Si chiude la finestra del calciomercato e si apre quella del campionato. La nuova stagione della Serie A si annuncia più equilibrata delle precedenti dato che tra i club della Penisola è tornata la voglia di spendere, anche se questo rischia di creare alcune situazioni al limite per le regole del fair play finanziario. Ecco perché è opportuno dare uno sguardo ai conti dei grandi club, nella consapevolezza che i risultati ottenuti sul campo potranno finire in fumo se non verrà rispettato l’equilibrio finanziario secondo i principi dell’Uefa. Anche perché, a partire da questa stagione, l’organismo europeo potrà intervenire senza attendere la pubblicazione dei bilanci in caso di situazioni a rischio.
Juve, il colpo CR7 potrebbe costare carissimo
Dietro i successi della Juventus negli ultimi anni vi è stata una grande attenzione ai conti: acquisti ben ponderati, qualche cessione dolorosa e un’indipendenza dai capitali della controllante Exor che dura dal 2011.
Questa estate ha segnato la svolta: il club bianconero ha deciso di giocarsi il tutto per tutto per vincere la tanto agognata Champions League e non ha badato a spese per acquistare Cristiano Ronaldo. Il portoghese CR7 peserà sul bilancio attuale e su ciascuno dei prossimi tre per quasi 88 milioni di euro. Una cifra che l’atteso incremento degli incassi legati ad abbonamenti, botteghino e merchandising non potrà nemmeno lontanamente sfiorare. Il salto per il club bianconero sarà soprattutto di immagina e potrà aiutare ad attrarre nuovi sponsor e nuovi campioni.
Inoltre la Juve ha speso 40 di euro per Cancelo e altrettanti per riscattare Douglas Costa, 12 per Perin e una decina per operazioni minori. Inoltre, da Pjanic ad Alex Sandro, l’effetto Ronaldo si fa sentire anche sulla pressione degli altri giocatori per ottenere stipendi più elevati. Questo a fronte di una campagna cessioni deludente: posta nella necessità di vendere, la società bianconera ha visto per una volta gli equilibri spostarsi a favore delle controparti. Così, se si escludono il prestito annuale di Higuain al Milan (pagato 18 milioni di euro, pari alla quota di ammortamento, quindi con beneficio nullo per la Juve) e la cessione di Madragora all’Udinese (15,4 milioni di plusvalenza), per il resto sono andati in porto solo prestiti. Così, per la prima volta da quando esiste il fair play finanziario, il club torinese rischia di sforare abbondantemente il principale paletto imposto dall’Uefa: un passivo non superiore ai 30 milioni di euro negli ultimi tre esercizi. Le sanzioni potranno essere evitate solo a due condizioni: che i giocatori adesso in prestito vengano riscattati dai rispettivi club, con il risultato che la Juventus si priverebbe della sua meglio gioventù, da Favilli a Cerri, a Pjaca; che il club bianconero ceda uno o due big. A conti fatti l’acquisto di CR7 è stato conveniente sul fronte dei conti? Ai posteri l’ardua sentenza…
Inter rischiatutto
Per i nerazzurri inizia l’anno della verità ai fini del fair play finanziario.
Suning fin qui ha profuso un grande sforzo: le perdite sono state abbattute fino ai 24,6 milioni dell’ultimo bilancio e il fatturato è passato in un solo anno da 179 a 274 milioni (grazie anche a sponsorizzazioni garantite dal nuovo padrone cinese), ma a giugno la società è stata rimandata dall’Uefa per aver ottemperato solo in parte ai dettami del settlement agreement. Ulteriori rinvii non sono ammessi e il club nerazzurro ha vissuto una prima parte di calciomercato estivo con l’imperativo di arrivare al 30 giugno (chiusura dell’esercizio) in pari.
Così sono stati condotti in porto solo acquisti di giocatori a fine contratto come De Vrij e Asamoah, con le eccezioni di Politano in prestito e Naingollan, pagato sì 38 milioni, ma con un esborso effettivo di soli 24 milioni più i cartellini di Santon e Zaniolo. Di pari passo la società milanese ha ottenuto 43 milioni di plusvalenze vendendo molti giovani promettenti della primavera (anche qui, alla lunga la strategia potrebbe non rivelarsi vincente) come Bettella, Valietti e Odgaard.
Con l’inizio del nuovo esercizio, l’Inter è tornata ad arricchire la rosa, con gli arrivi di Vrsaljko, Salcedo e Keita. A questo proposito va fatto un inciso: secondo il Ffp, l’Uefa contabilizza i prestiti con obbligo di riscatto per l’intero valore del cartellino. Così l’Inter ha raggiunto tutti accordi per semplici prestiti, ma ha dovuto rassicurare le controparti con somme importanti. In definitiva, ha investito 14 milioni senza rilevare i cartellini dei tre calciatori, confidando sugli incassi derivanti dalla qualificazione alla Champions League. Se il club andrà molto avanti nella massima competizione europea, avrà i 60 milioni necessari ai riscatti; in caso contrario perderà l’investimento fin qui effettuato o dovrà cedere altri big in rosa. Di certo, come detto, non ci sono più spazi di manovra con l’Uefa.
