Nel maggio del 2018 l’australiano Will Power vinceva la 500 miglia di Indianapolis. Trionfare allo storico Gran Premio degli Stati Uniti d’America è una di quelle soddisfazioni che si possono metabolizzare solo col tempo. Il pilota 38enne faceva parte della Penske Racing di Roger Penske, uno dei costruttori più vincenti nella storia della 500 miglia. E quel giorno ad assistere alla gara, insieme a tutta la scuderia, c’era un’energica e spigliata donna italiana, 40 anni appena compiuti. “Per vincere bisogna avere grandi persone intorno e tu fai parte della squadra”, le scrive Roger durante uno scambio di messaggi a fine giornata. Perché nelle vittorie e nelle sconfitte, il merito è sempre di tutto il team.
“E anche di quanta carica ci metti”, afferma Elena Alberti, managing director e cfo di Penske Automotive Italy, ad oggi il primo gruppo italiano di concessionarie auto nel segmento premium e lusso. “Ho sempre avuto questa grande voglia di fare, di realizzare i miei sogni. E cerco di trasmetterla anche ai miei colleghi. Ogni mattina, quando arrivo in azienda, la domanda che ripeto a tutti è sempre la stessa: sei carico?”, continua Elena, una donna che a 18 anni lavorava in pizzeria e a 27 viaggiava in un aereo privato con il leggendario Roger Penske. Nata a Cento, in provincia di Ferrara, nella Motor Valley italiana, è un esempio lampante di come, nel mondo del lavoro, si possa ancora fare carriera con le proprie gambe, mettendo al primo posto la voglia di arrivare e la determinazione. Persino in un mondo prevalentemente maschile come quello dell’automobile. “Il fatto di essere donna non l’ho mai vissuto come uno svantaggio”, confessa la 43enne, che dopo aver studiato economia a Modena vola a Detroit per scrivere la tesi, all’interno di un’azienda del gruppo Penske.
“Sono andata in America per scrivere la tesi e facevo parte del reparto marketing. Sono stati sei mesi incredibili, avevo 22 anni e andavo in giro per gli Stati Uniti a volte anche a supporto della squadra di corse. Mi sembrava di essere in un film”. Un sogno che, dopo aver completato gli studi, diventa subito realtà: la Penske le offre una posizione di lavoro proprio lì, negli States, e lei non ci pensa due volte. La giovanissima Elena inizia a scalare la sua montagna con soltanto due strumenti nelle tasche: la ‘carica’, come ama ripetere lei stessa, e la determinazione. Dal project management al corporate controlling, l’audace emiliana compie il salto di qualità entrando nel settore internal audit. “Ho cominciato a girare l’America a ritmi frenetici: Orlando, Las Vegas, San Diego. Era un lavoro veloce, non particolarmente nelle mie vene, ma che mi ha insegnato tanto”. Comincia a partecipare al progetto di espansione del gruppo, prima in America e poi in Europa, e si ritrova a viaggiare tra il vecchio e il nuovo continente a bordo dell’aereo privato del numero uno, Roger Penske. “Stare un giorno con Roger è come fare un master. Stare accanto a lui ti fa crescere in una maniera spaventosa, ti porta a un livello di concentrazione incredibile”.
In azienda lo chiamano il ‘Roger Effect’: al suo cospetto si alza talmente tanto il livello di attenzione che, quando non c’è più, c’è bisogno di una settimana di defaticamento. Un uomo travolgente, che trasmette a Elena un concetto da tenere sempre stretto: “effort equals results”, un mantra aziendale traducibile come “a ogni sforzo corrisponde un risultato”. Un insegnamento di cui fa tesoro quando si trasferisce in Germania. “Nel 2004 ho iniziato ad avere un ruolo manageriale diventando cfo della parte tedesca dell’azienda. Ero la più giovane, ero una donna ed ero italiana”. Tre aspetti che possono diventare un ostacolo, soprattutto in un’azienda automobilistica dove la stragrande maggioranza dei ruoli di potere è occupato da figure maschili. Ebbene, se è riuscita a superare tutte le sfide in terra teutonica è anche ricordando che “effort equals results”. E contando sulla fiducia di uno dei suoi mentor, Jens Werner, ceo di Penske Europe. “Una grande persona di spessore che nella fase iniziale della mia carriera mi ha dato l’opportunità di brillare nei giusti contesti, lasciandomi crescere e ‘buttandomi nella mischia’ quando ce n’era la possibilità”.
Lo stesso approccio che oggi, Elena, sta applicando nel suo ambiente di lavoro al fianco di Andrea Mantellini, ceo e joint venture partner di Penske Italy: “Stiamo portando questi valori nella nostra azienda. Far crescere i nostri collaboratori è fondamentale per noi”. Durante la sua scalata è riuscita anche a realizzare il suo sogno più importante, formare una famiglia con Gianluca, l’amore della sua vita, anche lui top manager italiano, incontrato proprio a Detroit tanti anni prima. Una grande storia d’amore, coronata pur senza rinunciare alla carriera. “In Germania pensavo che avrei dovuto scegliere: lavoro o famiglia. Con il tempo mi sono resa conto che non era così. Se posso dare un consiglio alle ragazze che vogliono raggiungere i loro obiettivi, gli direi di fare tutto! Di agire e organizzarsi, senza mollare mai”, dice Elena, una donna che crede ancora fermamente nella meritocrazia e nelle pari opportunità e che ogni giorno, dopo 21 anni di carriera, si sveglia ricordando a sè stessa che la sua più fidata alleata, come sempre, sarà la carica.
La stessa che ha dovuto impiegare, insieme al ceo Andrea Mantellini, per traghettare l’azienda fuori dalla crisi dovuta alla pandemia. “Io, Andrea e il management avevamo una grande responsabilità, un’azienda da proteggere e nessuna direttiva da applicare, visto che la pandemia è scoppiata prima in Italia. Abbiamo fatto dei business plan per renderla sostenibile a qualunque livello di mercato, abbiamo messo in sicurezza l’azienda e ne abbiamo preservato la continuità”.
Dopo il primo investimento nel 2012 attraverso la joint venture con la storica AutoVanti di Bologna, oggi Pag Italy è il primo gruppo Italiano di concessionarie auto nel segmento premium e lusso, rappresenta i brand Audi, Bmw, Mini, Maserati, Mercedes, Smart, Lamborghini, Porsche, Land Rover, Jaguar e Volvo. Ha un fatturato annuo di circa 650 milioni di euro, 20 sedi e 630 collaboratori ed è gestito completamente da manager italiani cresciuti nel gruppo. Elena ama continuare a studiare e migliorarsi e ha da poco conseguito il Certificate of management excellence presso la Harvard Business School. Un desiderio, quello di iscriversi alla più prestigiosa università al mondo, che aveva sin da piccola. Il sogno che ha oggi nel cassetto? “Vorrei anche avviare un’attività imprenditoriale nuova, tutta mia”. Perché in fondo, “effort equals results”. E nessuno lo sa meglio di lei.
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