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Matrimonio made in Italy: Marchesi Antinori e Intesa Sanpaolo insieme per l’espansione negli Usa

Articolo tratto dal numero di dicembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Eccellenze del made in Italy, sviluppo dei grandi marchi italiani del vino e dell’agrifood nel mondo, acquisizioni e investimenti su larga scala, senza dimenticare il ruolo della finanza.  Questi i temi emersi dal confronto tra l’amministratore delegato di Marchesi Antinori, Renzo Cotarella, e il responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Stefano Barrese, che in questa intervista a due voci, rilasciata in esclusiva a Forbes Italia, ripercorrono i momenti principali dell’incontro Accompagnare la crescita all’estero delle eccellenze italiane. L’esempio di Marchesi Antinori, tenutosi presso le Cantine Antinori in ottobre.

Al centro l’acquisizione da parte del marchio italiano della cantina Stag’s Leap Wine Cellars nella Napa Valley.  Un’operazione che esalta il valore e il prestigio dei grandi marchi italiani e che l’azienda toscana ha messo a segno a maggio grazie a mezzi propri e all’intervento di un pool di banche. Fra queste, ha avuto un ruolo di primo piano, sia per il valore del finanziamento che per il lavoro svolto in termini relazionali e di costruzione dell’operazione, Intesa Sanpaolo, grazie alla sinergia tra le divisioni del gruppo. Da un lato Imi Cib e la struttura di corporate finance mid cap, dall’altro Banca dei Territori e la struttura di Agribusiness, che intrattengono rapporti con molti importanti produttori e supportano più di 7.300 aziende clienti nel settore vitivinicolo. 

Renzo Cotarella – Qual è la motivazione di questo investimento?

Avevamo già una quota di partecipazione e la responsabilità tecnica sullo stile e la produzione dei vini, abbiamo quindi completato l’acquisizione. È raro che una cantina che ha fatto la storia della Napa Valley come Stag’s Leap Wine Cellars sia disponibile. È quindi motivo di grande orgoglio per la nostra azienda, e per il marchese Piero in particolare, poter mantenere la promessa fatta a Warren Winiarski 16 anni fa: preservare i valori e l’eredità di un’azienda così prestigiosa. Chi, come noi, vive Napa da quasi 40 anni, non può non essere innamorato e affascinato da Stag’s Leap Wine Cellars.

Stefano Barrese – Com’è nato, dal punto di vista della banca, l’affiancamento finanziario a Marchesi Antinori per l’acquisizione di Stag’s Leap Wine Cellars?

Tutto deriva dall’ottima relazione che abbiamo con Marchesi Antinori in virtù di un rapporto storico come Banca dei Territori, ma soprattutto dalla capacità strategica e di visione che Marchesi Antinori e il suo ad hanno da tempo, con cui hanno costruito un percorso, oggi consolidato con questa acquisizione, che li posiziona tra le eccellenze italiane ai vertici dei più importanti mercati internazionali. Quando abbiamo iniziato a parlare di questa operazione, ci siamo resi subito disponibili a sostenerla, anche perché rappresenta un caso esemplare del nostro straordinario patrimonio nel settore vino e agrifood, ma più in generale del made in Italy. Il nostro gruppo, grazie alle professionalità che esprime tra strutture e divisioni dedicate alla clientela, ha subito rappresentato il partner ideale per questo percorso di sviluppo, non frequente nelle aziende di medie dimensioni. Oggi sosteniamo l’agroalimentare italiano con oltre 12 miliardi di euro di finanziamenti, perché crediamo che la comunione tra territorio e valori trovi nell’agribusiness una sintesi perfetta, ampliabile a tante imprese nei più diversi segmenti produttivi distintivi del Paese. Sottolineo che l’affiancamento ad Antinori è nato tempo fa. Il nostro coinvolgimento in questa acquisizione è la conferma della fiducia fra la nostra banca e l’azienda. E in operazioni straordinarie come questa è fondamentale l’aspetto industriale, ma è altrettanto importante l’aspetto finanziario. La profondità del rapporto fra noi e Antinori è raccontata da questo progetto.

Cotarella – Qual è il vostro obiettivo, guardando sia alla vostra storia aziendale che allo sviluppo sul mercato statunitense?

Il nostro obiettivo è quello di preservare il prestigio di questa storica azienda, che rafforza la nostra presenza in un mercato strategico come quello degli Stati Uniti. L’acquisizione di Stag’s Leap Wine Cellars è la conferma della nostra convinzione dell’importanza di questo terroir nello scenario internazionale.

Barrese – Perché la maggiore banca italiana si sta proponendo come partner finanziario per le pmi dell’agrifood, in particolare nel settore vinicolo?

Perché crediamo nella forza delle nostre imprese e vogliamo valorizzare la qualità agroalimentare italiana, facendo tutto ciò che serve per affermare nel mondo i marchi di settore, grazie a strumenti finanziari innovativi e alla collaborazione tra finanza e imprese di eccellenza. L’agribusiness per noi è decisivo: ha bisogno di capillarità e punta sugli esperti, sviluppa l’immagine dell’Italia nel mondo, fungendo quasi da leva per un altro segmento strategico quale il turismo. È sinonimo di eccellenza, come molti altri segmenti produttivi italiani. Siamo convinti che favorire i brand del made in Italy e le loro componenti imprenditoriali non sia una mera azione di tutela, ma un affiancamento al valore internazionale delle nostre aziende, in un’ottica di mercato aperto e al tempo stesso di sviluppo dei singoli territori e dell’intero Paese. Crediamo nel made in Italy perché dove funziona c’è un innalzamento della qualità e quindi anche del successo dell’impresa e del sistema economico.

Cotarella – Come azienda del settore, che significato e valore assume questa acquisizione per lo scenario vitivinicolo nazionale?

Si è trattato di un’operazione molto importante, che ha visto per la prima volta un’azienda italiana investire in Napa Valley, zona di grande rilevanza sotto diversi punti di vista. È un bel messaggio di fiducia, non solo per le realtà del vino, ma anche per le tante aziende ed eccellenze italiane, che possono essere abbastanza ambiziose da fare operazioni di questo tipo.

Barrese – Come vi siete organizzati per accompagnare le imprese di eccellenza italiane in operazioni di acquisizione, ma anche su investimenti straordinari, di sviluppo tecnologico o di internazionalizzazione?

Il nostro gruppo ha costituito un’apposita unità operativa che vede la collaborazione tra la divisione Imi Corporate & Investment Banking e la divisione Banca dei Territori, proprio per avvicinare a operazioni di finanza straordinaria anche realtà produttive di media dimensione interessate allo sviluppo del proprio business nei mercati esteri. Forniamo consulenza finanziaria e assistenza nelle operazioni di investment banking e finanza strutturata, che, unite alla relazione della banca con le imprese dei territori, generano una formula di servizio inedita nel supporto alle aziende e nella scelta della soluzione più adeguata in base ai progetti. Insieme poi alla nostra struttura di professionisti interamente dedicati all’agribusiness, puntiamo a unire le competenze tecniche di più divisioni del gruppo, dando vita a unità operative in grado di favorire e portare a termine operazioni di finanza innovativa come questa, che auspichiamo possano essere opportunità anche per altri segmenti produttivi.

Cotarella – Qual è la forza del territorio della Napa Valley?

La Napa Valley è una delle migliori zone al mondo per la produzione di vino di qualità. Un territorio straordinario, di grande identità stilistica e che si trova in un paese, gli Stati Uniti, che è primo al mondo per consumo di vino, non solo in termini di quantità, ma anche di valore. Inoltre, come tutti i grandi terroir, produce vini molto riconoscibili, attraverso varietà internazionali quali il Cabernet e lo Chardonnay. 

Barrese – L’impegno di Intesa Sanpaolo per valorizzare il made in Italy nel mondo spazia su più settori, dall’agrifood all’industria cinematografica, fino alla meccanica. Cosa intravedete nello sviluppo del made in Italy e dei marchi italiani di eccellenza?

Intravediamo forti potenzialità, soprattutto nei mercati di alta gamma. Mercati che chiedono alle imprese di rimanere competitive e oggi più che mai la partita si gioca sulla sostenibilità, sulla transizione green e sull’innovazione digitale e tecnologica. Tutti fattori che siamo in grado di gestire insieme ad aziende di ogni dimensione, dalle più grandi e strutturate fino alle micro imprese o alle startup, grazie al modello che ci consente di fornire servizi evoluti per affrontare il cambiamento in funzione delle nostre competenze trasversali. Crediamo nel made in Italy perché dove funziona c’è un innalzamento della qualità e quindi anche del successo. Ed è proprio la qualità a cui dobbiamo puntare come Paese. Deve cambiare il racconto di noi stessi.

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