di Giulia Cimpanelli
La “Fashion Valley” svizzera rischia di essere smantellata. Il primo ad abbandonare, nel 2016, non appena il Parlamento elvetico su pressione dell’Ocse aveva abolito gli sgravi fiscali alle imprese estere che si erano insediate nella Confederazione, fu Armani, che trasferì la sua sede da Mendrisio a Milano. Poi è stato il turno di Bally, che dopo aver visto la luce ed essere cresciuta in Svizzera, l’ha lasciata per aprire un headquarter nel capoluogo lombardo. Ora è il turno di Kering: sono quattrocento i lavoratori che verranno impiegati nel nuovo hub che l’azienda aprirà a Trecate, in provincia di Novara. Qui il gruppo del lusso guidato da François Henri Pinault, di cui fa parte anche Gucci, trasferirà gran parte delle attività logistiche attualmente svolte in Svizzera. Il progetto verrà completato entro il 2022 e il numero di dipendenti in Svizzera (circa 800) sarà dimezzato. Ai transfrontalieri italiani verrà chiesto di spostarsi a Novara.
Insomma, si assiste a una vera inversione di tendenza. Dopo che negli ultimi 10 anni la Confederazione aveva esercitato il suo potere di attrazione sui marchi della moda, ora non è evidentemente più considerato un hub così interessante.
Il possibile esodo dal territorio elvetico può costituire invece un’opportunità per l’Italia, o almeno per alcune zone. Ne è esempio la provincia di Novara dove Kering ha già altre sedi. Nella principale sono al lavoro oltre 400 dipendenti con le griffe Gucci, Bottega Veneta e Alexander McQueen. I novaresi (e i trecatesi) si stanno già crogiolando nell’idea di una rinascita della loro Provincia come distretto dell’alta moda. Zegna, che storicamente è presente a Novara con stabilimenti per la confezione dei suoi capi, due anni fa ha investito 20 milioni di euro per spostare la sua storica fabbrica del centro città a San Pietro Mosezzo (un paese nella prima periferia). Tra impiegati e addetti alla produzione, nello stabilimento lavorano oltre 500 persone. A Oleggio, sempre nel Novarese, c’è invece il comparto che si occupa del taglio, che occupa altre 60 risorse.
Anche Versace, oggi di proprietà dell’americana Michael Kors, ha uno stabilimento a Novara, dove 300 impiegati disegnano e confezionano i modelli di pret-a-porter. E Zamasport, nata a nel capoluogo piemontese, continua a dare lavoro a circa 150 persone in città.
Sembra che anche Prada punti sul novarese e stia per annunciare l’apertura di un maxi centro logistico e direzionale da 2.500 dipendenti a Trecate. Nell’area ex Banca Popolare di Novara, dove dovrebbe sorgere, sono già cominciati i lavori di sbancamento e livellamento del terreno. Dalla Maison, tuttavia, al momento non confermano la notizia.
La posizione della città piemontese è strategica: “Si trova a due passi da Milano e sulla direttrice della A4 che la collega a Torino ed è vicinissima a Malpensa, uno dei maggiori scali cargo d’Europa. Infine Novara è la seconda provincia industriale del Piemonte”, commenta il novarese Gianfranco Di Natale, direttore generale di Sistema Moda Italia e di Confindustria Moda. “Per mantenere questo primato – aggiunge – è necessario formare manodopera specializzata: entro cinque anni in Italia 40.000 operai e tecnici del tessile usciranno del mercato del lavoro. I giovani pronti a prendere il loro posto sono solo 6/7 mila”. Per questo Sistema Moda Italia ha coordinato una delegazione con le imprese della moda presenti nel Novarese per chiedere alle istituzioni di aprire in città una scuola professionale che formi modellisti, sarti e altri profili utili al settore: “Abbiamo proposto di istituirla nelle ex Officine grafiche De Agostini – conclude -; l’amministrazione comunale si è dichiarata interessata e al momento il progetto è in fase di studio”.
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