La bellezza come fattore distintivo del made in Italy. Un soft power che nasce dall’eccellenza italiana, unendo sotto un denominatore comune tradizione, tecnologia, design e personalizzazione. È questa la sintesi della nuova edizione di “Economia della Bellezza”, la piattaforma progettuale creata nel 2021 da Banca Ifis, con l’obiettivo di valorizzare quel comparto trasversale del tessuto imprenditoriale nazionale che, valorizzando il bello e il saper fare artigiano, rappresenta l’eccellenza del made in Italy.
“Un patrimonio che si esprime – come in nessun altro Paese al mondo – anche nell’industria e che l’Italia ha saputo esaltare trasformando arte, cultura, paesaggio ed eticità in valore economico”, dichiara Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis.
L’Economia italiana della Bellezza e l’impatto sul Pil Nazionale
Basata sul tema del ‘saper fare’ e sulla creatività dei maestri d’arte, la nuova edizione realizzata da Banca Ifis svela che l’economia italiana della bellezza vale 595 miliardi di euro, in crescita del 19% rispetto ai 499 miliardi di euro di fine 2022, grazie soprattutto all’aumento dei settori moda, cosmetica, enogastronomia e turismo culturale, e generando complessivamente il 29,2% dell’intero Pil nazionale, in aumento del 3% rispetto al 2022 e addirittura del 5% in confronto al 2021.
Merito di un indotto costituito da oltre 346mila imprese che, nella sua analisi, la banca ha suddiviso in tre ambiti: le imprese del turismo culturale e paesaggistico, imprese “design-driven”, attive nei settori per esempio dell’Agricoltura, dell’Automotive, della Moda, del Sistema Casa e della Cosmetica, e imprese “purpose-driven“, che si contraddistinguono per il loro modo etico e responsabile di fare impresa. Un ecosistema che, dunque, considera non soltanto le aziende tradizionalmente associate alla bellezza, ma anche quelle dei settori industriali e produttivi e, soprattutto, le realtà che al “fatto bene” aggiungono la capacità di generare un impatto sociale positivo su comuni, province, regioni, pmi, territori e persone.
Il valore del saper fare artigiano e del Made in Italy
Oltre al peso sul Pil, dallo studio condotto da Banca Ifis emerge che alla base del successo del Made in Italy ci sono il ‘saper fare’ artigiano e la possibilità di personalizzazione. Elementi che permettono all’Italia di spiccare nell’offerta globale e di competere sui mercati internazionali. Una analisi condotta sui cinque principali mercati di riferimento per l’export italiano (Cina, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Germania e Francia) ben il 92% degli intervistati si dichiara disposto a pagare di più per acquistare prodotti che siano certificati Made in Italy. Stando alle risposte, i motivi di questa disponibilità sono sostanzialmente tre: alta qualità, attenzione ai dettagli e design ricercato.
A questo si aggiunge poi l’elemento della tradizione, universalmente riconosciuto all’Italia grazie a secoli di storia in cui l’artigianato ha saputo imporsi come eccellenza mondiale. La tradizione, poi, va di pari passo con l’innovazione: per l’81% degli imprenditori interpellati dall’analisi di Banca Ifis, la tecnologia rappresenta un fattore imprescindibile, in grado di incrementare la velocità di produzione, la sicurezza sui luoghi di lavoro, migliorare la gestione della supply chain e ridurre costi e consumi.
Il valore della Bellezza sul soft power italiano
Combinando luoghi di turismo, beni di alta qualità e innovazione tecnologica, il valore del soft power italiano sta così continuando ad aumentare, posizionandosi stabilmente al nono posto del Global Soft Power Index redatto annualmente da Brand Finance. Il primato, invece, l’Italia se lo prende nell’ambito delle competenze. Sempre secondo la ricerca di Banca Ifis, ben il 76% dei consumatori dei principali mercati dell’export italiano sarebbe disponibile a spendere di più per i prodotti Made in Italy per via della riconosciuta competenza e del ‘know-how‘ in ambito artigiano. Un primato che sottolinea, ancora una volta, lo straordinario appeal della nostra industria, riconosciuta globalmente per l’elevato livello di personalizzazione e qualità dei prodotti.
Il sostegno di Banca Ifis all’arte e alla cultura
Per Banca Ifis, l’economia della bellezza rappresenta un fondamentale tassello nel più ampio impegno a tutela dell’arte e della che si esplicita per mezzo di Kaleidos, il Social Impact Lab della che raccoglie iniziative a elevato impatto sociale in tre aree: comunità, per sostenere la crescita collettiva e la valorizzazione della diversità; cultura e territorio, per investire nella cultura e per sensibilizzare verso i temi della salute e della ricerca scientifica. Un impegno che si esprime nel brand ‘Ifis art, il progetto voluto e ideato dallo stesso Ernesto Fürstenberg Fassio, che trova la sua massima espressione nel Parco Internazionale di Scultura, già oggi case history internazionale in materia di corporate collection e cultural and social responsibility.
All’interno del Parco, le opere di undici maestri dell’arte contemporanea (tra cui Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert e Giuseppe Penone) sono poste in dialogo con la variegata natura dei 22 ettari di secolare giardino della cinquecentesca Villa Fürstenberg. La collezione del Parco, che sarà arricchita annualmente, conta inoltre su una mostra permanente di Nico Vascellari intitolata “Horse Power”.
Sempre nell’ambito della cultura e del territorio, rientra ‘Your Future You‘, il progetto didattico di economia sociale di 21 Gallery che, attraverso la metodologia del life & executive coaching e della creatività artistica, offre ai ragazzi dei licei italiani l’opportunità di acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità attraverso l’arte. La banca, infine, ha scelto di affiancarsi all’edizione 2023 di ‘Roma Arte in Nuvola‘, la principale manifestazione della Capitale tenuta negli spazi de “La Nuvola” di Massimiliano Fuksas dedicata all’arte moderna e contemporanea.
LEGGI ANCHE: “Da Bei e Banca Ifis 300 milioni di euro per supportare gli investimenti innovativi delle pmi”
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .