Articolo di Alex Konrad apparso su Forbes.com
Mentre Phil Libin parla, il suo sfondo su Zoom cambia continuamente, passando in rassegna le fotografie dei suoi viaggi in Giappone per poi passare all’animazione a ciclo continuo di un paesaggio boscoso realizzato con la carta. Qualche istante più tardi, una schermata in pieno stile ‘Weekend Update’ appare sul lato destro della stanza virtuale di Libin con un testo di presentazione – e Libin lo segue, con il suo corpo che riappare, più piccolo, accanto al box in modo che possa indicare determinate frasi con il braccio.
Così funziona Mmhmm, la startup di Libin dedicata alle presentazioni virtuali. Partita a maggio come “una specie di scherzo” durante il lockdown, Mmhmm può contare già su migliaia di utenti tester, una lista d’attesa di altri 100mila utenti e, a partire da mercoledì, un nuovo finanziamento di 31 milioni di dollari per espandersi. Il finanziamento comprende un investimento di serie A da 21 milioni di dollari guidato da Sequoia, altri 5 milioni di dollari raccolti da All Turtles di Libin e 5 milioni di dollari in prestito dalla Silicon Valley Bank. Importi che portano Mmhmm in prossimità dei 100 milioni di dollari, il tutto ancora prima del suo debutto ufficiale.
“A tutti stanno toccando queste micro performance quotidiane, dove bisogna esibirsi per i dipendenti, per il capo, per gli investitori, per i nostri follower sui social e per i figli. Peccato che spesso le videoconferenze appaiano così noiose”, spiega Libin. “Noi vogliamo aumentare di livello le prestazioni, in qualunque modo ciascuno le voglia interpretare”.
Già noto per aver guidato Evernote, l’app per prendere appunti che ha preceduto una nuova ondata di startup come Notion e Roam Research, Libin sostiene che il mondo post-Covid 19 si sposterà inesorabilmente verso la “DJ-ification”, l’ibridazione di esperienze virtuali e dal vivo, un processo che definisce “IRL-plus”. Libin non crede affatto che le interazioni tra persone, in presenza, non ritorneranno più, almeno non in una certa misura. Ma le interazioni come visite mediche e appuntamenti in banca, concerti e videoconferenze potranno essere tutte aumentate, dice, dalla capacità di pre-registrare e di fondersi con altri media. “Possiamo remixare la realtà”, sostiene Libin.
Denominata, in modo forse un po’ stravagante, come qualcosa che “puoi dire mentre mangi la cena”, ma più praticamente con un nome indefinito che fa riflettere su di una potenziale vasta gamma di usi nei diversi settori, Mmhmm è soltanto l’ultimo prodotto dello studio di startup All Turtles, che Libin ha fondato nel 2017 quando ha lasciato un fondo di venture capital. Mmhmm è il settimo progetto realizzato da All Turtles che raccoglie fondi solo da marzo ma può fare già affidamento su di un team di oltre 20 persone, afferma Libin, che è ceo sia di All Turtles che di Mmhmm, pur continuando a trarre supporto dallo staff centralizzato di All Turtles.
Con l’investimento di Sequoia, decennale società di venture capital che ha già investito in aziende come Apple, Google, PayPal e WhatsApp, il partner Roelof Botha si riunisce con Libin dopo aver lavorato insieme a Evernote. Botha e il suo team, quattro mesi fa, hanno guidato il primo round di finanziamenti da 4,6 milioni di dollari per Mmhmm e Botha ha detto che il prodotto gli ha da subito ricordato quanto visto con YouTube e Instagram la prima volta. <<Era una di quelle cose che qualcuno ti mostra e tu dici semplicemente: “Lo voglio”>>, spiega Botha.
Il rapido susseguirsi dei finanziamenti incassati da Mmhmm, incluso un assegno di grandi dimensioni prima del lancio ufficiale, dimostra una certa somiglianza con il percorso intrapreso dalla vivace e controversa app di social media basata sulla voce Clubhouse, che ha centrato una valutazione di circa 100 milioni di dollari a maggio mentre era ancora in versione beta. Botha e Libin, però, notano alcune differenze fondamentali. La prima: con migliaia di utenti che stanno testando l’app e un lancio consumer previsto per la fine di ottobre, Mmhmm ha già un po’ di chiarezza sulle richieste dei clienti e prevede di essere ampiamente disponibile molto presto (la versione aziendale è prevista per l’inizio del 2021).
La startup sa ha anche di poter disporre di almeno tre chiari segmenti di clientela, afferma Libin. Che come fondatore spera di migliorare il mondo delle videoconferenze, a tal punto che la modalità attraverso la quale la maggior parte delle persone scopre oggi, per la prima volta, Mmhmm, sarà un domani la minoritaria. Le maggiori opportunità che intravede Libin sono: aiutare i creatori a registrare e trasmettere in streaming più contenuti interattivi su YouTube, TikTok o altrove; e le esperienze live ibride che Libin definisce “Twitch per le persone che vogliono trasmettere in streaming un PowerPoint”.
Per entrare in contatto con queste comunità, Libin e Mmhmm hanno incluso una serie di piccoli investitori nella raccolta fondi come influencer dello sport e dell’intrattenimento quali, per esempio, Chamillionaire e i The Chainsmokers, fino al comico Hannibal Buress, i cofondatori di Instagram Mike Krieger e Kevin Systrom, il magnate di Hollywood Michael Ovitz e il braccio di investimento del proprietario della maggioranza del gruppo Lvmh. Si è unito anche un gruppo di fondi di venture capital, insieme a Mubadala Capital e Goldman Sachs.
Libin ha rifiutato di fornire la valutazione di Mmhmm dopo l’aumento e anche di commentare la stima di Forbes. “Non sto cercando di ottimizzare per denaro o valutazioni o qualcosa del genere”, dice. “Qualsiasi cosa, nella sua fase iniziale, è folle per definizione”. Al tempo stesso l’imprenditore ha svelato qualcosa della pianificazione a lungo termine, osservando che Mmhmm ha intenzionalmente incluso “persone pre-Ipo” che potrebbero firmare assegni molto più importanti in futuro, se richiesto. “Penso che una lezione di questo 2020 sia che quando qualcuno ti offre 30 milioni di dollari, dovresti prenderli. Chi sa cosa succederà dopo?”.
Mmhmm utilizzerà il denaro principalmente per continuare ad assumere e, in misura minore, per aiutare a finanziare i suoi crescenti costi di infrastruttura. La società non venderà pubblicità né dati sulla clientela, afferma Libin, ma guadagnerà grazie a un abbonamento premium per le aziende e a funzionalità aggiuntive.
La startup è già in grado di connettersi ai grandi player delle videoconferenze come Cisco, Google, Microsoft e Zoom, oltre a YouTube. E Libin è fiducioso che, mentre i giganti della tecnologia potrebbero anche rilasciare un domani i propri competitor nel campo di Mmhmm, questo settore sarà in grado di assorbire più di un attore. Non è un caso che Sequoia, infatti, sia anche un importante investitore in Zoom. Ma Mmhmm è convinta che si giocherà la sua partita come toolkit per creare video virtuali divertenti.
“Non stiamo costruendo un software aziendale noioso, anche se pensiamo che gran parte dell’utilizzo sarà in azienda”, afferma Libin. “Dobbiamo costruirlo con carattere e personalità.”
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