La mobilità elettrica in Italia sta evolvendo a tal punto da incidere sulle strategie di molti operatori di mercato. Tra i settori più coinvolti c’è quello assicurativo, che deve adattarsi ai cambiamenti legati ai nuovi macro-trend di sostenibilità ambientale, multi-modalità degli spostamenti e svincolo dalla prerogativa di possesso rispetto alle nuove modalità di sharing e noleggio a lungo termine.
È quanto emerge da Move to the future: E-mobility on its way, studio realizzato da Italian Insurtech Association e Ey, in collaborazione con Ima Italia Assistance e FairConnect.
L’indagine, che ha incluso tutti i principali player assicurativi in Italia attivi nel mondo motor e dell’assistenza stradale (ramo 18), ha l’obiettivo di mappare l’evoluzione della mobilità elettrica in Italia ed evidenziare le sfide poste dall’elettrico alle compagnie assicurative ma anche le opportunità per il settore.
La rivoluzione dei prodotti assicurativi
In particolare, le nuove tecnologie e l’incremento della smart mobility andranno a impattare il ramo Rc Auto, i cui premi oggi hanno raggiunto un valore di 13,1 miliardi di euro in Italia (dati IVASS 2021), grazie al fatto di essere l’unico ramo del mondo assicurativo pull e non push, data la sua obbligatorietà.
I player del mondo assicurativo si troveranno di fronte alla sfida di rivoluzionare i propri prodotti e le modalità di fruizione, oltre ad avviare partnership con player del mondo insurtech e automotive. I leader di mercato prevedono perdite su questo ramo di business. Per questo i principali player si stanno già muovendo verso altre aree come, ad esempio, health&wellness. Secondo lo studio, il 71% delle compagnie intervistate include già nella propria offerta prodotti assicurativi specifici per la e-mobility, mentre un ulteriore 23% ne sta valutando l’introduzione.
L’embedded insurance e la mobility-as-a-service
A dominare il settore nei prossimi anni saranno l’embedded insurance, ossia la vendita di prodotti assicurativi in combinazione con prodotti da assicurare, e la mobility-as-a-service, un servizio che, grazie a una piattaforma digitale, consente agli utenti di pianificare, prenotare e pagare diverse soluzioni di mobilità.
Questi due prodotti sono visti come i più promettenti dal 71% del campione intervistato, ma soltanto il 41% e il 29% rispettivamente li includono attualmente all’interno della propria offerta, evidenziando la necessità di un intervento strategico per colmare questo gap.
“La collaborazione tra compagnie, player automotive e operatori di micromobilità, permetterà di rispondere maggiormente ai bisogni di tutela e sicurezza dei consumatori, oggi in cerca di soluzioni personalizzate, come il pay-per-use e coperture embedded al bene o al servizio di mobilità”, dice Gerardo Di Francesco, segretario generale Iia.
“Questa transizione determinerà un cambiamento importante dell’offerta e ritengo sia un’ottima notizia l’evidente interesse e il numero di soggetti che stanno già sperimentando e realizzando innovazione assicurativa in tal senso. “I player che sapranno mettere a terra le innovazioni di prodotto e di processo distributivo più coerenti ed efficaci rispetto al futuro della mobilità nazionale ne usciranno vincenti”.
La grande maggioranza degli intervistati (88%) dichiara inoltre di aver già avviato delle collaborazioni a livello di ecosistema con altre categorie di player. Tra queste società automotive (65%), tech player e fornitori di dispositivi IoT (47%) e operatori di micro-mobilità (41%).
Non solo auto
Il 76% degli intervistati include nella propria offerta prodotti legati alla micro-mobilità. In particolare, il 29% delle compagnie offre alla clientela dei prodotti per bici o monopattino, mentre il 47% include questa tipologia di protezione all’interno di una copertura più ampia dedicata alla mobilità urbana nel suo complesso.
Un ulteriore 12% ha intenzione di sviluppare questa tipologia di prodotti in futuro, pur non avendoli ancora integrati nella propria offerta. Secondo il 41% del campione, a dominare il mercato della mobilità sarà in particolar modo il trend del pay-per-use, modello fondato sul passaggio dall’ownership all’usership del mezzo, in cui i costi sono basati sull’effettivo utilizzo del veicolo.
“Anche se al settore assicurativo non viene richiesto di configurarsi come l’orchestratore unico nell’evoluzione verso la mobilità elettrica, è innegabile come le compagnie assicurative italiane possano svolgere un ruolo chiave nel facilitare questa tendenza, sviluppando prodotti specifici e offrendo incentivi per continuare a rispondere ai bisogni di tutela e sicurezza dei loro clienti”, afferma Marco Concordati, partner di Ey.
Il mondo dell’assistenza stradale
Il cambiamento in atto è già evidente nel mondo dell’assistenza stradale (ramo 18), in cui gli operatori hanno dovuto evolvere rapidamente il loro modello operativo adattandosi alle specificità dell’intervento richieste dai veicoli elettrici.
Dal garantire la ricarica o il cambio batteria in loco, alla formazione di un ecosistema di competenze e fornitori di componentistica avanzata in grado di rispondere prontamente ai bisogni specifici e tecnologici delle auto elettriche, anche in caso di anomalie nel software. Si tratta nella maggior parte dei casi di prodotti da sviluppare ex-novo per garantire un vero vantaggio competitivo.
Le altre criticità emerse dallo studio
Lo studio mette in evidenza la carenza di personale tecnico specializzato sui veicoli elettrici e la conseguente necessità di istruire gli operatori del settore assicurativo tramite sessioni di training e di formazione.
Dall’analisi emerge inoltre la necessità di ripensare il posizionamento per soddisfare i clienti più sensibili ai temi della sostenibilità, garantendo ad esempio auto sostitutive di tipo elettrico o veicoli di micro-mobilità che permettano all’assicurato di arrivare a destinazione con modalità sostenibili.
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