A Milano la moda fa sempre più sistema. Parola di Alberto Bonisoli, neo nominato ministro dei Beni Culturali e del Turismo, che in occasione della 94esima edizione di Pitti Uomo dello scorso giugno ha sostenuto che il comparto fashion è “parte del nostro patrimonio economico e culturale”. Ma l’ultima conferma arriva da Galileo Global Education (GGE), gruppo internazionale specializzato nella formazione con focus su arti applicate, design, comunicazione, moda e management, che dopo l’acquisizione di Istituto Marangoni, Naba e Domus Academy, ha annunciato ieri la nascita di un nuovo polo didattico, battezzato Galileo Global Education Italia. La nuova realtà, che sarà guidata da Roberto Riccio (già ceo dei tre istituti), ha l’obiettivo di proporre un’offerta formativa sempre più completa, che rivaleggi con competitor come la newyorkese Parsons e la londinese Saint Martins, promuovendo il Made in Italy nel mondo. “Stiamo cercando una mega-sede nel centro di Milano dove accogliere le tre realtà accademiche, anche se trovare una location di 25mila metri quadrati non sarà affatto semplice…”, ha spiegato Riccio.
Un progetto sicuramente ambizioso, quello avviato dalla holding lussemburghese Galileo, che potrà comunque contare su realtà solide come la Marangoni, che ogni anno accoglie circa 4mila studenti con sedi a Milano, Firenze, Parigi, Londra, Shanghai, Shenzhen, Mumbai e Miami (tra i suoi ex alumni ci sono, tra gli altri, anche Domenico Dolce e Franco Moschino), Naba, la prima accademia privata riconosciuta in Italia dal Ministero dell’Istruzione che a marzo 2019 sbarcherà anche a Roma, e Domus Academy, focalizzata sulla cultura del design italiano. Realtà diverse, che in seno alla nuova GGE Italia saranno chiamate a condividere il loro know-how secondo un approccio crossover all’americana.
Ma le novità non si limitano solo al segmento moda, perché a margine della presentazione del nuovo centro formativo, Galileo ha annunciato anche importanti cambiamenti nel suo assetto societario. A partire dall’ingresso tra i suoi investitori del fondo Téthys Invest che fa capo alla famiglia Bettencourt Meyers (a sua volta erede di L’Oréal), entrato nel maxi polo dell’educazione privata con una partecipazione pari al 20% (la maggioranza del 70% rimane nelle mani dell’azionista Providence Equity Partners). Una manovra strategica che, ampliando il bacino didattico di Galileo – oggi presente a livello internazionale con 32 scuole per un totale di oltre 85mila studenti – arricchirà di certo le sue competenze nel mondo beauty.
C’è però spazio anche per la cucina, perché GGE ha acquisito anche il 26,5% di Alma, scuola internazionale di cucina italiana che annoverava tra i suoi docenti il famoso chef Gualtiero Marchesi. La strategia della società è chiara: rafforzare in Italia i settori moda, design, arte e food partendo dalla formazione. D’altronde, l’industria del lusso è considerata terreno fertile anche per il leader dei servizi di consulenza Deloitte, che nel suo rapporto “Fashion & Luxury: private equity and investors survey” stima entro i prossimi tre anni una crescita del 5-10% annuo del settore grazie a fusioni e acquisizioni degli investitori.
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