È un manager diverso dagli altri almeno nel modo di porsi. Ralph Hamers, 56 anni, amministratore delegato di Ubs, è tra i pochi dirigenti del mondo della finanza a permettersi di comparire in pubblico senza cravatta. Quando la più grande banca svizzera lo scelse, nell’autunno del 2020, il suo modo di vestire non era però il principale motivo di perplessità. Hamers aveva lavorato per tutta la sua carriera in Ing, una banca retail olandese conosciuta soprattutto per i suoi servizi online. Come rilevavano gli analisti di Barclays, non aveva esperienza “nel gestire una banca di investimento globale” focalizzata su clienti a elevato patrimonio.
Oggi Hamers sta per guidare l’acquisizione di Credit Suisse, una delle principali concorrenti di Ubs, per 3 miliardi di franchi svizzeri (circa 3 miliardi di euro). Le due banche potranno chiedere fino a 200 miliardi di franchi di prestito alla Banca nazionale svizzera per far fronte a eventuali perdite.
Chi è Ralph Hamers
Hamers è nato a Simpelveld, nel sud-est dei Paesi Bassi, ed è rimasto in Ing per 29 anni. È stato responsabile del mercato rumeno e di quello belga prima di diventare ad nell’ottobre 2013. In quel ruolo ha dovuto risollevare l’azienda dai postumi della Grande recessione, che avevano obbligato il governo olandese a un salvataggio da 10 miliardi.
Alla guida di Ing, Hamers ha investito soprattutto sulla trasformazione digitale e sull’offerta online. Nel 2018 è stato incluso tra i 10 ad più stimati al mondo dal Global Ceo RepTrak stilato da Reputation Institute, società specializzata nella misurazione e consulenza sulla reputazione. Nello stesso anno, però, Ing ha accettato di pagare una multa da 775 milioni di euro per violazione delle norme anti-riciclaggio.
La questione stipendio
Sempre nel 2018 Hamers provò ad aumentarsi lo stipendio da 1,6 a 3 milioni di euro. Nonostante Hamers guadagnasse all’epoca molto meno dei dirigenti di altre grandi banche europee e americane, gli olandesi si ribellarono. Come scrive Swissinfo, molti politici parlarono di ‘indecenza’: l’ad chiedeva un aumento di quasi il 100% contro l’1,7% dei dipendenti e guadagnava 30 volte più di un normale bancario. La proposta fu contestata anche dal ministro delle Finanze, Wopke Hoekstra, e alla fine fu ritirata dal cda.
Hamers si è rifatto dopo il passaggio in Ubs: lo scorso anno ha guadagnato 12,2 milioni di dollari.
Contro il tetto ai bonus per i banchieri
Un anno e mezzo fa il portale di informazioni finanziarie di Zurigo Inside Paradeplatz, ripreso in Italia da Repubblica, riferì alcune frasi di Hamers durante una videochiamata con i suoi collaboratori: “Il nostro core business, che piaccia o no, è supportare i ricchi che diventano sempre più ricchi. Quindi, più abbiamo successo, più contribuiamo alla disuguaglianza nel mondo. Il che non è un bene”.
Hamers si è anche schierato contro alcune politiche europee. Come ricorda il Financial Times, si è opposto, tra le altre cose, ai tassi di interesse negativi e al tetto al bonus per i banchieri imposto dopo la Grande recessione.
Il Netflix del banking
Lo scorso anno, in un’intervista rilasciata alla Cnbc al World Economic Forum di Davos, Hamers ha delineato il suo progetto più ambizioso: creare il Netflix del banking. “Vogliamo distribuire contenuti ai nostri clienti in modo digitale, così che possano consumarli come quelli multimediali di Netflix. Sulle piattaforme, le persone vedono un trailer e pensano: ‘Mi piace, vorrei saperne di più’”.
Nel 2022 Ubs ha registrato un utile di 7,6 miliardi di dollari, anche se una delle operazioni principali imbastite da Hamers è saltata a settembre. Ubs ha rinunciato infatti ad acquistare per 1,4 miliardi di dollari Wealthfront, un servizio automatico di investimenti.
L’affare Credit Suisse
Ora Hamers lancia però la sua società in un’operazione ancora più ambiziosa. “L’unione delle due banche principali e più prestigiose della Svizzera, che mettono assieme un’eredità di oltre 300 anni, rappresenta un momento di rilevanza storica per il polo finanziario del Paese e per l’industria”, ha scritto Hamers in una lettera ai dipendenti. “Ubs diventerà una potenza ancora maggiore nel settore della gestione patrimoniale” e potrà crescere di più “nelle Americhe e nell’Asia Pacifica, che sono fondamentali per la nostra strategia”.
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