Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Small Giants. Abbonati!
La famiglia Zonin ha 200 anni di storia ed è un’eccellenza nel mondo vinicolo. L’avventura è cominciata a Gambellara, in Veneto, nel 1821: una tradizione tramandata da sette generazioni fino ai giorni nostri.
Se il Prosecco Zonin continua a esprimere l’essenza della dolce vita a livello internazionale, il gruppo Zonin1821, grazie ai vini delle sue tenute, ha dato un fondamentale contributo nell’esportare il made in Italy e la cultura vitivinicola nel mondo.
Zonin1821: un fatturato da 195 milioni di euro
Il gruppo è infatti presente in oltre 140 Paesi grazie al supporto di oltre 500 collaboratori che operano in Italia e in quattro filiali: Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Svezia. Nel fatturato 2023, che si aggira sui 195 milioni di euro, l’export pesa per l’80%.
Zonin1821, con oltre 1.600 ettari vitati di proprietà, produce e distribuisce oltre a vini fermi e spumanti a marchio Zonin, i vini delle tenute italiane di famiglia: Ca’ Bolani in Friuli, Poggio Le Coste in Piemonte, Oltrenero in Lombardia, Castello di Albola e Rocca di Montemassi in Toscana, Masseria Altemura in Puglia e Principi di Butera in Sicilia.
Due le tenute estere: Barboursville Vineyards, in Virginia negli Stati Uniti e Dos Almas in Cile. “Il tema della generazionalità è la chiave per comprendere la nostra visione imprenditoriale: le aziende non hanno solo responsabilità ‘qui ed ora’, ma in quanto famiglie e istituzioni devono contribuire, tramite il loro operato, a esprimere valori di apertura e alterità, tra i quali preservare le risorse, rispettare l’ambiente, garantire il benessere delle persone, favorire la parità di genere e valorizzare la diversità”, sottolinea Domenico Zonin, presidente del gruppo Zonin1821.
Promuovere la cultura vitivinicola
Centrale quindi il tema dell’educazione al vino. “Non basta vendere bottiglie di vino massimizzandone la visibilità; è fondamentale far scoprire, raccontare, portare alla luce l’invisibile del visibile, ovvero la cultura, le tradizioni e le storie che esprimono questo straordinario prodotto della terra, così che si riesca sempre più a concepire il vino come un prodotto buono, che assunto moderatamente fa bene, ma soprattutto come un custode di saperi e tradizioni che si tramandano da generazioni e devono essere arricchite oggi per le generazioni future”, assicura il presidente.
È nata così l’idea di una serie di progetti e lezioni, interattivi e partecipativi, organizzati nelle maggiori università d’Italia per promuovere e valorizzare la cultura vitivinicola, il made in Italy e la sostenibilità: temi affrontati con gli studenti di Bocconi, Bologna Business School, Università Cattolica del Sacro Cuore, Iulm, Università del Salento, Scuola Superiore Sant’Anna e Università di Palermo, ma anche presso scuole straniere come la Hbla Pitzelstätten, in Austria.
Le visite riservate agli studenti
Non solo in aula. Quando possibile l’azienda invita gli studenti a scoprire e vivere le tenute del gruppo: Castello di Albola nel Chianti Classico, Ca’ Bolani ad Aquileia, Masseria Altemura nel cuore del Salento e Principi di Butera, in Sicilia tra due siti Unesco, e logicamente Gambellara, cuore del brand Zonin, dove c’è un percorso museale di oltre 500mq dedicato alla cultura vitivinicola italiana.
Durante tutte queste occasioni d’incontro è stata promossa una cultura del bere responsabile. “Come settore dobbiamo prendere atto degli attacchi al mondo del vino che in questo momento non hanno trovato alcuna base scientifica e, anzi, sono stati smentiti da differenti studi, tra i quali Moderate Wine Consumption and Health: A Narrative Review, pubblicato sulla rivista Nutrients, come parte del numero speciale Effects of Wine and Soft Drinks on Human Health. È importante valorizzare questi studi e promuovere un consumo responsabile”, aggiunge ancora il presidente.
Il progetto, partito nel 2023, nei prossimi mesi coinvolgerà nuove realtà accademiche tra le quali la Ca’ Foscari e l’Università di Trieste, ma sarà esportato anche al King’s College di Londra, alla Stockholm School of Economics e all’Università di Nova Gorica.
Dalla Cuvée Zero al Limoneto Spritz
Il dialogo con la Generazione Z sta già dando i suoi frutti anche in termini di nuovi prodotti che tengono conto di diversi gusti e sensibilità. “Questo dialogo a più voci con gli studenti ci permette di comprendere sempre meglio l’evoluzione del sistema del quale facciamo parte e queste analisi critiche ci permettono di migliorare “come facciamo, quello che facciamo”.
Tra le nuove proposte di prodotto che da poco arricchiscono la gamma del brand Zonin c’è la Cuvée Zero: grazie a un’aromaticità simile a quella del vitigno Glera e zero alcol, questo prodotto mira a raggiungere una fascia sempre crescente di consumatori in mercati strategici, tra i quali Germania, Regno Unito, Francia, Australia, Belgio e Svezia.
Sempre per cogliere nuove opportunità offerte dal mercato, Zonin propone il proprio Limoneto Spritz: uno spritz al sapore di limone. “Grazie a queste innovazioni di prodotto, che sono complementari all’offerta tradizionale, interpretiamo la cultura vitivinicola ereditata in 200 anni di storia con uno sguardo ai prossimi 200”, assicura Zonin.
La Zonin1821 Academy
Oltre alle lezioni con i millennial, di pari passo procede il progetto della Zonin1821 Academy, scuola interna al gruppo. Un’iniziativa innovativa nata per dare ancora più forza al progetto di formazione e valorizzazione culturale che l’azienda ha deciso di portare avanti:
“La Zonin1821 Academy ci porterà a erogare nel 2024 oltre 4mila ore di formazione a collaboratori e partner commerciali, così da favorire la promozione della sostenibilità, della cultura vitivinicola e del made In Italy, ma anche il consolidamento di un senso di appartenenza tra i colleghi che operano in azienda”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .