Alwaleed bin Talal Arabia Saudita
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Perché i miliardari dell’Arabia Saudita sono tornati nella classifica di Forbes dopo otto anni

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Nel 2018 Forbes aveva rimosso i miliardari sauditi dalla classifica dei più ricchi del mondo, ma ora li ha inclusi di nuovo. Ecco che cosa è successo e perché.

Sette anni fa Forbes prese la decisione di non inserire i miliardari dell’Arabia Saudita nella sua classifica annuale dei più ricchi del mondo. Fu soprattutto per via di un evento significativo che aveva causato un alto livello di incertezza: gli arresti domiciliari e la denuncia di centinaia di ricchi uomini d’affari sauditi, tra cui un importante membro della famiglia reale. Quest’anno, in seguito a una serie di nuove quotazioni alla Borsa saudita, i miliardari del regno sono tornati in classifica.

Quindici sauditi sono entrati nella lista 2025, in aumento rispetto ai dieci del 2017. Vanno dal fondatore di un gruppo ospedaliero a un operatore di negozi alimentari e centri commerciali, fino al rampollo di un’importante famiglia di banchieri. Il totale dei patrimoni di questi magnati – tutti uomini, con età tra i 49 e i 95 anni – è di 55,8 miliardi di dollari.

I miliardari sauditi del 2025

Il più ricco, nonché l’unico che era già apparso nella classifica in passato, è il principe Alwaleed bin Talal, con una fortuna stimata in 16,5 miliardi di dollari. Circa il 40% del suo patrimonio è rappresentato dalla sua quota di Kingdom Holding, società quotata saudita che ha investimenti nella catena di alberghi Four Seasons e nell’hotel George V di Parigi e possiede una quota di minoranza (meno del 10%) della X di Elon Musk. Bin Talal è comparso per l’ultima volta nella classifica dei miliardari di Forbes nel 2017, quando aveva un patrimonio di 18,7 miliardi. Altri due miliardari nella lista 2017, Saleh Kamel e Abduallah Al Rajhi, sono morti, mentre tutti gli altri – tra cui i fratelli Abdul Majeed, Salman e Fawaz Alhokair – non sono entrati quest’anno a causa di pesanti cali del valore delle azioni delle loro società.

Gli altri 14 miliardari sauditi nella classifica di quest’anno sono nuovi ingressi. Sei sono fondatori o cofondatori che hanno quotato le loro aziende alla Borsa saudita negli ultimi anni. Tra loro c’è la seconda persona più ricca del paese, Sulaiman Al Habib, che è fondatore e presidente del gruppo ospedaliero con sede a Riyad Dr. Sulaiman Al Habib Medical Services Group, conosciuto come Hmg. Al Habib, pediatra di formazione, ha lanciato il gruppo nel 1995 e lo ha portato in Borsa nel 2020. Possiede una quota del 40%.

Altri hanno ereditato e incrementato le fortune delle loro famiglie. I fratelli Emad, Essam e Sulaiman Al Muhaidib hanno preso il controllo del conglomerato Al Muhaidib Group, fondato dal padre Abdulkadir, dopo la sua morte, avvenuta nel 1996, per poi allargarlo e portarlo nei mercati dei prodotti di consumo, delle infrastrutture, delle costruzioni, dell’immobiliare e della finanza. Ciascuno dei fratelli possiede il 28% dell’azienda (non quotata), mentre altri quattro membri della famiglia hanno quote più piccole. Insieme hanno titoli di almeno 16 società quotate in Arabia Saudita e in Egitto. La maggior parte della loro fortuna viene da Acwa Power, una società di produzione di energia e acqua desalinizzata che si è quotata in Arabia Saudita nel 2021.

L’esclusione dal 2018 in poi

Perché Forbes ha smesso di considerare i miliardari sauditi per sette anni? Principalmente per via di preoccupazioni sull’attendibilità delle informazioni disponibili. Nel novembre 2017 il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman (Mbs) orchestrò una retata delle persone più ricche del paese e le mise agli arresti domiciliari all’hotel Ritz Carlton di Riyad per diversi mesi, con l’accusa di corruzione. Sembra che l’obiettivo del governo saudita fosse di raccogliere 100 miliardi di dollari per rafforzare il proprio bilancio. Risulta che almeno quattro dei miliardari in lista all’epoca siano stati arrestati. Nessuno rivelò quanto avesse pagato al governo. Di conseguenza si decise di levarli dalla lista nel 2018.

