Articolo tratto dal numero di maggio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Buy Now, Pay Later (in italiano “compra ora, paga dopo”). Semplice, no? Facile ma allo stesso tempo straordinario, nel vero senso etimologico del termine: “fuori dal comune”. Talmente facile e allo stesso tempo inconsueto da trainare una startup nata appena tre anni fa all’interno della strettissima cerchia degli unicorni italiani. Proprio a febbraio Scalapay ha raccolto 497 milioni di dollari in un round di finanziamento di serie B guidato da Tencent e Willoughby Capital, con la partecipazione di Tiger Global, Gangwal, Moore Capital, Deimos e Fasanara Capital. E con un totale, a oggi, di circa 700 milioni di dollari di finanziamenti ricevuti, la sua valutazione ha superato il miliardo di dollari. “Siamo contenti di aver raggiunto questo obiettivo, molto importante per i nostri azionisti e investitori che hanno creduto nel progetto e continuano a supportarci nel lungo termine” dichiara Simone Mancini, ceo di Scalapay. “Ma non è un punto di arrivo”.
Un modello di business nato in Australia
La sua voglia di crescere e di sviluppare nuove soluzioni è la stessa di quando, nel 2019, ha deciso di fondare la sua startup insieme a Johnny Mitrevski. “Collaboravamo insieme in Australia, dove abbiamo lavorato insieme a progetti di e-commerce, marketplace e altri prodotti digitali”, ricorda Mancini. “Ci siamo accorti che eravamo bravi a creare la soluzione tech per vendere online: quello in cui non eravamo così competenti era vendere il prodotto. Dall’altra parte i nostri amici e conoscenti erano l’esatto opposto: bravi a vendere, ma senza la capacità di offrire al cliente un’esperienza accattivante”. Una falla che si trasforma in opportunità, come nella maggior parte delle storie imprenditoriali di successo: la possibilità dei due giovani di creare un nuovo business si concretizza quando capiscono di poter dare, grazie alla loro competenza, benefici sia ai rivenditori, sia ai clienti del negozio online. “In Australia abbiamo notato che i rivenditori online faticavano, ma che la possibilità di dilazionare il pagamento li agevolava molto. Così abbiamo deciso di esportare questo metodo in Europa, dove era ancora poco diffuso”.
Scalapay arriva in Europa: quali sono i suoi benefici per i merchant?
Siglano i primi contratti in Francia e in Italia, paesi leader in settori quali moda, cosmetica, design, prodotti per la casa. “In tutti quelli che noi definiamo dei ‘piccoli piaceri’, categorie con importi contenuti in cui la possibilità di spalmare l’acquisto in più rate può veramente fare la differenza”.
Le opzioni a disposizione sono tre: Pay in 3 (tre rate mensili), Pay in 4 (quattro rate) e da poco anche il Pay Later, che consente al cliente di pagare dopo 14 giorni. I rivenditori pagano una tassa, il cliente non ha alcuna commissione. La mission, in ogni caso, è la stessa. Ovvero quella di permettere ai commercianti di offrire ai clienti esperienze di acquisto straordinarie, semplificando il pagamento. I benefici per i rivenditori che adottano Scalapay sono “un incremento medio del carrello e della conversione, ovvero delle persone che frequentano il negozio online e poi acquistano, del 50-60%”, con picchi addirittura del 200% in negozio. Il modello funziona e i risultati non tardano ad arrivare:
Collaborazioni internazionali e la nuova piattaforma Magic
Scalapay oggi collabora con i più importanti esercenti e retailer internazionali, tra cui Twinset, Calligaris, Stroili, Msgm, Luisa Spagnoli, Decathlon, Calzedonia, Swappie e Seletti. È inoltre anche lo sponsor ufficiale della Camera nazionale della moda italiana fino al 2023, con speciali attivazioni durante le sfilate di Milano Moda Donna FW22-23. Per avere un’idea del suo impatto in Italia, basta tener conto di un rapporto pubblicato da Ey ad inizio anno. Il settore fintech nel nostro Paese, nel 2021, è risultato il secondo dopo il foodtech per volume totale di finanziamenti, con 255 milioni di euro raccolti. Scalapay, con un round da 140 milioni e uno da 40, ha contribuito per circa i due terzi al raggiungimento di questa cifra.
E la rivoluzione dell’esperienza di pagamento non finisce qui. Da poco esiste anche Magic, un sistema di checkout che permette di far crescere il network di clienti offrendo esperienze di acquisto ripetute e generando notevoli aumenti della conversione. “Con i finanziamenti ricevuti, l’obiettivo è quello di lanciare nuovi prodotti che faciliteranno sempre di più l’acquisto, a partire proprio da Magic” aggiunge Mancini.
Settore travel e nuove partnership: il futuro di Scalapay
Il ceo di Scalapay annuncia anche importanti partnership e novità in vista dell’estate. “Abbiamo appena chiuso un accordo con Alpitour, un’operazione che ci permette di contare su un bel parco di merchant e soprattutto di estenderci in un settore per noi nuovo e molto importante come il travel”.
Ottenere partnership con alcuni dei principali player del comparto turistico significa soddisfare l’interesse del consumatore nell’acquistare vacanze e nelle richieste di esperienze aggiuntive che arricchiscano il viaggio, dal parco giochi al traghetto. “C’è ancora molto spazio per crescere in questo settore”.
Raddoppiare il team
Nel frattempo, Scalapay, che oggi può contare su un team di circa 230 persone, continua a lavorare per migliorare le sue soluzioni e per raddoppiare il numero di collaboratori entro la fine dell’anno. L’obiettivo nel breve termine è di lavorare ad alcune integrazioni. “Ci stanno contattando circa duemila merchant a settimana, quindi c’è molto lavoro di sviluppo da fare sul lato del prodotto. Può sembrare banale, ma ci sono operazioni molto complesse dietro a questo aspetto”.
Guardando più in là, invece, il prossimo traguardo è quello di rafforzare i Paesi in cui Scalapay è presente, dando la possibilità ai clienti di acquistare in nuovi settori – come, per l’appunto, quello turistico – per poi puntare ad aprire ad altri mercati. Sempre proponendo la formula del Buy now, pay later, un semplice mantra che in Scalapay prende la forma di un modello di business di successo, in grado di rivoluzionare il tradizionale utilizzo della carta di credito e di porsi nel settore dei pagamenti digitali come un pioniere. “In Australia avevamo compreso che la cosa più importante era poter dilazionare i pagamenti. Perché ti permette di creare facilmente un rapporto sia con i merchant, sia con il cliente finale”. A giudicare dai numeri che registra oggi la loro startup, non c’è alcun dubbio: i due ragazzi avevano ragione.
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