Ventuno anni fa, il fondatore e amministratore delegato di Sportradar, Carsten Koerl, si trovò a un bivio.
La sua prima avventura nel mondo dei dati sportivi, la startup Bwin, era sbarcata con successo alla Borsa di Vienna, ma Koerl aveva perso il controllo della compagnia poco dopo l’ipo. Ciò nonostante, l’accordo lo aveva reso indipendente dal punto di vista finanziario. Koerl non ricorda con esattezza quanti soldi avesse in quel momento, ma sa che sarebbero stati sufficienti per andare in pensione a 35 anni.
Koerl, tuttavia, assicura che quell’idea non attraversò mai la sua mente. Dopo essersi preso una lunga vacanza in Australia, iniziò a pianificare la mossa successiva. L’occasione gli si presentò alcuni mesi più tardi in Norvegia, dove, nel 2001, spese 150mila dollari (circa 135mila dollari all’epoca) per acquistare una quota di maggioranza di una società di scommesse e dati sportivi chiamata Market monitor as. Quella azienda si sarebbe evoluta in seguito in Sportradar.
“Era il momento giusto per dire: ‘Ok, cominciamo qualcosa di nuovo, è il momento di un viaggio’”, ha raccontato Koerl a Forbes via Zoom, con un sorriso raggiante.
Quella decisione ha pagato ricchissimi dividendi. Sportradar, che ha sede in Svizzera e aiuta le leghe sportive a compilare dati come le statistiche di gioco e a distribuirle ai media e agli operatori di scommesse, si è quotata al Nasdaq martedì. Dopo un’apertura a 27 dollari ad azione, il titolo è sceso a 25,05 alla chiusura. Una cifra che ha fissato la valutazione della società a 7,4 miliardi di dollari. Koerl, che rimarrà amministratore delegato con l’81,8% dei diritti di voto, ha mantenuto anche una quota del 31,8%. Forbes stima il valore di quella quota in 2,4 miliardi di dollari. Il proprietario degli Charlotte Hornets (Nba), Michael Jordan, quello dei Dallas Mavericks (Nba), Mark Cuban, e quello dei Washington Capitals (Nhl), Ted Leonsis, oltre al co-proprietario dei Los Angeles Dodgers (Mlb), Todd Boehly, possiedono tutti quote di minoranza di Sportradar.
Nato nel sud della Germania e oggi residente in Svizzera, Koerl, 56 anni, spiega che Sportradar gli ha fornito il modo ideale di incanalare le sue due passioni: quella per lo sport e quella per la tecnologia. Il suo amore per lo sport e la competizione è iniziato da bambino, quando era tifoso del Bayern Monaco. E continua ancora oggi.
“Due settimane fa mi sono trovato a oscillare su un’altalena a strapiombo su un burrone in Svizzera con mio figlio, che voleva vedere se suo padre fosse in grado di fare una cosa del genere o no”, ricorda Koerl con un sorriso. “Ovviamente ne sono in grado. Sono competitivo”.
Come raccontato nel 2018 da un articolo del Globe and Mail, tuttavia, Koerl si rese conto che un futuro da atleta era improbabile e virò sull’informatica. Studiò ingegneria elettronica e dei microprocessori all’Università delle scienze applicate di Costanza, in Germania, prima di lanciare Bwin (allora chiamata Betandwin) nel 1997 e Sportradar nel 2001.
Oggi Sportradar è diventata dominante nel mondo dei dati sportivi. Si è allargata negli Stati Uniti nel 2014, vanta più di 900 clienti nelle scommesse sportive, tra i quali DraftKings, FanDuel e Flutter, e oltre 150 partner tra le leghe sportive, inclusi Nba, Mlb e Nhl. L’accordo tra Sportradar e Nhl dà anche alla National hockey league il diritto all’acquisto di 90 milioni di dollari di azioni di Sportradar, secondo Sportico. Stando ai documenti depositati in vista dell’ipo, Sportradar ha registrato lo scorso anno quasi 18 milioni di dollari di utile netto, su entrate per 478 milioni di dollari.
La società, tuttavia, ha i suoi problemi. L’incertezza provocata dalla pandemia da Covid-19, che ha bloccato il mondo dello sport, ha messo a rischio l’attività di Sportradar. Un altro ostacolo degno di nota si è presentato all’inizio di quest’anno: l’azienda rivale Genius sports ha acquistato i diritti dei dati della Nfl, detenuti in precedenza per due anni da Sportradar. (La Nfl mantiene una quota del 7% nella sussidiaria statunitense di Sportradar, in seguito a un precedente accordo). Koerl ha fiducia nella sua capacità di tenere a distanza la concorrenza, in base alla dimensione della sua società, al fatturato e agli utili. (Genius sports ha una capitalizzazione di mercato di 3,7 miliardi di dollari).
Per quanto riguarda l’acquisizione dello status di miliardario, Koerl afferma che la cosa non gli cambia la vita. Intende ancora restare lontano dai riflettori, ma, come vent’anni fa, non pensa nemmeno a un pensionamento anticipato.
“Amo ciò che sto facendo”, dice Koerl. “Mi sento pieno di energie e, finché mi sentirò prezioso per il business e per l’azienda, vogliono continuare a lavorare”.
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