Milan e l’incognita Elliott
E se quello di Elliott non fosse solo un investimento finanziario? E’ il quesito che circola tra gli ambienti finanziari milanesi dopo la campagna acquisti dei rossoneri.
Il fondo americano si è ritrovato tra le mani l’asset perché il debitore Yonghong Li non ha onorato la rata da 32 milioni di euro, parte del finanziamento da 354 milioni in scadenza a ottobre. Trattandosi di un fondo d’investimento, si è sempre detto interessato a valorizzare la rosa e cercare un compratore in modo da ottenere una plusvalenza.
Alcune mosse di mercato, tuttavia, suscitano dubbi in merito: è arrivato in prestito Higuain per 18 milioni, una cifra che lascia immaginare il riscatto a fine stagione aggiungendone altri 36. In totale saranno 54 milioni di euro per un 32enne e appare difficile che si possano poi generare plusvalenze. Non sono pochi nemmeno i 18 milioni spesi per Laxalt, destinato a essere un rincalzo come terzino destro del titolare Rodriguez, in un ruolo in cui il Milan conta anche il vicecampione mondiale Strinic. E il corteggiamento a Milinkovic Savic, valutato dalla Lazio oltre 100 milioni, è un ulteriore segnale del fatto che il Milan vuole tornare competitivo subito e che Elliott – impegnato in delicate partite economiche e dal grande impatto mediatico nel nostro Paese, da Tim a Mediobanca – potrebbe tenersi stretta ancora per diverso tempo la società rossonera.
Il club rossonero è ancora in attesa della sentenza Uefa e per questo motivo si è mosso molto anche sul fronte delle uscite, piazzando esuberi come Kalinic e André Silva e ottenendo dal Genoa il pagamento anticipato per il riscatto di Lapadula.
Napoli e il mistero DeLa
L’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina partenopea aveva fatto sperare in un mercato scoppiettante per la società azzurra, che ha saputo sì resistere alle tante offerte ricevute (tra i titolari sono partiti solo Reina a fine contratto e Jorginho per la mirabolante cifra di 57 milioni), ma non ha registrato grandi colpi in entrata. Il portiere Meret (pagato 22 milioni di euro) ha buone prospettive, così come Ruiz (30 milioni), Verdi e Malcuit (rispettivamente 22 e 12 milioni) dei buoni rincalzi per gli esterni d’attacco e di difesa, ma nulla più. Tutti hanno sottoscritto contratti di lunga durata, con un impatto quindi limitato sul bilancio in corso. Considerato che l’ultimo biennio ha generato un utile di poco inferiore ai 50 milioni di euro e che nel frattempo sono entrati in cassa i soldi dei riscatti relativi a Zapata e Pavoletti (29 milioni in tutto), sarebbe stato lecito attendersi maggiori investimenti da parte del patron De Laurentiis, che invece ha scelto ancora una volta la strada della prudenza. Basterà a fronte di concorrenti che si sono rafforzati molto?
La svolta della Roma
Uscita con promozione piena dal settlement agreement, la Roma ha messo a segno un mercato scoppiettante. Come ogni anno non sono mancate le cessioni eccellenti, in questo caso Alisson e Nainggolan (100 milioni tondi, ai quali aggiungerne un’altra ventina tra Iturbe, Skorupsky e Tumminello), ma sul fronte degli acquisti il club giallorosso non si è limitato a giovani di prospettiva e a basso costo, come gli under 21 Coric, Zaniolo e Bianda. I 29enni N’Zonzi e Pastore sono costati in tutto 50 milioni, Kluivert 17 e il prestito di Cristante 5 (più dai 15 ai 25 per il riscatto, bonus compresi). Inoltre è stato riscattato Defrel per 15 milioni. Se il club giallorosso avanzerà nella Champions League non avrà problemi ai fini del ffp; in caso contrario dovrà sperare nei riscatti dello stesso Defrel (girato poi in prestito alla Sampdoria) e Bruno Peres (San Paolo) per non dover cedere qualche big a fine anno.
Lazio quasi Immobile ed è un successo
Un utile di 11,2 milioni di euro nell’esercizio 2016/07, seguito da un risultato positivo per 41 milioni nell’ultima semestrale, che ha contabilizzato le cessioni di Biglia, Keita e Hoedht. Questo spiega la serenità con la quale la Lazio ha potuto affrontare il calciomercato estivo. Senza necessità di generare plusvalenze, il club di Lotito si è limitato a prendere atto che De Vrij (a fine contratto) ha scelto l’Inter e ad accontentare Anderson, che da tempo chiedeva di partire. Con i 36 milioni incassati, sono stati rilevati i cartellini di Correa, Acerbi, Durmisi e Berisha e il club biancazzurro ha potuto resistere alle offerte per Immobile e Milinkovic Savic avanzate da club ben più ricchi. Un successo.
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