La nuova casa di Spotify è Milano. Anzi, più precisamente, via Joe Colombo dove l’azienda di streaming musicale ha messo nuove radici per più di 100 dipendenti di oltre 10 nazionalità. I nuovi uffici saranno l’hub del Sud ed Est Europa di Spotify, che negli ultimi anni si è consolidata come la piattaforma audio leader al mondo e casa per artisti, creator, autori ed editor con 433 milioni di utenti, tra cui più di 188 milioni di abbonati Premium.
E difatti i nuovi spazi hanno preso il nome di “Casa Spotify”, o forse sarebbe meglio dire villa, che si sviluppa su sei piani, nella quale chiunque può lavorare (non solo chi è direttamente coinvolto nel business locale), in base al programma Work From Anywhere ovvero lavorare da qualsiasi luogo. Intanto, tra i piani futuri di Spotify c’è quello di raddoppiare i suoi numeri, prevedendo oltre 1 miliardo di utenti e 50 milioni di creatori entro il 2030.
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Abbiamo scambiato due chiacchiere con Federica Tremolada, managing director Southern & Eastern Europe, per conoscere i progetti dell’azienda svedese (rivedi qui la puntata di Forbes Women con Spotify).
Partiamo dall’apertura di Milano, un hub battezzato “Casa Spotify”… Casa in che senso?
L’apertura dei nuovi uffici ha rappresentato per noi un importante passo in avanti. Abbiamo finalmente messo radici in un posto e l’abbiamo fatto a Milano, città dinamica, inclusiva e specchio della cultura Spotify. Da questo nuovo hub vengono gestite le attività di 28 Paesi compresi nell’area geografica del Sud ed Est Europa.
E qui abbiamo trovato la nostra casa, nel vero senso della parola. Per rappresentarne l’idea, i nomi delle stanze e degli spazi ricreativi sono stati pensati per dare vita ad alcune delle playlist o podcast più popolari provenienti dai Paesi di questa vasta area geografica. Non soltanto un luogo in cui si lavora ma uno spazio in cui si condividono esperienze e si ascoltano i nuovi trend del mondo dell’audio. Questo è il vero significato di essere un’azienda inclusiva e diversificata: un luogo in cui tutti si sentono autorizzati a condividere il proprio io, in cui tutti sentono di appartenere. Proprio come a casa.
Come mai proprio Milano?
Milano è posizionata nel cuore dell’Europa sud-orientale ed è espressione di tutta una serie di valori che sono parte fondante del nostro modo di lavorare: apertura, internazionalizzazione, commistione di diverse culture. Si trova nel cuore storico dell’Europa e risulta essere collegata a tutte le grandi città dell’Europa continentale: Barcellona, Parigi, Berlino, Vienna, Budapest. È qui che si passeggia e si ascoltano le persone che parlano in inglese tra loro.
Così le persone di nazionalità diverse condividono un unico posto, dove incontrarsi, lavorare insieme, scambiarsi idee e progetti. Tutto in una villa di sei piani, dove le stesse stanze rappresentano le diverse sfaccettature culturali della regione: le sale riunioni, ad esempio, prendono il nome di “Plus Ultra” o “Estate Italiana”, due playlist italiane, mentre altre stanze sono dedicate alla musica internazionale come Israeli Jazz o RapGeneracja in Polonia.
Come dimostrano gli ultimi dati Istat, Milano vede aumentare il numero di cittadini stranieri (+6% nel 2020 rispetto al 2019), come dimostrano gli ultimi dati Istat. E si tratta di una popolazione più giovane rispetto alla componente italiana. Grazie al programma lanciato recentemente da Spotify, chiamato Work from Anywhere, anche molti stranieri hanno scelto come base Milano e questo ha permesso di diversificare ulteriormente i nostri team e le funzioni seguite dal nostro hub.
Gli uffici sono situati nel financial district della città meneghina, e sono un po’ diversi dal solito. Lo spazio è strutturato per venire incontro alle esigenze delle persone che ci lavorano, perché per Spotify il lavoro non è un luogo dove si va, ma qualcosa che si fa. Così, ci siamo ritrovati in uno spazio che ha in dotazione un’area wellness zone relax e di gaming, una piccola palestra, una nursery per l’allattamento, una sala di ascolto e delle terrazze con vista mozzafiato sulla città.
Raccontaci la filosofia del “Work From Anywhere”.
Il nostro concetto di lavoro nasce dall’idea di essere una band. Dobbiamo coordinarci al meglio l’uno con l’altro per creare la migliore esperienza audio e, proprio come una band, dobbiamo essere in sintonia. Abbiamo una serie di regole, un vero e proprio manifesto che ci permette di focalizzarci appieno sui nostri obiettivi. Il mondo è ormai cambiato, così come concetto di lavoro. E in Spotify viene offerta una maggiore mobilità lavorativa.
L’apertura del nuovo ufficio a Milano si inserisce, così, nella nostra strategia di operare come azienda multi-sede, per generare modi di lavoro più efficienti, consapevoli e collaborativi, attraverso un miglior uso di pratiche, processi e strumenti condivisi ma anche nel pieno rispetto delle esigenze personali.
Quali saranno i prossimi progetti, di internazionalizzazione e non solo, che seguirai come managing director?
Con un hub che mette sotto lo stesso tetto identità tanto diverse quanto uniche, è molto più semplice per noi sviluppare progetti. Di conseguenza, continueremo a focalizzarci sull’esportare attività e programmi utilizzando la formula che meglio ha funzionato nei Paesi più maturi del Sud ed Est Europa.
Spotify è una piattaforma globale accessibile in 183 Paesi ed è in continua evoluzione – tra gli ultimi annunci, ad esempio, c’è il lancio degli audiolibri negli Stati Uniti che rendono Spotify una destinazione audio completa. Crediamo che Spotify abbia il potenziale per costruire una nuova cultura attorno agli audiolibri, e questo è solo l’inizio. Negli Stati Uniti, ad esempio, abbiamo da poco lanciato più di 300mila titoli. Sebbene gli audiolibri rappresentino solo il 6%-7% del mercato dei libri in generale, la categoria sta crescendo del 20% anno dopo anno.
Equal, Sound Up e Radar sono tre progetti di supporto di creator e di artisti: di cosa si tratta nel dettaglio?
Il report sul gender gap che abbiamo lanciato nel 2021 ha evidenziato come, almeno un anno fa, solo un artista su 4 in classifica è donna. Lo stesso per quanto riguarda l’industria dei podcast: quando abbiamo lanciato Sound Up, solo il 22% dei podcast presenti nella classifica top 100 italiana era condotto da donne. Anche se il mondo dell’audio e del podcasting ha fatto passi da gigante nel corso degli ultimi anni, le donne continuano a essere poco rappresentate.
Equal è il programma dedicato alla promozione della parità di genere nel mondo della musica, che promuove programmi specifici per valorizzare le artiste. La campagna consiste nella raccolta delle migliori playlist di Spotify per celebrare le creatrici di tutto il mondo.
Per Radar, invece, ci muoviamo su un altro binario. Sin dal 2020, Spotify si è posta l’obiettivo di supportare gli artisti emergenti in tutte le fasi della loro carriera e permettere a un pubblico alla costante ricerca di nuova musica, di entrare in contatto con talenti che stanno muovendo i primi passi nel settore. Crediamo che Spotify abbia una responsabilità in questo senso, e il dovere di aiutare gli emergenti ad aprire nuovi capitoli della loro carriera per connettersi con milioni di utenti, in Italia e nel mondo.
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