La crescita degli investimenti in progetti insurtech in Italia sembra essere finalmente partita: nel 2021 gli investimenti si attestano a 280 milioni di euro, contro i 50 di tutto il 2020, con un incremento del 460%. Un trend confermato dai dati del quarto trimestre, con 140 milioni di euro di investimenti, sulla scia della forte crescita già riscontrata nel terzo trimestre, che si era chiuso con 80 milioni, contro i 60 milioni dei primi sei mesi dell’anno. È quanto emerge dall’Investment Index che Italian Insurtech Association (Iia) ha realizzato in collaborazione con l’Osservatorio fintech e insurtech del Politecnico di Milano.
Gli investimenti di aziende e fondi di investimento stranieri fanno da traino
A trainare la continua crescita del settore nell’ultimo trimestre sono stati gli investimenti in startup, lo sviluppo di progetti insurtech da parte di compagnie, intermediari tech e digital player, e i progetti di collaborazione su crossover digitali. In particolare hanno pesato gli investimenti da parte di aziende (compagnie assicurative, startup e intermediari) e fondi di investimento stranieri, che hanno pesato per il 25% del totale registrato dal mercato quest’anno. Questa tendenza è confermata dalle stime sul 2022, in cui si prevede di raddoppiare gli investimenti, arrivando a oltre mezzo miliardo di euro.
Il gap con gli altri Paesi europei
Nonostante questa forte accelerata, il volume degli investimenti insurtech in Italia è ancora insufficiente per competere con gli altri Paesi europei. Infatti, la stima per la Francia di 1,3 miliardi di euro nel 2021, mentre Gran Bretagna e Germania supereranno 1,5 miliardi di euro.
“Il volume degli investimenti raccolti nel 2021 è significativo del circolo virtuoso che si è innescato nel nostro Paese, come ribadiamo da tempo”, ha commentato Simone Ranucci Brandimarte, presidente di Iia. “I trend in atto confermano la nostra previsione di arrivare a un miliardo di investimenti in insurtech in Italia entro il 2023, a conferma dell’importanza di indirizzare sempre più risorse verso il digitale a vantaggio di tutto il settore assicurativo. La trasformazione è cominciata, ma resta un grande gap da colmare rispetto a quanto avviene a livello internazionale in termini di investimenti in startup”.
Poche risorse sulle startup insurtech
Il gap principale si registra negli investimenti in startup insurtech. A livello mondiale, nel 2021, sono stati investiti 15 miliardi di dollari, mentre in Europa la cifra si aggira intorno ai 3,5 miliardi sull’intero anno e in Italia è sotto i 20 milioni di euro. Gli investimenti realizzati in Italia hanno riguardato principalmente lo sviluppo dell’offerta di prodotti e servizi (40%), la distribuzione di polizze (25%), le tecnologie e piattaforme tech (25%) e, da ultimo, la gestione sinistri (10%). Va sottolineato inoltre che a trainare gli investimenti nel nostro Paese sono solo 6 compagnie su 10, particolarmente attive a perseguire progetti di innovazione. Ed è proprio questo uno dei principali ostacoli da superare per far decollare gli investimenti in insurtech e accelerare il processo di innovazione dell’intero settore assicurativo nel nostro Paese.
“Possiamo e dobbiamo fare di più. Serve, in primis, un cambio di mentalità: una visione di lungo periodo e una maggiore propensione culturale al rischio, senza fermarsi all’immediato ritorno degli investimenti”, continua Simone Ranucci Brandimarte. “È fondamentale continuare ad aumentare gli investimenti attraverso la creazione e acquisizione di competenze digitali da parte di tutti gli operatori della filiera, maggiori sperimentazioni e collaborazioni, creazione di poli insurtech e sviluppo di un modello open”.
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