WASHINGTON – Ha fatto discutere la comunità finanziaria italiana la scelta di [entity display=”Ray Dalio” type=”person” active=”false” key=”ray-dalio” natural_id=”faris/8106″]Ray Dalio[/entity], fondatore di Bridgewater, il più grande hedge fund al mondo, di scommettere contro il Belpaese. Il numero uno di [entity display=”Intesa Sanpaolo” type=”organization” subtype=”company” active=”false” key=”intesa-sanpaolo” natural_id=”fred/company/2231″]Intesa Sanpaolo[/entity], Carlo Messina, gli ha risposto per le rime, ma la realtà è che non mancano gli estimatori dell’Italia. L’ultima in ordine di tempo è stata l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s, che la scorsa settimana ha innalzato il giudizio sul Paese, portandolo da BBB- a BBB.
In principio è stata [entity display=”BlackRock” type=”organization” subtype=”company” active=”false” key=”blackrock” ticker=”BLK” exchange=”NYSE” natural_id=”fred/company/637″]BlackRock[/entity]. La più grande società di gestione di fondi al mondo, guidata da Larry Fink e Robert Kapito, nel dicembre scorso spiegò che avrebbe aumentato la sua esposizione sul debito governativo emesso da Roma. Secondo Michael Krautzberger, numero uno della divisione European fixed income di BlackRock, era arrivato il momento di comprare italiano. E lo ha fatto, spingendo sia sul debito corporate sia su quello governativo.
Come ha spiegato in una nota a inizio settembre Mondher Bettaieb Loriot, a capo dell’unità Corporate bonds di Vontobel Asset [entity display=”Management” type=”section” active=”false” key=”/management” natural_id=”channel_4section_29″]Management[/entity], Roma è tornata a essere attraente. «Non abbiamo alcun problema ad assumere un’ampia esposizione a selezionati titoli delle banche italiane», ha scritto Bettaieb Loriot. A trainare la scelta di Vontobel c’è il netto miglioramento dei coefficienti delle Non-performing exposure (Npe), o esposizioni deteriorate. Fra le banche su cui Vontobel ha aperto posizioni, UniCredit e Intesa Sanpaolo.
Un ragionamento analogo lo ha fatto Goldman Sachs. A fine agosto, in una nota per clienti istituzionali, la banca guidata da Lloyd Blankfein ha consigliato di acquistare azioni di due istituti di credito italiani, UniCredit e Banco BPM. Gli analisti Jean-François Neuez e Valentine Arditti spiegavano infatti che, con il possibile miglioramento delle condizioni dei Non-performing loan (Npl, o crediti dubbi), le opportunità di profitto non sarebbero mancate. Nel caso di UniCredit, gli analisti di Goldman vedevano un potenziale upside del 25%, mentre per la banca nata dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano del 12 per cento.
Ma non solo. Spulciando i filing della Securities and exchange commission (Sec), la Consob statunitense, si scopre che Goldman Sachs ha deciso di puntare sull’iShares [entity display=”MSCI” type=”organization” subtype=”company” active=”false” key=”msci” ticker=”MSCI” natural_id=”fred/company/9885″]MSCI[/entity] Italy Index, un indice che comprende i principali titoli della Borsa italiana, aumentando la preesistente posizione del 285,1% nel secondo trimestre dell’anno in corso. E infine, a metà settembre è arrivata la raccomandazione di acquistare azioni di Ferrari, per un potenziale upside del 19 per cento.
A seguire Goldman e Vontobel ci sono stati anche altri fondi. Sempre secondo i filing della Sec sono quattro gli hedge fund che hanno accresciuto l’esposizione sull’Italia, sempre tramite l’iShares MSCI Italy Index. Evergreen Capital Management, Prudential Financial, Private Advisor Group, Virtu KCG Holdings, ma soprattutto OxFORD Asset Management, che ha incrementato la sua posizione del 34,9% solo nel secondo trimestre dell’anno.
Un occhio sull’Italia lo sta tenendo, da tempo, anche il finanziere George Soros. Nell’ultimo anno ha avuto sue persone di riferimento in Italia, a Roma per la precisione, con il compito di tracciare una mappa economico-finanziaria del Paese, con un focus sul sistema bancario. Numerosi gli incontri istituzionali, fra cui anche con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ma non ancora note le prese di posizione del fondo di Soros.
C’è però anche da registrare il timore, fra gli addetti ai lavori, sui titoli governativi italiani per via degli effetti collaterali del progressivo assottigliamento del Quantitative easing (Qe) della Banca centrale europea (Bce). Ma secondo Charles Zerah, fund manager di Carmignac Portfolio Unconstrained Global Bond, non c’è troppo da preoccuparsi. «Manteniamo anche la nostra allocation sui titoli di Stato periferici, in particolare italiani, che sono tra i pochi asset a essersi riprezzati a sufficienza per riflettere un premio post-Qe più equo», ha scritto pochi giorni fa. Dopo anni di difficoltà, l’impressione è quindi che l’Italia sia tornata nel mirino degli investitori. Per restarci? Si saprà, come ricorda Morgan Stanley in una nota, dopo la prossima tornata elettorale.
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