Speciale 100 Eccellenze 2024
Ristorante stellato alle porte di Perugia, l’Acciuga è stato insignito della stella nella Guida Michelin dal 2022, e nominato 25° miglior ristorante d’Italia, secondo “50 Top Italy 2023” nella categoria Cucina d’autore. Il nome è un omaggio all’acciuga come pesce povero ma al tempo stesso ricco di qualità, che storicamente arrivava dal mare alle campagne dell’entroterra a sostituire il sale; questo si rispecchia nella filosofia del ristorante, l’attenzione per la materia prima, soprattutto “povera”, che si declina secondo il ritmo delle stagioni, lavorata con quel pizzico di originalità e tecnica che nelle mani dello chef Marco Lagrimino si traduce in una cucina contemporanea, profonda e dai sapori decisi; un luogo in cui sentirsi a casa e assaporare uno spicchio di Umbria che sa di autentico e di odierno. L’Acciuga è la sfida del patròn Luca Caputo, ideatore del progetto: creare un ristorante gourmet nella periferia italiana. Fiore all’occhiello del ristorante è anche la sua carta vini, curata sapientemente dalla direttrice di sala Nadia Moller e dal sommelier Valerio D’Urso.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .
SITO WEB
www.lacciuga.netCONTATTI
Sede: via Settevalli 217,
06128 Perugia
Telefono: 3392632591
Email: [email protected]
In primo piano
Classe ’85, lo chef umbro Marco Lagrimino ha viaggiato molto prima di tornare a casa, sia all’estero (dalla Germania all’Inghilterra) che in Italia, prima di aprire il suo primo locale a Firenze, che lo farà conoscere alla critica, e confermarsi all’Osteria di Volpaia nel Chianti Classico. Il focus della sua cucina è la materia prima, selezionata nei mercati locali o dai contadini indipendenti. Lagrimino è appassionato del mondo vegetale e delle erbe aromatiche, e non disdegna le affumicature.
Il punto forte
Tra i piatti più rappresentativi dello chef Marco Lagrimino non mancano i risotti, e in particolare quello al rafano, caratterizzato dall’uso di pochi ingredienti ma lavorati e combinati con profondità. Il suo piatto signature unisce il sapore pungente del rafano, utilizzato nella mantecatura, con quello del burro affumicato, del burro acido e del centrifugato di sedano. A conferire un tocco aggiuntivo di gusto provvede la polvere di levistico, che chiude il cerchio con la sua nota erbacea