Un fatturato aggregato di 52,3 milioni di euro, con un aumento del 41% rispetto allo stesso periodo del 2019, 12.400 transazioni messe a segno ed un volume che supera gli 1,7 miliardi di euro. La crescita di Re/Max relativamente al primo semestre del 2021 è stata sorprendente: “I risultati che abbiamo ottenuto sono dovuti alla crescita organica della nostra rete ma anche in buona parte all’effervescenza del mercato immobiliare” ha affermato Dario Castiglia, ceo e founder di Re/Max Italia.
A sostenere le sue parole ci sono i dati, riportati dall’Outlook Semestrale di Real Estate Data Hub, lo strumento di analisi nato dalla collaborazione tra Re/Max Italia e Avalon Real Estate Spa. Il trend del comparto residenziale ha registrato nel primo semestre un incremento del 17%: “La pandemia ha rilanciato il mondo della casa in maniera prepotente” ha aggiunto Castiglia. “Stiamo vivendo un momento florido. Il volume delle compravendite sta aumentando anche a doppia cifra e ciò sta generando un aumento del fatturato dei nostri agenti immobiliari e delle nostre agenzie”.
La ricetta vincente secondo Dario Castiglia
Più nello specifico Re/Max, che sta guidando la crescita di questo settore, ha basato la sua ricetta vincente sulla formazione degli agenti immobiliari e sull’innovazione tecnologica. “Dobbiamo preparare le nostre risorse umane non solo al lavoro in sé, ma anche ad adeguarsi ai cambiamenti del mercato”. E in un contesto di evoluzione digitale così accelerata, sia dal punto di vista degli operatori del settore sia dal punto di vista degli utenti, anche il colosso dell’immobiliare non ha potuto fare altro che cavalcare l’onda della trasformazione. “L’aspetto tecnologico è imprescindibile per semplificare ed ottimizzare il nostro lavoro e per renderlo più fruibile ai clienti” afferma il ceo di Re/Max, accennando ad esempio ad una possibilità come quella di effettuare delle visite virtuali.
Il valore umano, tuttavia, rimane sempre centrale. Anche se le nuove tecnologie fanno gola ai giganti del settore, bisogna comunque mantenere un equilibrio: “La nostra sfida nei prossimi anni sarà quella di coniugare il valore aggiunto dell’apporto umano con quello delle nuove tecnologie. Queste devono rendere la vita più facile e semplificare il processo di acquisto/vendita. Ma bisogna tenere a mente sempre che al centro dell’intermediazione immobiliare ci sarà l’uomo”. E i 5000 operatori sul territorio italiano – l’obiettivo di Castiglia è quello di raddoppiarli nei prossimi 5 anni – ne sono un ulteriore testimonianza.
Il futuro del mercato immobiliare
Sul fronte previsionale, Castiglia cerca di moderare l’euforia. Nel secondo semestre potrebbe manifestarsi un raffreddamento dell’entusiasmo post lockdown che ha elettrizzato il mercato in questi mesi e che è stato sicuramente tra gli acceleratori della ripresa. “Ci sarà un po’ un effetto elastico: ci aspettiamo un calmieramento del mercato, ma non una crisi. La capillarità del nostro modello di business basato sullo studio associato ci permette di rispondere efficacemente alle nuove dinamiche del mercato”. Lo studio associato, modello importato dagli Stati Uniti, permette a più agenti immobiliari di condividere più risorse (da quelle umane a quelle meccaniche) e di poter usufruire di una sorta di economia di scala: “Lavorando insieme in co-working si creano delle sinergie importanti sia per le condivisioni delle esperienze di ciascuno sia per la collaborazione tra queste persone, al fine di accelerare il processo di acquisto/vendita”.
Il mercato della casa è in evoluzione. E la trasformazione è guidata dalla ricerca di quegli elementi abitativi che si sono rivelati carenti durante la forzata permanenza in casa. Affermazioni confermate da quanto emerso dall’European Housing Report 2011 realizzato da Re/Max Europe che ha evidenziato come in tutta Europa si stia registrando un’effervescenza del real estate basata sulla ricerca di nuovi stili di vita. Secondo l’indagine condotta da Re/Max, infatti, i cinque fattori di vivibilità più importanti per gli europei sono: la vicinanza a spazi verdi, luogo di lavoro, negozi di prossimità e trasporti pubblici, unitamente all’accessibilità economica. La vivibilità del quartiere gioca un ruolo significativo nel processo di acquisto della casa, contribuendo alla delocalizzazione che si sta registrando anche in Italia. E poi “il mercato immobiliare andrà sempre più verso quello che riguarda la sostenibilità”, conclude Castiglia. “Si parla di case sempre più smart ed ecosostenibili, che ottimizzino temi come il riscaldamento o i materiali utilizzati, passando dal risparmio energetico e dal riciclo”.
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