C’è ancora un certo grado di incertezza su chi possieda davvero che cosa. Molti esperti sauditi che hanno parlato con Forbes hanno sottolineato la difficoltà di ottenere informazioni affidabili su tali questioni e la generale riluttanza dei sauditi a discutere l’argomento. “Nel regno nessuno può andare contro il parere del principe ereditario”, dice un esperto che ha chiesto di restare anonimo.

L’azione di Pif

Dal 2018 il Saudi Public Investment Fund (Fondo pubblico d’investimento saudita, fondo sovrano conosciuto come Pif) ha acquistato quote in alcune delle più grandi società quotate del paese, tra cui quelle gestite da un paio di miliardari. Nel 2022 la Kingdom Holding di Alwaleed bin Talal ha annunciato che Pif avrebbe speso 1,5 miliardi di dollari per una quota del 16,9%. La quote in mano ad Alwaleed è scesa così dal 95% al 78,1%.

Nel novembre dell’anno scorso Pif ha comprato il 54% dell’emittente Mbc, fondata dal miliardario Waleed bin Ibrahim al Ibrahim, per 1,97 miliardi. Il venditore sarebbe la Istedemah Holding Company, società di proprietà del governo che fa parte del ministero delle Finanze saudita. Istedemah avrebbe comprato la sua quota in Mbc dopo il caso del Ritz Carlton del 2017.

“Mbs si è alzato e ha detto: ‘È ora che cominciate a immettere soldi nell’economia anziché prelevarli. Vi siete goduti la bella vita, ma adesso è finita”, dice Charles Robertson, responsabile delle macrostrategie del gestore patrimoniale Fim Partners, residente a Londra. “Qualcuno ha perso tutto, ma la maggior parte ha trovato un accordo. Il ruolo del governo adesso è quello di sostenere il settore privato, e così Pif compra quote di aziende che hanno bisogno di quel sostegno finanziario per un po’”.

Il boom della Borsa saudita

Al di là di Pif, anche gli investitori stranieri si sono riversati sulle aziende saudite. Il paese ha aperto per la prima volta il suo mercato azionario al resto del mondo nel 2015 e la partecipazione straniera nell’indice saudita è più che quadruplicata dal 2018, secondo la società specializzata Msci. Allo stesso tempo più aziende saudite si sono quotate: 15 hanno lanciato Ipo sul mercato principale, il Tadawul, nel solo 2024; una cifra più alta di quella delle quotazioni totali tra il 2015 e il 2020. Negli ultimi cinque anni le aziende saudite hanno raccolto 24 miliardi di dollari vendendo azioni al pubblico: più di qualsiasi altro paese mediorientale, a eccezione degli Emirati Arabi Uniti.

Anche gli abitanti locali si sono riversati sul mercato azionario. “È così che i sauditi giocano d’azzardo, in definitiva. Anziché andare a Las Vegas, vanno a giocare in Borsa”, dice Robertson, che sottolinea il maggiore interesse sia da parte degli investitori sauditi, sia di quelli del resto del mondo. “Gli stranieri sono arrivati, c’è stato molto interesse. L’evento annuale della Borsa è piuttosto ben frequentato”.

La classifica dei miliardari dell’Arabia Saudita

Di seguito la lista completa dei miliardari dell’Arabia Saudita. Tutte le cifre sono espresse in dollari e sono aggiornate al 7 marzo.

1 | Principe Alwaleed bin Talal
Patrimonio: 16,5 miliardi

2 | Sulaiman Al Habib
Patrimonio: 10,9 miliardi

3 | Emad Al Muhaidib
Patrimonio: 3,8 miliardi

4 | Sulaiman Al Muhaidib
Patrimonio: 3,6 miliardi

4 | Essam Al Muhaidib
Patrimonio: 3,6 miliardi

6 | Mohammad Abunayyan
Patrimonio: 3,2 miliardi

7 | Abdullah bin Sulaiman Al Rajhi
Patrimonio: 2,5 miliardi

7 | Abdullah Al Othaim
Patrimonio: 2,5 miliardi

9 | Abdullah Amer Al Nahdi
Patrimonio: 2,3 miliardi

10 | Waleed bin Ibrahim al Ibrahim
Patrimonio: 1,4 miliardi

11 | Yousuf Mohammad Jamjoom
Patrimonio: 1,2 miliardi

11 | Khalid Abdul Rahman Saleh Al Rajhi
Patrimonio: 1,2 miliardi

13 | Hamad Ali Al-Sagri
Patrimonio: 1,1 miliardi

14 | Mazen Soliman Fakeeh
Patrimonio: 1 miliardo

14 | Ammar Soliman Fakeeh
Patrimonio: 1 miliardi

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