Speciale 100 Eccellenze Italiane 2023
Un ristorante pluripremiato, la Madia di Licata, e nuove sfide con Uovodiseppia Milano, il locale gourmet di Ariosto Social Club, concept contemporaneo per l’accoglienza a 360°. Ne ha fatta di strada Pino Cuttaia, lo chef piemontese che lavorava in fabbrica a Torino e finendo per scegliere, per passione, la cucina, dove ricerca ed esplora materie prime e gusti, ispirandosi alla memoria come ingrediente di partenza. A partire dal tempo, inteso come elemento prezioso, da vivere a tavola con calma e lentezza. Uovodiseppia Milano accoglie con la cucina a vista in cui ammirare ingredienti, preparazioni e cotture, proprio come si faceva da piccoli, osservando mamma o nonna ai fornelli. “Voglio liberare gli ingredienti dalla tecnica per restituire al cibo la poesia dei sapori perduti, l’emozione dei ricordi e il calore dei gesti conosciuti”, spiega lo chef. Nel bel palazzo signorile, il menu varia ogni settimana in base alla disponibilità e alla stagionalità. Tra i piatti proposti nella pausa pranzo, Uovo e Bottarga, Macco di fave e ricotta, Spezzatino di verdure e la Nuova cassata.
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SITO WEB
https://www.uovodiseppia.it/CONTATTI
Sede: Via Lodovico Ariosto, 22
Milano
Presso Ariosto Social Club
Telefono: 02 49621255
Sito: www.uovodiseppiamilano.it
In primo piano
Siciliano, 54 anni, tre figli, Pino Cuttaia ha aperto nel 2000, con la moglie Loredana, la Madia a Licata (riconfermati i Cinque Cappelli nella Guida Ristoranti e Vini d’Italia 2022 de L’Espresso) dove ha ottenuto la prima stella nel 2006 e la seconda nel 2009. Dopo avere lavorato in noti ristoranti, tra cui Il Sorriso a Soriso, Novara, lo chef torna quindi in Sicilia a San Leone (Agrigento) e crea “La cucina della memoria”, nel ristorante-bistrot vista mare. L’ultima sfida a Milano, con piatti della sua Sicilia che riscaldino il cuore e riportino nella cucina di casa, dove i profumi si mescolano ai ricordi.
Il punto forte
La precisione nel lavoro, appresa al Nord, il calore, la passione, gli ingredienti e le ricette della sua infanzia ritrovati al Sud gli consentono di cucinare ricordando stagioni e simboli della storia gastronomica della sua gente. Con proposte libere da virtuosismi, dove la materia prima viene trattata nella sua essenzialità, con rigorosa attenzione alla sostenibilità. Il pranzo come una volta, un rituale semplice ma sempre apprezzato dalla critica e dai clienti.