Forbes Italia
Investments

Un italiano in cima alla blockchain con un premio Nobel

Guido Molinari di Prysm Group

Da Bologna a Merrill Lynch fino a uno dei più importanti gruppi attivi nella blockchain a livello mondiale. E’ la fortunata parabola di Guido Molinari, oggi una delle anime di Prysm Group, società fondata a New York da alcuni economisti e ricercatori che si occupa di modellare gli economics e la governance dei progetti disegnati sulla blockchain.

L’ingresso di Molinari nel mondo della blockchain avviene nel 2017, quando ancora si occupava di venture capital, dopo aver conosciuto il numero due del fondo Galaxy Digital, David Namdar.

“All’inizio ero scettico”, racconta. “Mi mancava il background tecnologico e mi sfuggiva l’utilizzo pratico della blockchain, poi mi sono reso conto della vastità delle sue possibili applicazioni e del fatto che proprio in termini di suo utilizzo siamo già oltre il punto di non ritorno”. Perché, dice ancora, “le aziende che decidono di abbandonare il mondo esistente e di utilizzare la blockchain saranno quelle vincenti tra 20 – 30 anni”.

E Molinari questa rivoluzione la sta vivendo dall’interno. Prysm Group è infatti una società di consulenza specializzata in smart contract, ossia nei protocolli informatici che verificano o fanno rispettare la negoziazione e l’esecuzione di un contratto. Il compito di Prysm è nello specifico quello di  assicurarsi che gli smart contract siano quanto più “a prova di bomba” prima che vadano effettivamente a regolare i rapporti tra due o più parti.
Prysm Group è anche uno dei principali operatori a cui aziende e fondi d’investimento si rivolgono per strutturare gli economics e la governance dei loro progetti basati su cryptovalute e blockchain. “Si devono abbandonare le idee abituali di economia”, dice Molinari. “Bisogna ripensare a come creare valore in modo decentralizzato. Abbiamo progetti in varie fasi, dal white paper, fino a progetti che hanno raccolto centinaia di milioni”.

Nel lavoro di Prysm ha un ruolo di prima importanza la teoria dei contratti, l’area dell’analisi economica in cui si studia come strutturare gli incentivi affinché le norme che regolano i contratti possano condurre a un’allocazione efficiente delle risorse. Ed è proprio questa la specialità del premio Nobel Oliver Hart, da poco entrato a far parte della squadra di Prysm con il ruolo di advisor per la definizione degli smart contract, per la strutturazione degli incentivi e la definizione delle modalità per dirimere i casi in cui vi siano delle mancanze nei contratti. Area, quest’ultima, in cui usualmente si farebbe ricorso a degli arbitri.

D’altro canto Hart ha vinto il Nobel per l’economia nel 2016 con Bengt Holmstrom proprio per essere riuscito a individuare quelli che ha chiamato “diritti di controllo residuali”, un termine coniato per identificare chi ha il controllo su un accordo quando si viene a creare una fattispecie non prevista in contratto. A Forbes.com Hart ha spiegato che “quasi tutte le dispute legali hanno a che fare con carenze nei contratti” e che pertanto “invece che pensare solo a cosa c’è nel contratto, è utile prefigurare quali procedure dovrebbero essere messe in atto per gestire tutti quei casi in cui il problema è cosa non c’è dentro al contratto”. In una parola, come risolvere le dispute.

Prysm Group è anche altro. “Ci occupiamo anche di una parte puramente educational, in combinazione con New York Angel, per spiegare come funzionano gli investimenti in blockchain”, dice Molinari. Da poco sono partiti i corsi, seguiti da 500 persone. Con l’MIT invece abbiamo dato vita al laboratorio CryptoEconomics Lab, prima iniziativa finanziata dal MIT dove si effettua ricerca su questi argomenti”.

Oggi Prysm, che tra i suoi consulenti vede anche l’ex capo economista di Microsoft, Preston McAfee, ha un team di 15 persone distribuito su 11 diverse località (tra cui diverse città degli Stati Uniti fino a Vienna a Singapore), destinati a crescere. Un po’ come tutto il mondo della catena dei blocchi. “Oggi la nostra stima è che nel mondo lavorino in ambito blockchain qualcosa come 10mila persone: una frazione rispetto a quelli che saranno solo fra pochi anni”.

Vuoi ricevere le notizie di Forbes direttamente nel tuo Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .

Tag: