuovi comportamenti si normalizzino quel tanto che basta per creare un vero cambiamento nell’ecosistema dell’intrattenimento.
La maggior parte delle piattaforme di streaming è abbastanza economica da essere considerata come una casuale spesa mensile. Puoi iscriverti a tutti i principali servizi di streaming per circa 100 dollari al mese, dare o ricevere sconti “paga tutto l’anno adesso” o offerte del tipo “T-Mobile paga per il tuo account Netflix”. Si potrebbe teoricamente ottenere un mese di infinite opzioni di streaming allo stesso prezzo che si spenderebbe portando una famiglia di cinque persone a vedere un film in prima visione.
O questo sostituirà la fruizione cinematografica per un numero crescente di consumatori, oppure la spesa per lo streaming diventerà una parte del budget mensile in cui sono comprese anche uscite per l’intrattenimento fuori casa. Streaming e VOD hanno insidiato il cinema da sei anni a questa parte, ma l’industria cinematografica ha comunque guadagnato 42 miliardi di dollari nel 2019.
È probabile che le sfide affrontate dall’industria cinematografica siano simili a quelle che l’hanno afflitta in precedenza. Vale a dire, mentre le entrate sono aumentate (sia per i prezzi più alti, sia per il fatto che più persone approfittano di IMAX, Dolby Vision, D-Box e delle relative opzioni a pagamento) e i biglietti venduti non sono diminuiti così precipitosamente, quello che abbiamo visto sono un numero sempre più piccolo di grandi film che occupano grandi fette della torta del box office.
Questo è un problema più per gli studi cinematografici che per le sale, dal momento che le sale guadagnano con le concessioni e un “popocorn large” per The Croods. È un problema per gli studios capire come giustificare un’uscita di un film a budget medio-piccolo nelle sale, soprattutto perché non esiste una struttura in base alla quale un blockbuster ad alto budget possa compensare le carenze delle sale tramite VOD, EST, supporti fisici o streaming.
Tutto questo è un modo indiretto per dire che la pandemia ha causato un massiccio calo delle entrate cinematografiche e un moderato aumento delle entrate streaming/VOD. Sappiamo anche che, almeno in alcuni mercati (mi vengono in mente Cina e Giappone), le entrate cinematografiche e il potenziale per i film sono probabilmente tornati alla normalità, almeno in alcuni casi.
L’enigma dell’ultimo anno, con la chiusura dei cinema e il lancio delle piattaforme di streaming, è la misura in cui i film al cinema del passato e quelli futuri formeranno un fondamento per i servizi di streaming. La grande mossa di AT&T nel 2021 è stata quella di offrire i suoi film cinematografici a HBO Max.
The Falcon and the Winter Soldier viene venduto come uno spettacolo MCU (Marvel Cinematic Universe) grande quanto un film MCU. Anche Justice League di Zack Snyder (già film più visto di HBOMax il giorno dell’inaugurazione) è stato formattato per gli schermi IMAX anche se non ci sono piani (almeno in America) per l’uscita nelle sale. Allo stesso modo, prodotti come Greyhound, Happiest Season, Trolls: World Tour, Mulan, Hamilton e Chicago 7 hanno dato grandi impulsi a player del calibro di Hulu, Apple Tv, Netflix e Disney, proprio perché avrebbero dovuto essere nei cinema. Nel frattempo, ogni settimana vediamo l’elenco dei “film più visti” su Netflix composto da prodotti flop (War Dogs, Savages, Parker e The VFG solo oggi) insieme ai tanto discussi originale Netflix.
I film torneranno nei cinema, con varie opzioni di distribuzione a casa (Paramount, Disney, Peacock, Hbo Max). Dopo, quando la vita tornerà in qualche modo alla normalità e tutto non dovrà essere classificato in base alla curva di contagio, a quel punto vedremo davvero come sarà il futuro dell’intrattenimento cinematografico. Un nuovo mondo? Un’interruzione temporanea dell’industria cinematografica?
In questo momento, i film al cinema sono ancora una parte fondamentale dell’infrastruttura, sia in termini di entrate che nel buffering delle piattaforme. Può esistere l’uno senza l’altro?
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