L’interesse di Prada per la tecnologia non è una novità; è emerso fin dai tempi delle gloriose sfide di Luna Rossa alla America’s Cup. Dopo l’exploit marinaresco, è la volta di quello spaziale: come riportato nei giorni scorsi, Prada ha inaugurato una partnership con Axiom Space, la ditta americana che ha vinto il contratto per realizzare le nuove tute spaziali che gli astronauti useranno per passeggiare sulla Luna.
Prada, che l’anno scorso ha acquisito un pacchetto di azioni Axiom, dovrebbe realizzare parti delle tute, con particolare attenzione ai materiali flessibili dove il know how dell’azienda potrebbe rivelarsi di grande utilità per confezionare tessuti che permettano una migliore mobilità, da sempre il punto debole delle tute per l’attività extraveicolare.
Il tempo non è molto: le tute sono un item irrinunciabile per il ritorno alla Luna e lo sviluppo dei nuovi indumenti tecnologicamente avanzati e quanto più confortevoli possibile è sul cammino critico della missione Artemis III, prevista in partenza nel dicembre 2025, anche se è molto probabile slitti al 2026. L’ispettore generale della Nasa, infatti, si è detto preoccupato per i ritardi di Starship, da una parte, e per lo sviluppo delle tute dall’altra.
“La nostra azienda è molto più di semplice moda” ha detto Lorenzo Bertelli, direttore Marketing del gruppo Prada, che ha aggiunto che l’interesse dell’azienda per i materiali compositi risale agli anni 90, appunto con Luna Rossa. Il chief executive di Axion Space, Michel Suffredini, ammette che la partnership può sembrare strana, tuttavia ritiene che collaborare con Prada nella progettazione di un tessuto dalle prestazioni estreme sia la cosa più ragionevole da fare.
Le caratteristiche dei tessuti Prada
Ha detto di avere sentito parlare delle competenze tecnologiche di Prada durante un viaggio in Italia, giusto quando Prada stava cercando opportunità per sfruttare la propria esperienza tecnica in altri campi. In effetti, Axiom Space pensa ci siano molte possibilità di collaborazione con il marchio italiano, anche se adesso occorre focalizzarsi sulle tute, che sono parte del programma Exploration Extravehicular Activity Services da utilizzare sia nel programma Artemis sia sulla Stazione spaziale internazionale, per raggiungere la quale Axiom Space ha ottenuto, nel settembre 2022, un contratto da 228,5 milioni di dollari.
Suffredini ha aggiunto che la Nasa è stata informata della inedita collaborazione senza che la cosa sollevasse obiezioni. Sembra, anzi, che l’agenzia sia aperta a nuove idee. Forse si spera che un nuovo approccio olistico possa produrre una tuta migliore. Le collaborazioni spaziali con aziende italiane extra-settore non sono, in effetti, una novità: al successo della recente missione lunare indiana, Chandrayaan 3, hanno per esempio contribuito le tecnologie di thermal management del gruppo Zoppas, sfruttate nel caso del lander.
I tessuti compositi di Prada potrebbero essere usati per parti del busto e dei pantaloni rendendo la tuta più leggera, una caratteristica sempre apprezzata nel mondo spaziale. Ovviamente tutti si chiedono come apparirà la tuta con lo strato esterno sviluppato in collaborazione con Prada. Bertelli ha dichiarato che il loro lavoro sarà focalizzato sulla funzionalità, sperando che ci sia anche un po’ di spazio per la creatività.
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