Speciale 100 Eccellenze 2024
In principio era un’osteria, dove ci si recava per stare in compagnia, trascorrere il tempo ridendo e condividendo uno o più stuzzichini nonché sorseggiando del “vino della casa”, il tipico tajùt. Ma quell’antica osteria a un passo dal Duomo di Udine è stata trasformata nell’attuale Hostaria alla Tavernetta, un luogo che nel tempo ha acquisito toni sempre più raffinati, fino ad offrire ai propri ospiti una cucina dal fascino contemporaneo, intimamente legata al territorio e alle sue tradizioni. Eppure, per la famiglia Romano, la bontà delle materie prime e la creatività dei cuochi non sono sufficienti a rendere straordinaria l’esperienza: a fare la differenza è infatti quel senso di calore e familiarità sempre più raro da incontrare. Così ogni cliente diventa speciale e riceve la stessa accoglienza che, normalmente, viene riservata ai familiari e amici di lunga data. Ad accompagnare oggi i genitori nell’arte dell’ospitalità è il figlio Matteo Romano che in sala suggerisce i vini più adatti, accostandoli ad una cucina dall’anima squisitamente tradizionale, servita in veste contemporanea.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .
SITO WEB
www.allatavernetta.comCONTATTI
Sede: via Artico Di Prampero 2,
33100 Udine (UD)
Telefono: 0432501066
Email: [email protected]
In primo piano
Ad Hostaria Alla Tavernetta è impossibile non cogliere una deliziosa continuità estetica e culturale con il circondario. Lo provano i piatti, sia quelli legati alla tradizione (ma sempre con uno sguardo attento alla modernità) sia quelli più raffinati, che testimoniano la presenza di uno chef come Eddi Riotto, in grado di guardare lontano. E’ lui ad anticipare le tendenze grazie agli stimoli offerti da Matteo Romano, ristoratore di terza generazione, accompagnato dai genitori Roberto e Giuliana Petris.
Il punto forte
Il Bigolo all’uovo formadi e pevar con formaggio Frant e funghi rispecchia la filosofia di utilizzare i prodotti stagionali del territorio prendendo spunto da piatti iconici della cultura sia italiana che internazionale. Il bigolo, fatto in casa, è “formadi e pevar”, traduzione in friulano della cacio e pepe romana, in cui si sostituisce il pecorino col formaggio Frant, unito ai funghi (alcuni di bosco, altri coltivati in Friuli ma di origine orientale, come gli shiitake) per un piatto fusion a km 0.