La salute dei lavoratori di tutto il mondo è sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici degli ultimi anni. A rivelarlo è il rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), Garantire la sicurezza e la salute sul lavoro nell’era del cambiamento climatico, che evidenzia come la maggior parte dei lavoratori non sia sufficientemente protetto dalle normative esistenti:
“Abbiamo alcuni Paesi che limitano l’esposizione alle alte temperature e all’inquinamento atmosferico, ma solo in rari casi abbiamo limiti di esposizione professionale fissati per gli altri rischi”, ha affermato Manal Azzi, specialista senior dell’Ilo in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
Secondo l’Ilo, oltre il 70% della forza lavoro globale, ovvero 2,4 miliardi di persone, è esposta a rischi legati alla crisi climatica (la stima è basata su dati del 2020). Un dato che diventa ancora più allarmante se si pensa che venti anni fa la percentuale era del 65,5%. Tra le fasce più vulnerabili ci sono i lavoratori più poveri del mondo, esposti per lunghi periodi a condizioni climatiche estreme come ondate di caldo, siccità, incendi e uragani:
“Gli impatti maggiori saranno avvertiti dai lavoratori poveri, da coloro che lavorano nell’economia informale, dai lavoratori stagionali e da quelli delle micro e piccole imprese”, rivela il rapporto.
Dall’inquinamento atmosferico ai raggi ultravioletti
Secondo il report, la percentuale di coloro esposti all’aumento delle temperature è cresciuta del 5% negli ultimi due decenni, raggiungendo il 70,9%.
Oltre alle ondate di calore, tra i pericoli maggiori per coloro che lavorano all’aperto ci sono i raggi ultravioletti e l’inquinamento atmosferico, pesticidi e malattie trasmesse da insetti, tra cui malaria e dengue.
Secondo un portavoce dell’Ilo, risulta impossibile calcolare quale parte della forza lavoro sia più a rischio, visto che un lavoratore può essere esposto a più pericoli contemporaneamente.
Quali sono i rischi per i lavoratori?
I rischi legati al clima si collegano alla comparsa di patologie come tumori, disfunzioni renali e malattie respiratorie, che possono essere causa di morte, condizioni croniche o disabilità.
Solo l’inquinamento atmosferico è causa degli oltre 860mila decessi ogni anno, afferma il rapporto dell’Ilo. Il caldo eccessivo provoca ogni anno 23 milioni di incidenti sul lavoro e 18.970 morti sul lavoro, mentre le radiazioni UV, collegate al cancro della pelle non-melanoma, ne uccidono 18.960. Inoltre, più di 300mila agricoltori muoiono ogni anno a causa dei pesticidi.
In alcuni casi, le tecnologie adottate per rallentare il cambiamento climatico, come i pannelli solari e le batterie agli ioni di litio per i veicoli elettrici, possono finire per produrre nuovi pericoli a causa delle sostanze tossiche all’interno.
Tuttavia, l’Ilo esorta tutti i Paesi a intervenire sulla legislazione esistente per non rischiare di farsi trovare impreparati nei prossimi anni: “Un numero impressionante di lavoratori è già esposto ai rischi legati al cambiamento climatico sul posto di lavoro, e queste cifre sono destinate solo a peggiorare”, si legge nelle conclusioni.
“E’ importante garantire la sicurezza e la salute sul lavoro in un clima che cambia. Man mano che (i rischi) si evolvono e si intensificano, sarà necessario rivalutare la legislazione esistente o creare nuove normative e linee guida”.
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