Trending

Dentro la startup romana in corsa per sviluppare un vaccino contro il coronavirus

Il laboratorio di ricerca e sviluppo di Takis (Imagoeconomica)

Articolo di Giacomo Tognini apparso su Forbes.com

Quattro giorni prima che i primi casi di COVID-19 fossero confermati in Italia il 31 gennaio, una piccola azienda biotecnologica nella periferia di Roma aveva annunciato che si stava preparando a cambiare strada. I ricercatori della Takis Biotech, che si erano concentrati sui trattamenti antitumorali, avrebbero invece iniziato a sviluppare un vaccino contro la rapida diffusione del coronavirus.

Con il virus che ora sta devastando quasi tutti i paesi del pianeta, Takis, guidata dal ceo e chief scientific officer Luigi Aurisicchio, punta alla sperimentazione su esseri umani del sul suo vaccino a base di DNA in autunno. Ciò la renderebbe una delle poche aziende selezionate – tra cui la cinese Sinovac Biotech e Moderna Therapeutics, con sede nel Massachusetts, guidata dal ceo miliardario Stéphane Bancel – ad aver raggiunto questo stadio nella ricerca di un vaccino COVID-19. La piccola impresa, che ha 25 dipendenti e ha registrato ricavi per 2,2 milioni di dollari nel 2018, è stata fondata nel 2009 da un gruppo di biologi e ricercatori della divisione ricerca e sviluppo del colosso farmaceutico Merck & Co, che sono stati costretti a reinventarsi dopo che l’azienda ha chiuso il suo centro di ricerca italiano.

Con un nome che prende origine dalla parola che in greco antico significa velocità, Takis ha preso il via con l’obiettivo di sviluppare vaccini e terapie per il cancro, sulla base dell’esperienze dei suoi fondatori in terapia genica e oncologia. Prima di passare a concentrare i propri sforzi sul COVID-19, la società era in trattative con i regolatori per avviare gli studi clinici per un vaccino personalizzato contro il cancro – basato su DNA e RNA estratto dal tumore di un singolo paziente – che impedisse al tumore individuato di ritornare.

“La nostra idea era quella di creare un’azienda veloce e la velocità è la nostra caratteristica distintiva”, afferma Aurisicchio. “Piuttosto che andare all’estero come hanno fatto molti dei nostri colleghi, abbiamo deciso di costituire una nostra azienda in Italia nel momento difficile della crisi finanziaria. Fortunatamente, ha funzionato”.

Una ricercatrice Takis al lavoro nel laboratorio di ricerca e sviluppo (Imagoeconomica)

A differenza dei vaccini più tradizionali, che usano una forma indebolita di virus e possono richiedere anni per essere sviluppati, il vaccino COVID-19 di Takis utilizza frammenti del DNA del virus – completamente sintetizzato nel laboratorio Takis, dove i ricercatori dell’azienda hanno rafforzato le sue proprietà immunogene – per indurre una risposta immunitaria contro il coronavirus.

Dopo aver iniziato a lavorare su un vaccino COVID-19 il 27 gennaio, ci sono voluti circa sette settimane per sviluppare diversi vaccini candidati e ottenere l’autorizzazione da parte delle autorità di regolamentazione italiane per iniziare i test. Poiché Takis non ha una propria capacità produttiva, ha collaborato con la Applied DNA Sciences di Stony Brook, New York, per produrre copie sufficienti del vaccino per la sperimentazione. Il 10 aprile Takis ha annunciato che i risultati iniziali degli studi sono “estremamente positivi”, con tutti e cinque i candidati che mostravano una forte risposta anticorpale al virus.

“Il coronavirus è un’opportunità [per noi] di imparare, perché COVID-19 sarà la prima malattia sulla quale abbiamo lavorato e per la quale abbiamo cercato di trovare una soluzione”, afferma Aurisicchio. “Poiché la nostra tecnologia è molto versatile, può essere adattata per un virus che muta, come COVID-19 … ma anche per nuove malattie che dovessero emergere da altre specie”.

La maggior parte delle entrate attuali di Takis proviene da servizi di ricerca specializzati che l’azienda fornisce ad altre aziende farmaceutiche, con clienti che vanno da Johnson & Johnson alla divisione farmaceutica di Janssen, dalla società biomedica italiana Alfasigma all’ex datore di lavoro di Aurisicchio, Merck. Oltre ai suoi sforzi di ricerca, la società ha anche collaborato con partner ai trattamenti per il melanoma e i vaccini contro il cancro in ambito veterinario. Mentre Takis non ha ancora ricevuto alcun investimento esterno, Aurisicchio ha dichiarato a Forbes che la società – di proprietà di Aurisicchio e dei suoi colleghi cofondatori, Giuseppe Roscilli ed Emanuele Marra – è in trattativa con potenziali investitori e venture capitalist degli Stati Uniti, della Francia e della Svizzera.

Takis fa parte di un gruppo di piccole aziende biotecnologiche con sede a Roma nella zona di Castel Romano non lontano dalla città di Pomezia. Advent-Irbm, un concorrente lungo la strada tra Takis a Pomezia, sta anche lavorando a un vaccino COVID-19 in collaborazione con il Jenner Institute dell’Università di Oxford.

Indipendentemente da chi vincerà la gara per lo sviluppo del primo vaccino COVID-19 di successo, Aurisicchio è convinto che Takis ne verrà fuori più forte e meglio preparata per combattere i futuri focolai. “Saremo in grado di rispondere rapidamente a una nuova epidemia o pandemia, grazie a ciò che stiamo imparando ora con COVID-19”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .