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Il prezzo del cambiamento climatico: 120 miliardi di dollari da disastri ambientali nei primi sei mesi del 2023

Alluvioni, incendi, ondate di calore. Sono solo alcuni dei disastri naturali che ogni anno colpiscono con un’intensità sempre maggiore. Durante l’estate, gli Stati Uniti e la Cina nord-occidentale sono stati investiti da masse d’aria roventi. Le condizioni secche e i forti venti hanno aggravato gli incendi in molte isole greche, mentre la Nuova Zelanda è stata colpita in rapida successione nel primo trimestre da gravi inondazioni a Auckland e dai resti del ciclone Gabrielle.

Arriva un momento in cui il cambiamento climatico presenta il conto: 120 miliardi di dollari (109,5 miliardi di euro) di danni dovuti ai disastri naturali nei primi sei mesi dell’anno, con un +46% rispetto alla media dell’ultimo decennio. Sono i numeri che emergono da un report di Swiss Re, società di riassicurazioni, che evidenzia come il cambiamento climatico abbia incrementato i conti dei disastri negli ultimi anni.

Dall’urbanizzazione al maggiore valore dei beni assicurati

Secondo l’indagine, il conto delle calamità nel mondo cresce con una media costante tra il 5% e il 7% ogni anno, mentre nel primo semestre del 2023 i disastri ambientali sono costati il 46% rispetto alla media degli ultimi dieci anni.

“Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano in eventi meteorologici sempre più estremi e ne vediamo le conseguenze nelle ondate di calore o nei periodi di siccità, come nelle forti piogge e nelle inondazioni”, ha dichiarato Jérôme Jean Haegeli, group chief economist Swiss Re.

Va precisato che la crescita dei danni non è dovuta solo al riscaldamento climatico, ma anche all’urbanizzazione e al maggiore valore dei bene assicurati. “Pesano la modifica dei territori delle aree costiere e fluviali e l’urbanizzazione verso territori prima naturali, che formano una combinazione difficilmente reversibile, contro la quale è necessario avere prodotti assicurativi economici. Dobbiamo investire di più per adattarci al clima e dobbiamo farlo ora”, ha continuato Haegeli.

10 miliardi di dollari di danni per l’alluvione in Emilia-Romagna

Il conto di Swiss Re include le tempeste negli Stati Uniti, i terremoti in Siria e Turchia e l’alluvione in Emilia-Romagna. E proprio in questa regione si è verificato l’evento meteorologico che è costato di più nel nostro paese dal 1970 a oggi: 10 miliardi di dollari (9,1 miliardi di euro) di danni, di cui solo il 6% era assicurato.

Con il 94% delle perdite non assicurate in Italia, diventa importante il ruolo dell’assicurazione. “Il gap andrebbe colmato per aiutare famiglie e imprese a rafforzare la propria resilienza contro le catastrofi naturali”, si legge nel report. In particolare, Swiss Re individua nelle forti tempeste il 70% delle perdite assicurate a livello globale, pari a 35 miliardi di dollari. Una cifra quasi doppia rispetto ai 18,4 miliardi di dollari di media degli ultimi dieci anni.

“I forti temporali causano le maggiori perdite e questi eventi, che noi definiamo ‘secondari’, sono uno dei principali driver dell’aumento dei danni”, ha concluso Martin Bertogg, head of catastrophe perils di Swiss Re.

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