Ci sono quelli per i videomaker e quelli con il bookcrossing. Quelli di design e quelli nati in ex aree industriali. Dici “coworking” ed entri in un mondo dove si condivide sì lo spazio e dove la parola collaborazione è all’ordine del giorno, ma di fatto c’è anche molto di più.
Un coworking è sinonimo di rete sociale, ossia di un gruppo di individui connessi tra di loro grazie a diversi legami sociali che non hanno solo a che fare con il lavoro. Li scelgono i freelance, ma anche le aziende come uffici per i loro lavoratori in trasferta o fuori sede. E pure le istituzioni stanno puntando sempre più i riflettori su questo modo di lavorare.
Come il comune di Partanna, che nel 2016 ha dato vita a un coworking e un Fablab per supportare, in un centro di appena 11mila abitanti, futuri makers e freelance. O Milano che ha deciso di estendere una formula simile con l’iniziativa “Una poltrona per due”: soggetti professionali diversi, come parrucchiere ed estetista, possono lavorare insieme nello stesso negozio (magari il secondo nel negozio avviato dal primo e viceversa).
Come fare però a scegliere il coworking più adatto? Quali sono i punti forza di un coworking e quali gli aspetti negativi?
Trovare l’ambiente di lavoro perfetto
Quando si è dipendenti le possibilità di scelta sono davvero poche. Poco importa se la propria scrivania è piccola o se, bando al feng shui, avete un corridoio alle spalle e chiunque passa può guardare sul vostro monitor: a meno che se non siate manager, difficilmente avrete diritto di replica. Nel coworking, invece, è possibile sperimentare il proprio potere decisionale, magari scegliendo uno spazio a più piani o con terrazza (come Work[In]Co in zona Monteverde a Roma), dove fare una skype call prendendo il sole. Inoltre, se da un lato ci sono spazi immensi come i Talent Garden o Copernico, chi ha bisogno di uffici più a misura d’uomo può optare, per esempio, per uno dei 128 coworking in tutta Italia della Rete Cowo® .
Quasi tutti i coworking permettono di fare una prova per uno o più giorni: approfittatene.
Lavorare vicino casa
Stando a una ricerca del settembre 2017 dell’Osservatorio Mensile Findomestic in collaborazione con Doxa, lavorare vicino casa è il desiderio di 1 italiano su 2. Il coworking va in questa direzione. Regola fondamentale è infatti che sia a due passi o al massimo a 20 minuti di distanza da dove vivete. I vantaggi? Lavorare sì fino a tardi, ma una volta usciti potere godersi il “resto della vita”. E se ne avete bisogno nel weekend? Alcuni coworking ormai sono aperti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 o danno ai propri coworker le chiavi per entrare quando vogliono.
Esaltare e arricchire la propria professionalità
Nascono, poi, sempre più spazi orientati a una determinata professione o a un gruppo di professionisti. È il caso di Slam, a Milano, dedicato all’editoria e allo spettacolo che accoglie scrittori, attori, redattori, uffici stampa, grafici, piccole case editrici, studi editoriali, registi che possono lavorare insieme a progetti comuni. O di Clock Music and video, dedicato a YouTuber, artisti e producer con cabine di registrazione e area video.
Collaborare e fare rete
La collaborazione nasce anche tra chi fa lavori differenti: magari siete dei grafici e avete bisogno di un copywriter o degli avvocati e vi serve un commercialista: non vi toccherà cercare questi professionisti all’esterno, ma saranno lì a portata di scrivania. Inoltre, a differenza delle aziende dove spesso ci sono divisioni che mal comunicano tra di loro, in un coworking le informazioni circolano più facilmente davanti alla macchina del caffè o in uno dei tanti eventi che vengono organizzati all’interno. Nel Cowo® di Lambrate, per esempio, quasi ogni mese si organizza il Cowo® Lunch, in cui un coworker presenta agli altri se stesso e il proprio lavoro. Sapendo cosa fa il vicino di scrivania, possono nascere sinergie, collaborazioni e tutto questo, tradotto in altri termini, può voler dire maggiore produttività e possibilità di avere più clienti.
Formazione e aggiornamento continuo
Molti coworking mandano newsletter per informare su quello che succede all’interno, ma anche su argomenti di interesse più generale. Così come organizzano diversi workshop e corsi di formazione, a volte gratuiti, altri con uno sconto per chi fa parte della rete. Un aggiornamento costante anche per chi è sempre preso da scadenze e… indipendentemente dalla propria volontà.
Numerosi servizi a disposizione
Ci sono coworking che mettono a disposizione stampanti e scanner 3D o videoproiettori. O altri, come PianoC a Milano che ha uno spazio di cobaby per bambini fino a 10 anni, affidati a una puericultrice. Offrono anche “servizi salvatempo” come tuttofare a domicilio, idraulico convenzionato e persino “personal wardrobe”. Molti coworking, poi, hanno reception e segreteria.
Niente burocrazia
Last but non least: entrare a far parte di un coworking è molto più agevole dell’affittare un ufficio. Niente burocrazia, né tantomeno si perde tempo nel cercare il posto più economico o un coinquilino con cui dividere il canone mensile. Una volta entrati, basta solo decidere che tipo di abbonamento fare: mensile, trimestrale, semestrale o annuale e a tutte le incombenze penserà chi gestisce il coworking.
I contro: a cosa bisogna prestare attenzione
Fin qui i lati positivi, ma ovviamente il coworking ha anche aspetti negativi. Qui ne segnaliamo due.
Deconcentrazione e improduttività
Specie nei coworking piccoli, può capitare che i continui incontri alle macchinette, gente che chiacchiera o eventi organizzati di giorno possano dare fastidio. Se avete bisogno di silenzio per concentrarvi e il coworking non ha una sala riunione o uno spazio per le skype call e voi parlate tanto al telefono, forse è meglio scegliere un altro spazio o lavorare da casa. Altrimenti rischiate di avere delle giornate veramente improduttive.
Un costo non indifferente
Se siete alle prime armi, la quota mensile, in genere – dipende dalle città – dai 100 ai 300 euro, non è detto sia un costo che potete sostenere. Ci sono ancora pochissime politiche che favoriscono i coworker e pochi coworking comunali, come a Partanna, che hanno abbonamenti a 35 euro al mese. Ma magari, se il vostro problema è la solitudine, potate sempre optare per lavorare in un bar o nella cara e intramontabile biblioteca.
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