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EssilorLuxottica inizierà il test sulla settimana corta ad aprile. Coinvolgerà 600 dipendenti

Il 1 aprile EssilorLuxottica comincerà a sperimentare la settimana corta. La prova coinvolgerà circa 600 lavoratori, scelti tra il migliaio che ha fatto richiesta, e permetterà di restare a casa per 20 venerdì all’anno, individuati dall’azienda. I dipendenti dovranno rinunciare a cinque giorni di permesso retribuito, mentre EssilorLuxottica coprirà gli altri 15.

L’esperimento, battezzato Time4you, riguarderà gli stabilimenti di Agordo, Sedico e Cencenighe (Belluno), Pederobba (Treviso), Rovereto (Trento) e Lauriano (Torino), non la sede di Milano. Sono esclusi i dipendenti la cui assenza per un giorno alla settimana comprometterebbe la continuità produttiva, come i team leader e alcuni lavoratori specializzati.

Il periodo di prova durerà fino al 31 dicembre. Se l’esperimento avrà successo, l’azienda dovrà studiare come introdurre la settimana di lavoro da quattro giorni in via definitiva a partire dal 2025.

L’esperimento di EssilorLuxottica

Si è candidato all’esperimento circa il 10% dei lavoratori che ne avevano diritto, con tassi diversi tra i comparti e tra gli stabilimenti. A Pederobba ha aderito circa il 20% dei 900 dipendenti eleggibili, mentre a Sedico, dove lavorano circa 3.500 persone, le domande sono state solo 38.

“Come sempre, quando si parte con le sperimentazioni, c’è chi si butta e chi preferisce vedere cosa succede”, ha detto al Corriere del Veneto Milena Cesca, segretaria della Femca (Federazione energia moda chimica e affini) della Cisl di Belluno Treviso. “La rinuncia a presentare la domanda, ad esempio, può essere collegata al timore di essere spostato di un’area diversa, in cui la settimana corta è più percorribile, con il rischio di dover rivedere abitudini consolidate”.

Alan Tancredi, segretario confederale Uil del Trentino, ha dichiarato a Il Dolomiti che “quello di Luxottica è un buon esempio e deve rappresentare un punto di partenza per tutto il sistema economico. Le future generazioni inizieranno a lavorare sempre più tardi e, di conseguenza, svilupperanno una parte considerevole della propria vita mentre lavorano, in età più avanzata, con tutte le possibili difficoltà del caso. Ecco perché sarà fondamentale avere più tempo per se stessi anche durante il percorso lavorativo”.

Chi prova la settimana corta

Secondo uno studio svolto lo scorso anno dal centro ricerche dell’Associazione italiana per la direzione del personale, il 53% dei direttori del personale è favorevole alla settimana corta. Diverse aziende, quindi, guardano a esperimenti come quello di EssilorLuxottica.

Tra le aziende italiane che stanno provando i quattro giorni di lavoro a settimana c’è Lamborghini, che li prevede con varie formule a seconda dei reparti. Intesa Sanpaolo ha introdotto la settimana corta a gennaio 2023, con giornate da nove ore dal lunedì al giovedì. Altri esperimenti sono partiti nel gruppo Magister, nelle società Ali e Repas, e in Lenet, il gruppo che produce ceramica con il marchio Thun.

Altre aziende hanno provato a ridurre l’orario di lavoro, pur senza eliminare un giorno di lavoro. Tra maggio e settembre 2023 Lavazza, per esempio, ha tagliato da otto a cinque le ore del venerdì.

Che cosa succede all’estero

Finora in Italia sono state singole aziende a mettere alla prova la settimana corta. Altri paesi hanno avviato programmi più ampi. Il principale è stato quello del Regno Unito, che ha riguardato 2.900 lavoratori di 61 aziende. Secondo il report finale sull’esperimento, i ricavi delle aziende sono leggermente aumentati durante il periodo di prova, mentre i dipendenti hanno notato un miglioramento della salute fisica e mentale.

A febbraio la Germania ha annunciato una sperimentazione su larga scala in 45 aziende. Il premier francese, Gabriel Attal, ha aperto alla settimana corta, anche se ha precisato che la dicitura corretta sarà “settimana in quattro giorni” e non “di quattro giorni”, perché le ore resteranno le stesse. Progetti pilota esistono in paesi come Spagna, Portogallo, Scozia e Irlanda. I lavoratori belgi possono chiedere la settimana corta dal novembre 2022, anche se, secondo la società di consulenza Securex, finora ha aderito solo un dipendente su 200. Colpa, dice Securex, della pressione dei capi, della scarsa conoscenza del programma e della convinzione che qualsiasi richiesta di diminuire i giorni di lavoro verrebbe respinta.

Fuori dall’Europa, gli Emirati Arabi hanno introdotto la settimana corta a inizio 2022. Il Giappone l’ha inserita nel 2021 nel suo Piano economico annuale. Sia per per permettere alle coppie di fare più figli e ringiovanire una società sempre più vecchia, sia per contrastare il fenomeno della morte per eccesso di lavoro – il karoshi – che secondo il Consiglio nazionale per la difesa delle vittime uccide 10mila persone all’anno.

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