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Coronavirus, il popolo delle partite Iva aspetta risposte. Ecco cosa chiede

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“Per l’emergenza coronavirus il governo è pronto a stanziare fino a 25 miliardi di euro”. A dichiararlo è lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al termine del consiglio dei ministri andato in scena questa mattina a Roma.

Quindi, qualora il decreto da circa 12 miliardi – che sarà probabilmente firmato venerdì 13 marzo – non bastasse, l’Italia sarebbe pronta eventualmente a sforare il tetto del 3% di deficit imposto dall’Unione Europea pur di aiutare famiglie e imprese. L’obiettivo, infatti, come dichiarato in conferenza stampa, è “quello di non permettere a nessuno di perdere il lavoro per il coronavirus”.

In attesa però di scoprire quali saranno le misure economiche contenute nel decreto governativo: da sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui fino ad arrivare a quelli delle bollette di luce e gas, nelle ultime ore si stanno facendo sempre più insistenti le richieste di alcuni tra i lavoratori più colpiti dall’emergenza coronavirus: i liberi professionisti, ossia coloro che lavorano in partita Iva. 

Coronavirus: le richieste dei liberi professionisti 

“Se non posso incontrare i clienti, come faccio a vendere i prodotti? E soprattutto come faccio a sostenere le spese?” Così Carlo, che lavora a Milano come consulente, intervistato dalla nostra redazione, lancia il suo appello al premier Giuseppe Conte e ai ministri.

Alla domanda “Cosa dovrebbe fare il governo per aiutarvi?” la sua risposta è chiara: “Permetterci di non pagare il leasing, i finanziamenti, i contributi trimestrali, le tasse e soprattutto fornirci un indennizzo in base alla media mensile del nostro fatturato, perché altrimenti come facciamo a vivere?”

Dello stesso avviso Margherita, che alla nostra redazione aggiunge: “Oltre a una tassazione ridotta, viste le attuali difficoltà causate dal coronavirus, gradirei un contributo sanitario di guanti e mascherine in quanto siamo sempre a contatto con colleghi o clienti”.

Da Milano a Palermo la situazione non cambia. Tant’è che anche Giuseppe ci rivela: “Vista la situazione, il governo dovrebbe garantirci un sostegno economico di almeno 500/700 euro al mese, diversi indennizzi e sostenere tutte le nostre spese: dai contributi lavorativi fino ad arrivare alle tasse. Solo in questo modo possiamo andare avanti”. 

Istituito fondo da 2 milioni per gli agenti di commercio

Le associazioni di categoria considerano necessario dar vita a un tavolo con il governo per discutere quanto prima dell’emergenza che il coronavirus ha innescato in categorie professionali quanto mai falcidiate in questi ultimi giorni e potenzialmente nelle prossime settimane.

In attesa di capire quali saranno gli aiuti economici previsti dal governo italiano a favore dei liberi professionisti, qualche settimana fa è stata approvata dal consiglio di amministrazione di Enasarco la richiesta di adozione di misure straordinarie per sostenere gli agenti di commercio colpiti dalla crisi dettata dal coronavirus.

Formulata dai consiglieri nazionali di FarePresto, Fiarc, Federagenti e Anasf, la richiesta prevede,  “lo stanziamento di oltre 2 milioni di euro che si tradurranno nel godimento di prestazioni le cui modalità di richiesta saranno stabilite per gli operatori e le attività delle aree colpite”.

Tra gli interventi urgenti a favore degli agenti di commercio, la lista “FarePresto” ha identificato tre misure da proporre ai ministri:

  • Sospensione dei versamenti tributari periodici in capo agli agenti;
  • Sospensione dei versamenti previdenziali Inps ed Enasarco;
  •  Sospensione degli effetti di eventuali cartelle esattoriali, compresi piani rateali o rottamazioni già in corso, o di qualsiasi altro provvedimento assunto dagli uffici della riscossione.

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