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Entro il 2030 ci saranno 78 milioni di occupati in più: il report del World Economic Forum

Il World Economic Forum prevede che entro i prossimi cinque anni saranno creati circa 170 milioni di nuovi posti di lavoro grazie a una serie di tendenze globali che stanno ridefinendo il mercato del lavoro. Tra queste tendenze ci sono lo sviluppo tecnologico, la transizione ecologica, e i cambiamenti economici e demografici. Tuttavia, nello stesso periodo, si stima che 92 milioni di ruoli saranno eliminati o trasformati, portando così a un incremento netto di 78 milioni di posti di lavoro a livello globale.

Secondo il Future of Jobs Report 2025, che ha raccolto dati provenienti da oltre 1.000 aziende che rappresentano complessivamente più di 14 milioni di lavoratori in 22 cluster industriali e 55 economie, il futuro delle imprese sarà influenzato dalle trasformazioni tecnologiche e dalla crescente attenzione alla sostenibilità.

Tecnologia e accesso digitale

La transizione digitale sarà il trend più rivoluzionario, con il 60% dei datori di lavoro che pensa di trasformare l’attività entro il 2030. A guidare questa rivoluzione ci sono l’IA (86%) e l’automazione (58%), che stanno creando una forte domanda per competenze tecnologiche come big data, cybersecurity e alfabetizzazione digitale. Tuttavia, questi progressi avranno effetti divergenti: mentre alcuni ruoli tecnologici cresceranno rapidamente, altri, legati a compiti ripetitivi o manuali, subiranno un rapido declino.

Costo della vita e cambiamento demografico

L’aumento del costo della vita è il secondo fattore più trasformativo, indicato da metà dei datori di lavoro. Sebbene l’inflazione globale sia destinata a ridursi, il suo impatto sull’occupazione rimane significativo. Mentre alcuni settori subiranno una riduzione dei posti di lavoro, altri richiederanno competenze come pensiero creativo, resilienza e flessibilità. Il rallentamento economico, che potrebbe trasformare il 42% delle aziende, farà crescere ulteriormente la domanda di queste nuove competenze.

Le dinamiche demografiche stanno rimodellando il mercato del lavoro globale. Nei paesi a reddito elevato, l’invecchiamento della popolazione alimenta la crescita di occupazioni sanitarie come infermieri e assistenti personali. Al contrario, nei paesi a reddito più basso, l’espansione della popolazione in età lavorativa favorisce ruoli legati all’istruzione, tra cui insegnanti di scuola secondaria e superiore. In entrambi i contesti, le competenze legate alla gestione dei talenti, al mentoring e alla consapevolezza di sé saranno sempre più richieste.

Clima e geopolitica

Le iniziative per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi alle loro conseguenze si collocano tra le principali priorità per i datori di lavoro. Con il 47% delle aziende che si aspetta di essere trasformata dalle politiche per fermare il cambiamento climatico e il 41% dall’adattamento, la transizione verde sta creando una forte domanda di ruoli specializzati. Tra questi ci sono ingegneri delle energie rinnovabili, specialisti di veicoli autonomi ed elettrici e ingegneri ambientali

La frammentazione geoeconomica e le tensioni geopolitiche si prevede influenzeranno il 34% delle organizzazioni entro il 2030. Restrizioni commerciali, investimenti limitati e politiche industriali stanno guidando la necessità di adattamenti aziendali. Questi cambiamenti alimentano la domanda di ruoli legati alla sicurezza, alla cybersecurity e alle competenze di leadership, resilienza e flessibilità.

Competenze e formazione

Le competenze richieste dai lavoratori stanno cambiando rapidamente. Il 39% delle competenze attuali verrà trasformato o diventerà obsoleto entro il 2030, spingendo la necessità di aggiornamento e riqualificazione. L’analytical thinking rimane la competenza più richiesta, seguita da resilienza, leadership e influenza sociale. Allo stesso tempo, competenze tecnologiche come l’alfabetizzazione digitale e la cybersecurity stanno diventando sempre più essenziali.

Il 63% dei datori di lavoro identifica i divari di competenze come la maggiore barriera alla trasformazione aziendale. Di conseguenza, l’85% prevede di dare priorità alla formazione e alla riqualificazione della forza lavoro. Le strategie includono l’assunzione di talenti con nuove competenze, la transizione dei dipendenti da ruoli in declino a ruoli in crescita e il supporto alla salute e al benessere dei lavoratori per attrarre talenti.

L’indagine sul futuro dell’occupazione rileva inoltre che l‘adozione di iniziative in materia di diversità, equità e inclusione è in aumento. Le iniziative di diversità, equità e inclusione sono diventate più diffuse, con l’83% dei datori di lavoro che segnala l’esistenza di tali iniziative, rispetto al 67% del 2023. Infine, entro il 2030, poco più della metà dei datori di lavoro (52%) prevede di destinare una quota maggiore dei ricavi ai salari, mentre solo il 7% si aspetta una diminuzione di questa quota.

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