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Snam mette sul piatto 7,4 miliardi per la transizione energetica verso l’idrogeno

Marco Alverà
Marco Alverà, ad Snam

Neutralità carbonica al 2040, digitalizzazione delle reti e rinnovato impegno per un ruolo da protagonisti nell’avvento dell’idrogeno sui mercati energetici globali. Questi gli obiettivi di Snam nel piano di investimenti 2020-2024, approvato ieri dal cda e presentato in videoconferenza dall’amministratore delegato Marco Alverà.

L’obiettivo del piano da 7,4 miliardi di euro (quasi un miliardo in più rispetto al precedente quinquennio) è raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2040, in linea con il target di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5° C previsto dall’Accordo di Parigi sul clima.

Snam innalza al 50% al 2030 su base anno 2018 il target di riduzione delle emissioni di Co2, dirette e indirette, rispetto al precedente obiettivo di meno 40% su base anno 2016. Quasi la metà della riduzione complessiva delle emissioni, è stato detto, deriverà dal progetto di riconversione delle centrali dual fuel. La quota restante sarà raggiunta grazie all’abbattimento delle emissioni di metano del 45% entro il 2025 (su base anno 2015). Snam si impegna anche con partecipate e fornitori per abbattere le emissioni al di fuori del diretto controllo dell’azienda.

L’abilitazione dell’infrastruttura a trasportare crescenti quantità di gas rinnovabili e le nuove attività nella transizione energetica, secondo le previsioni del piano, consentiranno a Snam di contribuire anche alla riduzione generale delle emissioni per il sistema: nel 2024 l’azienda permetterà di evitare emissioni per oltre 600.000 tonnellate di Co2 equivalente, grazie anche alla produzione di biometano, alle iniziative di efficienza energetica e a progetti di mobilità sostenibile.

“Il piano 2020-2024 apre una nuova fase della storia di Snam, che nella sfida climatica è ben posizionata per avere un ruolo di abilitatore della transizione energetica, con una visione di lungo termine coerente con il proprio purpose e gli obiettivi europei”, ha dichiarato Alverà. “Snam sarà una delle prime società energetiche a raggiungere la neutralità carbonica nel 2040 e darà un ampio contributo alla decarbonizzazione del sistema attraverso lo sviluppo dei gas verdi e in particolare dell’idrogeno”.

“Il riposizionamento dell’azienda avvenuto in questi ultimi anni e le azioni previste nel nuovo piano, anche grazie alle competenze delle nostre persone e alla sempre maggiore digitalizzazione, ci mettono nella giusta condizione per cogliere le opportunità derivanti dalla transizione energetica”, ha precisato l’ad di Snam. “Abbiamo visibilità sulle nostre infrastrutture ‘future proof’, siamo tra i pionieri nello sviluppo dell’idrogeno e cresciamo rapidamente negli altri business che stanno rafforzando tutta la catena del valore dei gas verdi. Stiamo diventando un operatore internazionale, con un focus sulle aree del mondo più rilevanti per lo sviluppo del gas naturale in sostituzione dei combustibili più inquinanti e per la transizione energetica. Con questa strategia, abbinata alla nostra flessibilità finanziaria e all’accesso ai mercati a costi competitivi, offriamo ritorni interessanti per i nostri azionisti.

Secondo quanto apprende Snam e come ha spiegato l’ad in conferenza, il raggiungimento degli obiettivi climatici globali determinerà nei prossimi 30 anni significativi investimenti nella decarbonizzazione del settore energetico. A oggi numerosi paesi, che rappresentano oltre il 50% delle emissioni globali, hanno infatti annunciato o stanno elaborando obiettivi di neutralità climatica. Le previsioni parlano di investimenti pubblici e privati per circa 100-150 trilioni di dollari per l’innovazione dei sistemi energetici. Un “superciclo” da cui deriveranno nuove opportunità di creazione di valore per gli operatori lungo l’intera filiera. Grandi prospettive di sviluppo, secondo Snam, riguarderanno in particolare i gas verdi, soprattutto l’idrogeno, che possono potenzialmente raggiungere oltre il 25% del mix energetico globale al 2050. Anche grazie alla Hydrogen Strategy lanciata dalla Commissione Europea a ai piani nazionali avviati o di prossimo avvio in paesi come la Germania, la Francia, il Regno Unito, la Spagna e il Portogallo.

In Italia, le linee guida della strategia per l’idrogeno, poste in consultazione pubblica il 24 novembre, prevedono investimenti fino a 10 miliardi di euro al 2030 con 5 GW di capacità di elettrolizzatori installata e un primo target del 2% del mix energetico, con una previsione di crescita attesa fino al 20% nel 2050.

Ciò che ad avviso di Snam dovrebbe rendere particolarmente competitivo l’idrogeno come risorsa energetica nel giro di pochi anni è la progressiva riduzione del costo di produzione unitamente al trasporto via infrastruttura gas. Riconvertirla a idrogeno, a livello europeo, riferisce la società, avrebbe un costo pari al 10-25% di una costruzione ex novo. Snam, dal canto suo, può vantare infrastrutture al 70% ‘hydrogen ready’. Motivo che rende consapevole il gruppo di poter giocare un ruolo da abilitatore della trasformazione energetica nonché di contribuire a fare dell’Italia un hub euopeo dell’idrogeno.

Il 50% degli investimenti previsti a piano è dedicato proprio all’infrastruttura cosiddetta ‘hydrogen ready’ con interventi di sostituzioni e sviluppo. Il piano prevede altresì circa 500 milioni di euro per la digitalizzazione della rete, dal controllo delle attività da remoto all’adozione di IoT, cloud ed edge computing.

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