di Mirko Crocoli
Vi sono luoghi in Italia, che pur silenti nella loro imponenza, hanno conservato l’albore dei periodi più alti della civiltà di questo Paese, grazie all’integrità e al rigore dei suoi custodi. Luoghi dove il Rinascimento non è un periodo storico, ma uno stato d’animo costante. In un paesino di circa tremila abitanti, come un dente tra Lazio, Umbria e Toscana, un fermento culturale inarrestabile si distingue in un territorio che ha dato i natali alle più antiche civiltà italiche: siamo al VesConte – Palazzo Cozza Caposavi di Bolsena.
Questo Palazzo (già consacrato più volte da Forbes tra le più belle residenze e tra gli hottest new hotel del pianeta) del 16esimo secolo, fa molto parlare di sé, come se il tempo lo avesse risparmiato dalla nostalgia che solitamente si prova per tutto ciò che rappresenta qualcosa di “un mondo che non c’è più”. Oltre a turisti, visitatori e curiosi, un elettrico via vai di ospiti illustri tra politici, alti prelati, membri di famiglie reali europee, personaggi di tutte le scienze e le arti, arricchisce con la propria testimonianza i sontuosi ambienti di un luogo magico, dove il turismo culturale e l’accoglienza esperenziale hanno trovato la loro massima manifestazione.
Un giovane imprenditore del Rinascimento
Genius Loci di questo progetto fuori dal tempo è quello che si potrebbe definire un uomo del Rinascimento dei nostri giorni, ultimo erede dell’omonima famiglia nobiliare, Francesco Cozza Caposavi Vesmile. Giovane, affabile e carismatico, a soli 30 anni ha imposto il suo sogno all’attenzione del mondo, donando carattere e rigore all’effimera caducità della bellezza, che ha saputo cavalcare e mantenere viva. Un imprenditore culturale che si è distinto per risultati e influenza tra festival letterari, musicali, d’arte antica e contemporanea, ma anche ai caffè con i governatori della Regione e ai tavoli di lavoro con i ministri, e ancora ai workshop con registi premi Oscar e alle visite di Cardinali e famiglie del Gotha americano. Un trasversale virtuosismo spontaneo, etico, vero, che ha spianato la strada al successo di un modello imprenditoriale, che incuriosisce, piace a tutti e sta facendo scuola.
Anziché viaggiare alla scoperta del mondo, ha incontrato tutto nelle sue radici, facendo sì che sia il mondo a passare da lui, aprendo alla pubblica fruibilità la sua “casa”. In pochi anni ha realizzato un albergo diffuso, un ristorante, un’enoteca e un percorso museale all’interno di questo monumento civile, dichiarato di pubblico interesse dal Ministero dei Beni Culturali.
Raggiunto l’olimpo delle massime classifiche del settore per la sua idea di turismo esperienziale, ovvero la capacità di concedere ai suoi ospiti “il lusso di un soggiorno autentico” in una vera dimora aristocratica, ha affiancato a quest’ultima la primaria vocazione di questo scrigno di tesori: quella culturale.
Più di un semplice palazzo
Soggiornare tra le opere dei maestri del Rinascimento italiano, arredi d’epoca, affreschi e soffitti decorati, era limitante. Dopo la notorietà afferente l’aspetto ricettivo, il mercato rappresentava la necessità di aprire la fruibilità del sito ad un pubblico più ampio. È iniziata così, di pari all’idea turistico-ricettiva, la riconversione in quello che oggi può essere definito un vero e proprio contenitore culturale, polo d’arte del centro Italia, attraverso il mecenatismo e la promozione di festival letterari, mostre d’arte antica e contemporanea, festival musicali ed eventi eno-gastronomici di primo ordine.
Un nuovo mecenatismo culturale
Questo ciclo completo e circolare ha portato l’idea imprenditoriale di successo al mecenatismo culturale, creando così un nuovo modello esemplare e virtuoso di gestione di una dimora storica, che non è passato inosservato agli addetti ai lavori (e non). La vicinanza con Roma, la Toscana e l’Umbria ha attirato premi Oscar e scrittori che qui trovano ispirazione per le loro opere, amanti del bello e dell’autentico, artisti e musicisti che si esibiscono nelle varie iniziative culturali e un continuo via vai di personaggi di potere che qui amano riunirsi, lontano dal caos della città.
Ci sono persone che fanno i luoghi e luoghi che arricchiscono i territori. L’Italia è ricca di dimore storiche, Il VesConte – Palazzo Cozza Caposavi è un esempio di modello sostenibile e di successo di questo genere di edifici, eredità di singoli che però ne custodiscono la storia a favore dell’intera comunità.
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