“In pratica, sarò costretto a uccidervi”. Non è una battuta pronunciata dal super cattivo di qualche film, ma l’espressione della frustrazione per non essere riuscito a mettere le mani su un nuovo giocattolo. Un giocattolo imprenditoriale di successo, al punto che Steve Jobs avrebbe preferito comprarlo, piuttosto che inseguirlo. Il fondatore di Apple pronunciò quella frase quando, di fronte alla sua offerta per acquistare Dropbox, il fondatore, Drew Houston, declinò con gentile fermezza. E la frase più celebre di Jobs – “Siate affamati, siate folli” – potrebbe essere uno slogan valido per il percorso che ha portato Houston ad avere un patrimonio di 2,3 miliardi dollari e Dropbox a essere uno dei servizi di archiviazione più utilizzati al mondo.
Il business miliardario nato in pullman
Alzi la mano chi non si è mai scordato qualcosa. Nel caso, complimenti. Tutti gli altri hanno sperimentato la sensazione che provò Drew Houston mentre si trovava su un pullman che andava da Boston a New York, come raccontato dalla Bbc. Appena laureato in informatica presso il Massachusetts institute of technology (Mit), pensò di utilizzare le sei ore di viaggio per lavorare. Problema: non aveva con sé la chiavetta con i file che gli servivano. “Ero frustrato perché mi accorgevo che mi succedeva di continuo”, ricorda Houston. “Non volevo più avere quel tipo di problema. Così, visto che non avevo altro da fare, iniziai a scrivere il codice per una soluzione, senza avere idea di che cosa sarebbe diventato”.
La soluzione fu un sistema di archiviazione remota a cui gli utenti potevano accedere ovunque si trovassero, attraverso internet. Due settimane e il prototipo di quello che sarebbe diventato Dropbox era pronto, con tanto di nome. Tempi rapidi, così come precoce era stato l’interesse di Houston per l’innovazione. Business Insider infatti riferisce di come già a 5 anni avesse iniziato a programmare e da adolescente avesse trasformato quei tentativi in progetti per startup. Forbes racconta di come a 15 anni Houston facesse già parte di una startup di robotica industriale.
La nascita di Dropbox
Terminato il liceo, scrive ancora Business Insider, Drew Houston prese un anno di pausa dagli studi per lavorare, con un suo ex insegnante, in una società che voleva aiutare gli studenti a preparare i test di ammissione al college. Houston si rivolse all’acceleratore per startup Y Combinator, ma la sua domanda fu respinta. Andò meglio quando propose una candidatura a suo nome, questa volta con il progetto Dropbox.
“Creai un video dimostrativo”, ricorda Houston: “Lo pubblicai e ricevetti un’e-mail da Paul Graham, cofondatore di Y Combinator. Diceva che l’idea sembrava interessante”. Difficile sperare in un inizio migliore. Solo che l’acceleratore richiese anche la presenza di un cofondatore all’interno del progetto, per passare poi a questioni più concrete, come cercare contatti con potenziali investitori. Drew, però, era da solo. Dropbox non aveva un cofondatore e c’erano solo due settimane di tempo per trovarlo.
La storia di Drew Houston e Dropbox trovò allora una svolta tipicamente americana. “Arash Ferdowsi, che all’epoca era uno studente del Mit, vide il filmato dimostrativo e mi scrisse una mail in cui si diceva interessato al progetto. Ci incontrammo e parlammo per un’ora o due. Alla fine accettò di abbandonare l’università per diventare cofondatore di Dropbox. Gli restava forse un semestre di lezioni. È stato un po’ come sposarsi al primo o al secondo appuntamento”.
Gli anni del boom
Y Combinator mise Dropbox in contatto con possibili investitori. Il primo finanziamento – 1,2 milioni di dollari – arrivò da Michael Moritz, presidente della società di venture capital Sequoia capital, in quel momento membro nel consiglio d’amministrazione di Google. Un anno dopo, nel settembre 2008, avveniva il lancio di Dropbox. Houston e Ferdowsi incontrarono Steve Jobs tre anni più tardi, ma già da prima erano in corso i colloqui con Apple, che voleva approfondire alcune specifiche tecniche di Dropbox.
L’ultimo grande passo compiuto da Dropbox è stata la quotazione in Borsa, avvenuta nel 2018. I dati più recenti, riportati sul sito ufficiale a febbraio 2021, raccontano di ricavi per quasi 2 miliardi di dollari, in crescita del 15% su base annua, e circa 700 milioni di utenti. In fin dei conti, pensando a un suo problema, Drew Houston ha risolto quello di tanti, tantissimi altri.
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