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Small Giants

Dove i grandi non arrivano: così la startup Bilbo ha portato il delivery in Val Camonica

Articolo tratto dal numero di settembre 2024 di Forbes Small Giants. Abbonati!

di Francesca Lai

La chiamano la valle dei segni, nelle sue rocce è raccontata una civiltà nata 12mila anni fa. Oltre 300mila incisioni su pietra fanno della Val Camonica, nelle Alpi Centrali, il primo sito italiano patrimonio mondiale dell’Unesco. La storia è nota: nei secoli l’uomo si è progressivamente trasferito nei centri urbani, lasciando nelle montagne solo l’immagine scolpita di un tempo che fu. Ora in valle soffia un vento di riscatto mosso dalle generazioni più giovani. Di questa corrente fa parte Bilbo, una startup che offre servizi di delivery nelle aree a bassa densità demografica o con caratteristiche morfologiche sfavorevoli, lì dove le grandi realtà non sono neanche lontanamente interessate a investire. “Siamo camuni, non comuni”, si presenta Ethan Priuli, 28enne che, insieme a Matteo Ghiroldi, ha fondato Bilbo. “Amiamo la nostra terra, che può offrire molto ancora alla sua gente”.

L’idea all’origine e la creazione del software, sostenuti da Limes Farm

L’idea è nata durante il primo lockdown: “Nel periodo di quarantena collettiva si è resa ancora più evidente la mancanza di servizi rispetto alle grandi città. Nei nostri luoghi questo è un grande problema, che porta molti a vivere altrove”. I due giovani imprenditori propongono un nuovo modello di business, spinti da quella marcia in più di chi vede una possibilità anche nei momenti più difficili. “Eravamo consapevoli che per i grandi player le nostre zone non fossero un facile investimento” spiega il socio cofondatore, Matteo Ghiroldi. “Ma i numeri in crescita relativi al settore delle micro consegne ci hanno convinti a partire”.

Così, nella primavera del 2020, Ethan e Matteo, supportati da Limes Farm, incubatore locale di startup, si sono messi in moto per trasformare la loro idea in realtà. Il primo passo è stato la creazione di un software, l’asset strategico dell’intero progetto, che rende il modello della startup replicabile in altri territori con le stesse caratteristiche morfologiche della regione camuna. Attraverso una web app, che si rivolge a imprese e privati cittadini – gli admin -, la piattaforma di Bilbo può essere utilizzata da chiunque attraverso l’acquisto della licenza, il cui valore varia da zona a zona. “La piattaforma digitale possiede uno strumento con cui ogni admin può segnalare la propria area di business”, dice Ethan Priuli. “Dopodiché il sistema calcola l’indice di redditività potenziale dell’area delimitata, in base al numero di famiglie e al numero di aziende presenti”. Il risultato determina il canone mensile del noleggio. 

Niente concorrenza tra gli admin: “L’unica via per ampliare il raggio è la cooperazione”

Inoltre, il sistema è pensato per impedire la concorrenza sleale tra i vari admin. “Se Caio prende in licenza la zona A, e Tizio la zona B, le consegne della zona A saranno visibili solo a Caio, e viceversa, impedendo così la guerra dei prezzi al ribasso”. L’unica via possibile per ampliare il proprio raggio di attività è la cooperazione, abbandonando una volta per tutte la legge del ‘ognuno tiri acqua al proprio mulino’. “Oggi i piccoli imprenditori non possono prescindere dal fare fronte comune. Prendiamo il caso delle piccole attività di quartiere: più realtà aderiranno a Bilbo, e meno la singola consegna costerà all’esercente”, continua Priuli. L’utilità è duplice perché, da un lato, internalizzare un servizio del genere ha un costo spesso non sostenibile dalle piccole realtà locali, dall’altro esserne privi vuol dire avere un grande svantaggio competitivo nei confronti delle multinazionali. 

La mission della startup è anche quella di creare nuovi posti di lavoro. “Con il supporto di un avvocato abbiamo redatto un contratto atipico per i nostri rider, secondo cui, a un compenso fisso, se ne aggiunge uno variabile sulle consegne”. A questa politica si aggiunge un prezzo diversificato per ogni ordine in base alla tipologia – piccolo, medio o grande – e alla distanza chilometrica percorsa. 

Bilbo trasforma la prossimità in ricchezza: “Possiamo crescere ancora”

In quattro anni Bilbo è cresciuta: si sono aggiunti altri cinque soci, di cui due di capitale e tre entrati in work for equity. Duecento sono gli imprenditori della Val Camonica che utilizzano la web app per consegnare la propria merce ai clienti. Dopo lo sviluppo del business plan e l’esecuzione di test di fattibilità sul campo, il progetto è giunto alla fase di brand awareness. “Quello attuale è per noi un momento cruciale, perché richiede un cambiamento del pensiero sociale”, riflette Priuli. “Quando sei un imprenditore che parte dalla creazione di un modello artigianale, puoi prevedere come reagirà il mercato, soprattutto se il prodotto è già conosciuto”. Diverso è il caso di Bilbo, che propone un servizio di consegne in tempo reale anche in ambito C2C, cosa unica nel settore, in un territorio che si estende in verticale. “In Val Camonica sono pochissime le pizzerie che praticano il delivery, quindi la sfida sta nel convincere le persone dell’utilità del servizio anche nel caso, ad esempio, del trasporto di materiali da lavoro da una carpenteria al cantiere”.

Innovazione, sostenibilità sociale ed economica, oltre al forte senso di responsabilità per la propria terra. La startup di Ethan e Matteo è un virtuoso esempio di modello imprenditoriale che guarda al futuro dove la prossimità è ricchezza, non un limite. “Possiamo dare una seconda possibilità alla nostra terra”, conclude lo startupper. “La omaggiamo con il nostro logo in cui è presente l’icona point delle mappe con all’interno il labirinto camuno, uno dei segni più ricorrenti nelle incisioni rupestri”

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