Nestlé, multinazionale attiva nel settore alimentare, aumenterà nuovamente i prezzi quest’anno, come ha riferito Reuters. L’annuncio è arrivato dall’ad del gruppo Mark Schneider, che non ha voluto quantificare le sue previsioni.
Il gruppo intende proseguire con la strategia che ha portato a ottimi risultati l’anno scorso. Come si legge dal comunicato pubblicato sul sito, Nestlé ha chiuso il 2022 con un fatturato di oltre 94.4 miliardi di franchi, l’8.3% in più rispetto all’esercizio precedente. Risultati che si legano proprio una significativa inflazione dei costi, come precisato in una nota.
L’aumento dei costi delle materie prime
Il produttore di caffè istantaneo Nescafe e barrette di cioccolato KitKat ha aumentato i prezzi dell’8,2% nel 2022, ma questo non è bastato a compensare l’impatto dell’aumento dei costi degli ingredienti sui margini.
Schneider ha confermato la necessità di ulteriori rincari per compensare l’impatto dell’aumento dei costi delle materie prime. Una cattiva notizia per tutti i consumatori, il cui potere d’acquisto è già stato colpito dall’inflazione ai massimi pluridecennali.
“Il nostro margine lordo è sceso di circa 260 punti base, il che è enorme. Dopo tutti i prezzi che abbiamo fatto nel 2022”, ha detto Schneider.
“Abbiamo alcuni mercati, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, dove assistiamo a un’inflazione continua, altri mercati come la Cina e l’Europa dove l’inflazione è più contenuta”.
Tuttavia, Nestlé prevede una crescita organica delle vendite nel 2023 compresa tra il 6% e l’8% e un margine di profitto operativo di negoziazione sottostante compreso tra il 17% e il 17,5%.
“Guardando al 2023, prevediamo un altro anno di robusta crescita organica, con l’obiettivo di ripristinare il nostro margine lordo, intensificare gli investimenti di marketing e aumentare il flusso di cassa libero”, continua Schneider.
“Il modello di creazione di valore di Nestlé ci mette in una posizione di forza per raggiungere i nostri obiettivi per il 2025 e generare rendimenti per gli azionisti affidabili e sostenibili”.
Come si muovono le altre aziende?
I produttori di beni di consumo sono stati costretti a ulteriori rincari per far fronte all’aumento dei costi di quasi tutte le materie prime dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha aggravato gli intoppi della catena di approvvigionamento legati alla pandemia.
L’annuncio di Nestlé segue quello di altre multinazionali che nelle scorse settimane hanno confermato nuovi rincari. Tra queste Unilever, che ha dichiarato di voler continuare ad aumentare i prezzi dei suoi detersivi, saponi e alimenti confezionati per compensare l’aumento dei costi di input.
Discorso diverso per Pepsico, che avrebbe smesso di aumentare i prezzi dopo che i rincari dello scorso anno hanno aiutato l’azienda superare le stime degli analisti per profitti e vendite.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .