“Una volta che le restrizioni per viaggiare saranno allentate – e sempre seguendo le linee guida delle autorità sanitarie nazionali – i dipendenti Revolut avranno l’opportunità di lavorare temporaneamente da un luogo diverso rispetto al Paese di impiego”, rivela l’azienda che sottolinea anche di aver studiato le normative applicabili in materia di imposte per la società, immigrazione, imposte sul reddito e previdenza sociale per creare una policy vantaggiosa e conveniente per i dipendenti. Tra i vari motivi che hanno spinto Revolut a dar vita a questa rivoluzione lavorativa ne spicca soprattutto uno: ossia venire incontro alle richieste dei dipendenti, che provenendo da Paesi diversi, hanno espresso la necessità di visitare le famiglie più spesso o per periodi più lunghi.
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Revolut e l’impegno verso lo smart working
Questa nuova strategia di business avviata dalla società segue ovviamente delle ricerche interne avviata dalla stessa Revolut. Seconde le quali oltre il 56% dei dipendenti preferirebbe lavorare da casa tra le 4 e le 2 volte a settimana, mentre il 36% vorrebbe lavorare da remoto al 100%. Solo il 2% di tutti gli intervistati preferirebbe lavorare tutti i giorni dall’ufficio. Ma non è tutto. Il 95% ha anche evidenziato che lo smart working non abbia influito sulla produttività personale o che il cambiamento sia stato positivo. E non è un caso, quindi, se sia nel 2020 che nei primi mesi del 2021 la società sta continuando ad incrementare la sua base di clienti.
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